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Chi era Giuseppe Tavolacci, il ricordo di Paolo Francesco Lo Dico

Lo Dico: “Intestiamogli una via affinchè i giovani abbiano un esempio da seguire”

Chi era Giuseppe Tavolacci, il ricordo di Paolo Francesco Lo Dico

Mezzojuso, 24 marzo1886, un ridente paese “arbereshe”, posto sulla collina Brinja (costola) a circa 40 km da Palermo, di origine araba e ripopolato nel XV secolo dagli albanesi latini e bizantini, dà i natali a Giuseppe. I genitori: Giuseppe di rito bizantino e Isidora Cuccia di rito latino. I fratelli: Pietro (che sarà Podestà di Mezzojuso), Josafat e Carmela (che sarà Direttrice Didattica).

Il giovane cresce nello spirito patriottico del Risorgimento ed educato agli insegnamenti cristiani, studia e diviene insegnante di scuola elementare.

Allo scoppio della guerra 15/18 espleta il suo dovere di buon italiano in qualità di ufficiale del Regio Esercito. Al fronte conosce un sottoposto bersagliere combattente, Benito Mussolini, il futuro Duce.

Giuseppe, forgiato dall’esperienza di guerra e dal nuovo verbo nascente, ritorna alla vita civile con il titolo di Cavaliere (onorificenza dell’antico Ordine Militare di Savoia, concessa per compensare le azioni distinte compiute in guerra dando sicura prova di perizia, di senso di responsabilità e di valore. N.d.r.) riprendendo il suo lavoro di insegnante e divenendo Direttore Didattico con lo spirito risorgimentale che ricorda De Amicis nel suo libro “Cuore”.

Mons. Romano, nel suo “La Madrice di Misilmeri”, a pag. 242, riporta la notizia che il Cav. Prof. Giuseppe Tavolacci, Direttore Didattico della Scuola di Misilmeri, il 30 giugno del 1927, volle commemorare in una sala del Municipio la figura del sac. D. Ferrante Aporti, fondatore degli Asili d’Infanzia in Italia. In tale occasione l’asilo del Collegio di Maria viene intitolato a questo sacerdote.

Sempre Mons. Romano scrive che il 10 novembre 1930 all’inaugurazione solenne dell’anno scolastico, presenti le autorità, gli insegnanti e circa 1400 alunni vestiti da Balilla e Piccole Italiane, guidati dal Regio Direttore Didattico Cav. Tavolacci, hanno assistito alla S. Messa. Fuori la chiesa il Cav. compì la cerimonia civile con un discorso patriottico distribuendo L. 1000 ai migliori alunni.

Nello stesso libro, a pag. 248 è riportato che nel 1931 il Podestà Tavolacci derime una vecchia diatriba riconoscendo il diritto di proprietà della canonica alla Chiesa.

Invece, a pag. 249 è scritto che il Podestà accorda all’Arciprete il pagamento di metà dell’imposta fondiaria della sopradetta canonica a partire dal 1933.

È bene ricordare che, nel nuovo clima politico determinatosi negli anni successivi al ’22, nei comuni si alternarono vari sindaci e commissari prefettizi con scarsi risultati. Pertanto dal 1927 non si sono avute più elezioni democratiche e così il Nuovo Stato avvia il progetto di ingegneria sociale di affidare la guida delle amministrazioni comunali a efficienti e fedeli servitori dello stato idonei al ruolo con titoli di studio, possibilmente ex combattenti, lontani dalle passate lotte politiche, con una età adatta in grado di ricoprire l’incarico senza compenso.

A tale uopo nel 1931, il Prefetto di Palermo, Umberto Albini, avvia una indagine sullo stato delle amministrazioni comunali della provincia mirato alla nomina dei “Podestà” affidando l’incarico di redigere appositi rapporti informativi sui “nominabili” all’Arma dei Carabinieri Reali.

Infatti, nel suddetto libro di Mons. Romano è riportato che il 29 marzo 1932 il Direttore Didattico Cav. Giuseppe Tavolacci è nominato Commissario Prefettizio e il 28 giugno viene eletto a Podestà di Misilmeri.

