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Amministrative, intervista ad Oliveri: ”La mafia continua a condizionare scelte politiche”

Lunga intervista all’ex Presidente della Corte d’appello candidato a Villabate

Amministrative, intervista ad Oliveri: ”La mafia continua a condizionare scelte politiche”

La campagna elettorale della vicina Villabate è ormai entrata nel vivo. Sono quattro i candidati che si contenderanno la poltrona di primo cittadino del comune palermitano: Paolo Corrao, Giusi Di Gaetano, Vincezo Oliveri e Pietro Milazzo.

Ci ha concesso un'intervista esclusiva Vincenzo Oliveri, candidato Sindaco, è già Presidente della Corte d'Appello di Palermo. La lunga chiacchierata è stata utile per scoprire le idee dell'ormai ex alto magistrato, sia per Villabate sia rispetto ad alcune delle tematiche che  affliggono il nostro territorio, come ad esempio la mafia.

Giudice Oliveri, iniziamo dal recente passato. Lei ha da poco iniziato a godere della sua quiescenza, ed il suo addio è stato salutato mestamente anche da illustri colleghi come Agueci, Scarpinato, Guarnotta che hanno elogiato il suo operato. Che ricordo ha di questa esperienza lunga e difficile a giudicare finanche dalla quantità di minacce anche di morte cui Lei negli anni è stato destinatario?

La mia cinquantennale esperienza giudiziaria è stata variegata, defatigante, sofferta di fronte ai drammi umani, piccoli o grandi, che mi sono trovato ad affrontare, ma sotto ogni profilo esaltante per essere riuscito a raggiungere in ogni settore il massimo dell’efficienza grazie alla mia caparbietà e al massimo mio impegno, purtroppo, a volte, anche a discapito della mia famiglia che in alcuni periodi della mia storia giudiziari ha vissuto in trepida ansia.

 Sono entrato in magistratura il 5 aprile 1965 e ho prestato servizio inizialmente presso il Tribunale di Modica e, di seguito, presso la Pretura Unificata di Trapani, presso il Tribunale di Termini Imerese, presso il Tribunale di Palermo, ove ho svolto per 11 anni le funzioni di giudice della prima sezione civile, maturando una significativa esperienza nella materia del diritto di famiglia e dei contratti della pubblica amministrazione.

Nominato nel 1986 consigliere della Corte di Appello di Palermo,  dal 1989 al 1990 sono stato applicato al primo maxi processo di appello contro le cosche mafiose.

Nel 1992 ho assunto le funzioni di presidente di sezione del Tribunale di Palermo ed ho via via presieduto la terza sezione penale, occupandosi di numerosi, delicati processi contro pubblici amministratori; la settima sezione penale; la sezione fallimentare, la seconda sezione della Corte di Assise, che ha trattato  numerosi processi di rilevante spessore, tra i quali quello relativo al sequestro e all’uccisione del piccolo Giuseppe DI MATTEO,  il processo per la strage di Viale Croce Rossa (omicidio del Vice Questore Ninni CASSARÀ e dell’agente Roberto ANTIOCHIA), il processo contro gli esecutori materiali dell’omicidio di don Pino PUGLISI, i processi per una sequela di omicidi commessi negli anni 89/90 dalla cosca mafiosa di Brancaccio.

Nel 1998 sono stato nominato presidente di sezione della Corte di Appello di Palermo ed ho presieduto la terza sezione penale, la sezione promiscua penale, la seconda Corte di Assise di Appello, continuando ad occuparmi di processi di notevole rilevanza mediatica, come il processo per l’omicidio del giornalista Mario FRANCESE.

Il 17 luglio 2006 sono stato nominato presidente della Corte di Appello di Cagliari, gestendo l’intero distretto dell’isola di Sardegna. Il 5 marzo 2009 sono rientrato a Palermo con l’incarico di presidente della Corte di Appello, che ho ricoperto sino al 9 novembre 2014, ottenendo ottimi risultati grazie ad appropriati provvedimenti organizzativi.

Il mio operato è stato ispirato ai principi della massima trasparenza dell’azione giudiziaria, esternata nelle relazioni annuali sullo stato dell’Amministrazione della Giustizia, della stretta collaborazione con le Istituzioni, della massima disponibilità alla domanda di giustizia, della cortesia e disponibilità verso il cittadino.

A tutte tali attività si è aggiunta una sequela di interventi in convegni giuridici e l’incarico di vice presidente di sezione della Commissione Tributaria Regionale di Palermo, che ho ricoperto per oltre ventiquattro anni.

