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1837 Misilmeri Insorge. Cronaca di una rivolta popolare

1837 Misilmeri Insorge. Cronaca di una rivolta popolare

Chianu a furca, così era conosciuta Piazza Cosmo Guastella o Fontana Nuova. Piano delle Forche, in memoria delle impiccagioni che vi si svolgevano nel Seicento. Fu proprio all’ombra della monumentale fontana che nel 1837 furono fucilati diciassette misilmeresi, condannati come “capi e istigatori” della rivolta del luglio dello stesso anno. Una sommossa popolare poco nota, che anticipò i moti risorgimentali e la rivoluzione del 1848. Un’insurrezione violenta, causata dalle condizioni di estrema miseria della popolazione. Condizione a cui i siciliani erano sottoposti dal “tallone di ferro” del regime borbonico, rappresentato in Sicilia dalla casta nobiliare e dai suoi fedeli e corrotti funzionari.

Questi fatti indaga il nuovo libro di Carmelo Fascella, 1837 Misilmeri Insorge, pubblicato dalla casa editrice ISPE di Roccapalumba, con una introduzione di Santo Lombino.

La rivolta costò la vita a venti persone, tra cui il barone Angelo Furitano, capo della guardia urbana. Il suo palazzo, uno dei più lussuosi di Misilmeri, fu saccheggiato e incendiato, come altri palazzi di notabili e possidenti. La rivolta durò tre giorni, senza che nessuna forza o polizia intervenisse. Caddero sotto le scuri il regio Giudice Mariano Piombo e la moglie, l’esattore delle tasse Vespasiano Caracciolo, il medico Ignazio Carlotti ecc. Le teste recise di alcuni di essi furono portati in trionfo nella piazza del paese. Solo dopo tre giorni giunse da Palermo l’esercito che procedette a centinaia di arresti e celebrò una decina di processi in una casa della Piazza Grande. Il tribunale era composto da militari e alla sbarra finirono braccianti, pecorai, nullatenenti, piccoli proprietari.

Il libro di Fascella esamina gli atti processuali, riportando i nomi dei presunti responsabili, diciassette dei quali furono fucilati in pubblica piazza. La rivolta fu favorita anche dalla terribile epidemia di colera che nel 1837 si diffuse in tutto il sud Italia provocando centinaia di migliaia di morti. A Misilmeri nel solo mese di luglio ci furono quasi centosessanta morti, che furono sepolti in un cimitero costruito per l’occasione sulle falde di Monte Frumento.

Il libro ricostruisce anche gli anni che precedettero la rivolta, con le visite del re Ferdinando III di Borbone, la tragica fine del principe Giuseppe Bonanno Branciforti, ultimo proprietario del Castello, ucciso in una trazzera di Bagheria durante i moti del 1820. In Appendice poi si trova una piccola biografia di Vincenzo Foderà, detto il Briareo di Misilmeri per la sua indomabile attività antiborbonica negli anni che vanno dal 1848 al 1860.

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1 Commento

  1. Filippo Livorno

    X MISILMERI blog , sapete come poter contattare l'autore del libro e dove trovare il libro per acquistarlo ? Grazie

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