Mio padre Francesco Lo Dico mi riferì un aneddoto: Durante la reggenza Tavolacci, su impulso del Regime, a Misilmeri erano stati portati a termine lavori per il miglioramento delle condizioni sanitarie e di vivibilità del paese tra cui l’impianto fognario (fino a poco tempo prima si procedeva allo svuotamento dei vasi da notte sulla strada. N.d.r.), il risanamento del “vallonaccio” dalle falde del castello alla odierna Piazza S.Teresa, con la sua copertura facendolo diventare strada “u lisciu” (intestata al condottiero Nicolò Piccinino) etc. ma una lettera anonima denigratoria giunta al Duce accusava il nostro Podestà di essere antifascista e corrotto. Chiamato a Roma dallo stesso Cav. Mussolini arriva al Suo cospetto che subito, riconoscendo in Tavolacci il suo Ufficiale durante la guerra, gli si mette deferentemente sugli attenti. Chiarito l’equivoco il Podestà ritorna a Misilmeri e prima che arrivasse in paese le Forze dell’Ordine procedettero all’arresto dei maldicenti.

Un altro aneddoto racconta come nel dopoguerra, si stesse procedendo alla demolizione del “ferrone” a Misilmeri. Detta opera consiste in un muraglione bugnato sostenente il marciapiede cinto da un passamano in ghisa sito sul lato sinistro del corso principale che va da piazza Cosmo Guastella all’intersezione con via P.pe Umberto. Fortunatamente, ancora oggi, continua a fare bella mostra di sé perché salvato dalla ferma opposizione del figlio Giuseppe.

Ritornando alle note di Mons. Romano si evince che il 9 giugno 1934, nel nuovo clima concordatario, il Direttore Didattico Tavolacci invita l’arciprete del tempo a presenziare nella cerimonia di consegna della medaglia d’oro al maestro Ciro Leone di Misilmeri

Infine, nelle stesse note è riportato che nel 1940 è nominato Podestà di Misilmeri Salvatore Aristide Di Pisa che il 2 marzo passa la consegna al Commissario Prefettizio Cav. Tavolacci il quale a sua volta lascia il comando al Dott. Giuseppe Bonanno.

Il Cav. Giuseppe Tavolacci conclude la sua missione del dovere “Pensiero e azione” il 5 agosto 1944 vedendo la Patria perire. Viene sepolto a Mezzojuso dove riposa il sonno dei patrioti avendo offerto la sua vita per la nostra terra.

Il suo nome è inciso nella lapide posta nell’aula consiliare che elenca i Reggitori del Comune di Misilmeri dalla sua fondazione.

Egli è ricordato come una persona valorosa e dabbene a Mezzojuso come a Misilmeri e pertanto sarebbe auspicabile che gli si intestasse una via in entrambi i comuni affinché sia indicato ai giovani l’esempio da seguire per diventare ottimi cittadini con il braccio e la mente a servizio del bene comune: la Patria.

La lapide della sua tomba con incisa la croce stilizzata riporta:

QUI GIACE

PROF. CAV. GIUSEPPE TAVOLACCI

fu Giuseppe e Isidora Cuccia

  1. 24.3.1886
  2. 5.8.1944

MEDAGLIA D’ORO E. N. ANIMA NOBILE

GENEROSA BENEFICA OVUNQUE RICORDATE

LE OPERE DI BENE DA LUI PRODIGATE

 

 

FONTI:

Testimonianza di Francesco Lo Dico suo contemporaneo;

Lapide affissa nell’aula consiliare del Comune di Misilmeri;

Ricordi del nipote Luciano Tavolacci;

  1. Romano: La Madrice di Misilmeri. Vol. III;

Matteo Di Figlia: Amministratori in camicia nera – La selezione dei Podestà nella provincia di Palermo;

Un grazie particolare alla sig.ra Piera La Barbera di Mezzojuso.

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