Lei mi chiede delle minacce, dirette o indirette, che ho subito nel corso degli anni. Preferisco tacere. Ho ricevuto tanti scritti anonimi nei periodi “caldi” della gestione di processi di mafia ma, mi creda, non ho mai avuto paura: ho tirato avanti senza remore né condizionamenti di sorta,  conscio di far soltanto il mio dovere di servitore dello Stato.

Gioacchino Natoli, suo successore alla Presidenza delta Corte d'Appello di Palermo, ha anch'egli fatto dei riferimenti al suo operato, dicendo in buona sostanza che vuole percorrere il sentiero che Lei ha già tracciato. Che ufficio eredita l'attuale Presidente del Tribunale di Marsala?

Ringrazio il dottore NATOLI, neo presidente della Corte di Appello di Palermo, per le parole elogiative che ha avuto nei miei confronti all’indomani della sua nomina a dirigente del distretto di Palermo. Sono lusingato dei suoi positivi apprezzamenti sulla mia gestione dell’Ufficio e del suo intendimento di voler proseguire tale gestione con le stesse metodologie. Sono tuttavia sicuro che il dott. NATOLI – il quale ha risanato, con le poche risorse umane disponibili e con il suo personale, non secondario apporto, un ufficio al collasso come il Tribunale di Marsala – saprà fare molto meglio di me, giacché le sue capacità organizzativa e i suoi metodi innovativi sono eccezionali, senza considerare il suo spessore umano che ha dimostrato in ogni occasione. L’ufficio che Egli ritrova, allo stato, naviga in acque tranquille anche per la presenza di ottimi magistrati, professionalmente preparati e tutti abbastanza operativi e motivati per offrire al cittadino una giustizia rapida ed efficiente. E non è da meno il personale amministrativo che offre generosamente la propria collaborazione per un servizio di qualità. Di fronte a tutto ciò, anche se, ovviamente, il dott. NATOLI non potrà riposare sugli allori (cosa che, del resto non rientra nelle sue costumanze), potrà tuttavia operare con maggiore tranquillità, vigilando sul funzionamento di tutti gli uffici del distretto.

Da osservatore, ho notato che Lei ha interpretato il suo ruolo in modo ''umano'', pur rivestendo un alto incarico istituzionale; non si è, infatti, sottratto al contatto con i cittadini, né ha mai disdegnato la sua partecipazione ad eventi culturali e sociali, come ad esempio le commemorazioni a cui spesso l'abbiamo vista ospite a Misilmeri nel ricordo di Chinnici.

Sono ormai tramontati i tempi in cui il magistrato stava chiuso nella sua “turris eburnea” ad amministrare giustizia. Il giudice deve vivere a contatto, oltre che con i propri Colleghi e con gli Avvocati, con la gente comune per condividerne i bisogni, per valutare quel che il cittadino reclama ed esplicare il proprio intervento, nell’ambito delle proprie prerogative, perché non abbiano a verificarsi distorsioni. A questi canoni ho sempre improntato il mio comportamento anche nelle funzioni di dirigente giudiziario, aprendo la porta a quanti lo hanno richiesto, senza formalismi di sorta. Al contempo ho doverosamente assicurato la mia partecipazione a convegni o simposi culturali, per offrire il mio contributo sui temi dibattuti, e non è mai mancata la mia presenza nelle celebrazioni commemorative, essendo dovere di ogni magistrato ricordare a sé stesso e agli altri i magistrati che hanno sacrificato la loro vita assicurando alle future generazioni i diritti di libertà compromessi  dall’asservimento mafioso.

Adesso, Giudice, Lei mi consentirà quella che più che una domanda è una considerazione, ovvero: chi glielo fa fare dopo la sua carriera, cimentarsi in un'avventura che può essere ricca di insidie come la carica di primo cittadino in un centro difficile come quello di Villabate ?

È una domanda questa che io stesso mi sono posto spesso e che continuo a pormi  nel pieno di una campagna elettorale, nella quale il rispetto umano non è affatto di casa. Sono perfettamente consapevole che l’avventura nella quale mi sono imbarcato è costellata da insidie e pericoli di ogni genere; so che potrei distruggere cinquant’anni di onorata professione al servizio della Giustizia, ma tutto ciò non mi scoraggia, anzi mi esalta, perché la mia è una scommessa con me stesso e con tutti i miei concittadini, che, come me, vogliano un cambiamento di rotta per il ripristino della legalità in un comune che ha ormai toccato il fondo e che continua ad essere conosciuto come “paese di mafia”. Non ho esperienze amministrative, ma ritengo di avere cognizioni sufficienti e l’autorevolezza necessaria per mettere ordine in ogni settore. Ho, oltretutto, le idee abbastanza chiare su quello che effettivamente serve per far risorgere, moralmente, socialmente, culturalmente ed economicamente la cittadina nella quale sono nato e cresciuto, oggi ridotta ad una paese dormitorio, degradato, con servizi del tutto inefficiente. Basta leggere il programma elettorale, condiviso da tutte le liste che sostengono la mia candidatura a sindaco, un programma a misura d’uomo e nel quale i giovani e il lavoro sono al primo posto.

