A far data da oggi tutte le Province siciliane dovrebbero essere affidate a nove commissari nominati dalla Regione, che avranno il compito di amministrare le Province fino alla fine del 2013, nelle more che il Governo Regionale e l’Ars completino la riforma delle Province, istituendo, come sembra, dei consorzi di Comuni.
Sia la Provincia Regionale di Palermo che tutte le altre andate in scadenza elettorale a giugno 2013 non hanno ancora un commissario, (soltanto Catania, Ragusa, Trapani e Caltanissetta sono già commissariate) malgrado le rassicurazioni dell'Assessore Valenti e del Presidente Crocetta, le Province da oggi vivono una paradossale anarchia.
Attendiamo nelle prossime ore quindi la nomina del Commissario che andrà a sostituire Giovanni Avanti e la sua giunta di centro-destra, che negli ultimi cinque anni hanno amministrato la Provincia.
AGGIORNAMENTO: E' Domenico Tucci, generale dei Carabinieri in pensione, il Commissario della Provincia di Palermo. A lui e agli altri nominati, i migliori auguri di buon lavoro.
Megghiu accussì! Meno raccomandazioni, meno gente da campare, meno votazioni e scambi di voti...
Hanno fatto una riforma sulla nostra pelle, tutti che pensano ai politici che vanno a casa e nessuno pensa ai dipendenti. Cosa vogliono fare di noi? ancora nemmeno nominano il commissario, tra pochi giorni ci ritroveremo tutti a protestare per strada. Queste sono le classiche cose siciliane
D. Provinciale quello che asserisci non corrisponde alla realtà. Ho diversi amici che lavorano in Provincia, Via Lincon e tutti mi dicono e ti smentiscono, che per VOI non cambierà nulla, continuerete a fare quello che facevate,anzi burocraticamente sarete facilitati e i commissari sono già stati nominati che rimarranno in carica fino a dicembre e dopodiché entreranno in funzione e speriamo bene i consorzi Ciao E in bocca al lupo, fra un'anno quanto tutto sarà a regime ci risentiremo e ci farai sapere
Il Commissario è stato nominato ed è un Generale dell'Arma in pensione.Giovanni Avanti continuerà ad occuparsi di Provincia, facendo il nocchiero della palude.Gli impiegati non rischiano il posto di lavoro.Solo i POLITICI sono stati liquidati.Si dia pace; non c'è nulla di tragico, tranne il fatto che qualcuno dovrà contare solo sullo stipendio.Ma , intanto, sa quanti immobili ha accumulato? Sa che prendeva in giro anche lei quando andava in televisione a dire che viveva con duemila euro al mese, soltanto? Ah quanto è nobile certa politica;quanti sacrifici comporta per il bene del proprio popolo!
La provincia non serve a niente
UNA PICCOLA GOCCIA NEL MARE DELLO SPERPERO PUBBLICO ITALIANO
bedda matriiiiiiiii e ora Pitrruzzo D'Aì e Antonello Tubiolo hanna ghiri a travagghiare ?
Non sia mai, lavorare. Però ci devono restituire chiddu ca si pistiaru sabato scorso nella grande abbuffata.Documentarsi con il video di Live Sicilia e le interviste di sabato.
ULTIM'ORA: La legge Regionale 7 del 27 marzo 2013 che ha abolito i nove enti intermedi nell’Isola e istituito i Liberi Consorzi dei Comuni è stata impugnata al Tar di Catania su iniziativa dell’Upi (Unione province italiane), di un paio di consiglieri provinciali di Catania e dell’Urps (Unione regionale province siciliane). I ricorsi sono stati redatti dai costituzionalisti Felice Giuffré e Ida Nicotra. L’impugnativa fa leva su una presunta incostituzionalità della legge regionale. Nello specifico il ricorso fa riferimento ai richiami della Corte Costituzionale che equipara le 9 province siciliane, in quanto enti territoriali di area vasta ed elettivi, a quelle del resto del Paese, come recita l’articolo 114 della Carta costituzionale. Che espressamente dice: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Provincie, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”. Di fatto, il governo regionale ha affidato la gestione della Province, enti ancora elettivi, a dei commissari straordinari fin quando non sarà approvata la legge che attui l’articolo 15 dello Statuto speciale siciliano di cui è da verificare l’attuale compatibilità con la Carta costituzionale.