Come ho già detto in altre occasione, sono per mia natura ottimista e intraprendente e circondato da candidati che hanno voglia di fare, non per interesse personale, ma per l’interesse generale di tutti.

Lei ha già promosse di rinunciare alla sua indennità qualora dovesse essere eletto. Quali altre promesse sente di fare ai suoi concittadini?

Si, lo riconfermo: io sono animato, oltre che da senso di responsabilità, da spirito di servizio: non intendo lucrare prebende di alcun genere dalla carica di primo cittadino né acquisire posizioni di privilegio ,né tanto meno coltivare interessi diversi da quelli che interessano tutta la comunità villabatese, che è ormai stanca delle solite promesse clientelari mai mantenute. Ai miei concittadini offro garanzie di legalità, imparzialità, trasparenza, efficienza, progettualità per il raggiungimento degli  obiettivi che ci siamo prefissi, e primi, fra tutti, la salubrità del territorio, che è ridotto ad un letamaio con cumuli di rifiuti ad ogni angolo, a cominciare dallo svincolo autostradale che offre al visitato uno spettacolo indecoroso. Instituiremo in tempi brevissimi il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta”, che consentirà di eliminare dalle strade gli indecorosi e maleodoranti cassonetti e di ridurre le tasse comunali per il minoro costo del servizio di igiene ambientale. Regolamenteremo nel migliore dei modi il servizio di distribuzione dell’acqua nelle abitazioni, intervenendo da subito per eliminare le perdite nella condotta idrica, in modo da escludere le turnazioni che lasciano a secco i rubinetti per più giorni, se non per settimane intere. Elimineremo rapidamente i guasti nelle condutture fognanti, che non sono pochi e mettono in pericolo la salute pubblica. Eseguiremo urgentemente i lavori di manutenzione del manto stradale, nel quale gli avvallamenti, buche profonde e sconnessure varie mettono a dura prova le strutture degli autoveicoli e cagionano danni fisici anche alle persone, specialmente ai soggetti anziani. Risistemeremo tutta l’area a destinazione artigianale e commerciale per favorire l’insediamento di nuove imprese e creare posti di lavoro. Daremo una diversa regolamentazione al  caotico traffico stradale mediante un più appropriato impiego delle risorse umane disponibili. Valorizzeremo le borgate periferiche abbandonate a sé stesse. Assumeremo tutte le altre interessanti iniziative contemplate nel nostro programma, del quale le fornisco copia e che sarebbe lungo enumerare ed illustrare in questa sede.

Credo che tra le cose che lei ha messo in conto prima della sua ''discesa in campo" ci sia anche la considerazione che viviamo in un territorio con una forte presenza della mafia. Le chiedo: come ha visto trasformarsi in questi anni la mafia, e oggi come ed in quali settori si manifesta, a Misilmeri così come a Villabate?

È chiaro che il mio progetto tiene in debito conto il problema “mafia”, che è sempre attuale nei nostri territori e continua, purtroppo, a condizionare le scelte politiche e amministrative. La mafia – nonostante i duri colpi assestati a capi e gregari – è più pericolosa di prima, perché si è inabissata agendo subdolamente, infiltrando i propri insospettabili affiliati nelle istituzioni e continuando a dominare il territorio con estorsioni silenti che l’estorto, purtroppo, si guarda bene dal denunciare. Chi – come me – si è occupato di mafia ben conosce le metodologie del sodalizio criminale, oggi trasformatosi “in mafia imprenditrice” che mira ad accaparrarsi qualsiasi incarico per far denaro.

Noi ci impegneremo a fondo per combattere questo fenomeno, promuovendo anche  una serie di iniziative presso le scuole perché i giovani rifuggano dai facili guadagni che promette la mafia e soprattutto imparino che i diritti fondamentali che loro riconosce la nostra Costituzione sono un bene che loro appartiene e che non debbono ricorrere a certi personaggi  perchè sia ad essi dato quel loro spetta. Anche in questo senso la nostra è una sfida che possiamo vincere con il quotidiano contatto con tutti i cittadini.

PROGRAMMA ELETTORALE OLIVERI

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5 Commenti

  1. Silvio

    Da queste dichiarazioni mi rendo conto che il giudice Oliveri conosce bene, moooolto bene la realtà misilmerese: È chiaro che il mio progetto tiene in debito conto il problema “mafia”, che è sempre attuale nei nostri territori e continua, purtroppo, a condizionare le scelte politiche e amministrative. La mafia – nonostante i duri colpi assestati a capi e gregari – è più pericolosa di prima, perché si è inabissata agendo subdolamente, infiltrando i propri insospettabili affiliati nelle istituzioni e continuando a dominare il territorio con estorsioni silenti che l’estorto, purtroppo, si guarda bene dal denunciare. Chi – come me – si è occupato di mafia ben conosce le metodologie del sodalizio criminale, oggi trasformatosi “in mafia imprenditrice” che mira ad accaparrarsi qualsiasi incarico per far denaro.

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  2. ciro costanza

    solo chiacchiere e tabacchiere ri ligno...NON HO LA BENCHE' MINIMA FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA...NELLA GIUSTIZIA E PEGGIO ANCORA PER EX MAGISTRATI CHE DECIDONO DI FARE POLITICA! Considero la magistratura ed i magistrati UNA CASTA...INTOCCABILI e in molti casi ARROGANTI!! Guaragnano un futtiu ri picciuli e tranne in POCHISSIMI CASI in cui GRANDI UOMINI del calibro di Falcone, BORSELLINO, Chinnici ecc. VEDO IL VUOTO ASSOLUTO..LO SCHIFO..delinquenti in arresti domiciliari, spacciatori liberati dopo due ore, rapinatori e scippatori non arrivano neanche al processo perche' liberati PRIMA ANCORA CHE COMMETTONO IL SECONDO O IL DECIMO REATO! Loro si difendono affermando che applicano la legge....MA UN CI RUMPISSIRU I C...NA...guarda caso se l'imputato e' un politico o un potente riesce sempre a farla franca e chi non puo' permettersi un buon avvocato marcisce in galera!!!!! Quindi per favore....FINEMULA!!! la giustizia e' semplicemente DEBOLE CON I FORTI E FORTISSIMA CON I DEBOLI. Ogni anno veniamo MULTATI dall'europa per le lungaggini dei processi e per la NON certezza della pena...quindi mi chiedo..perche' mi devo fidare di un magistrato...o ex tale? Ovviamente nulla di personale con il giudice Oliveri...non lo conosco e sono certo che in ogni caso meglio lui che 4 sfasciallitti..il mio e' solo l'esposizione di un concetto e faccio un esempio banalissimo.. In Italia siamo stati amministrati da fior di economisti di fama mondiale, giuristi famosi, ingegneroni, avvucatuna di grido mondiale e diplomatici di livello internazionale...BENE..siamo l'ultima ruota del carro in europa..debito pubblico alle stelle..siamo uno dei paesi piu' corrotti al mondo e abbiamo il record dell'evasione fiscale..la giustizia ho gia detto..ponti che crollano, compreso quello del 25 aprile e 1 maggio...e allora mi chiedo..se invece di essere amministrati da SCIENZIATI fossimo amministrati da PAPEROGA forse non staremmo meglio! Saludos

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    1. a buon intenditor

      caro costanza condivido il suo post specie quando scrive che e' meglio lui che 4 sfasciallitta e misilmeri ne è un esempio classico.
      Se dovesse vincere il giudice oliveri non credo che amministrerebbe per curare i suoi interessi o quelli di sua moglie...a buon intenditor!
      Ne tantomeno nominerebbe compari nei vari uffici per tratne qualche beneficio.

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    2. LA MAFIA ESISTE

      a buon intenditor e ciro costanza..
      Misilmeri non ha bisogno di uomini di questa levatura per un motivo molto semplice..A MISILMERI LA MAFIA NON ESISTE...e il giudice Oliveri non vincera' neanche a Villabate PERCHE' NEANCHE LI' LA MAFIA ESISTE!
      Diciamo che ogni paese ha il governo che merita.
      E Misilmeri ha avuto sindaci di tutto rispetto....grandi uomini e donne di altissima levatura..uomini e donne che hanno amministrato senza interessi personali.
      Uomini e donne che hanno scelto i loro capi area non per amicizia o interesse personali ma SOLO in base alle loro effettive capacita' ed e' per questo che abbiamo un grande vignettista come responsabile dell'ufficio tecnico...chi meglio di lui potrebbe rilanciare l'edilizia a Misilmeri?

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  3. ciro costanza

    dedicato ai lecchini...ai codardi e a chi si professa amico ma solo a parole! l'amico, quella vero...non è colui che ti fa la telefonatina di rito solo quando sei nei guai...l'amico vero ha il dovere di schierarsi con i FATTI e non con le chiacchiere. « Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… » (don Mariano Arena al capitano Bellodi) Prendiamo tutti esempio da Sciascia....

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