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La processione della Madonna del mese di Maggio, il racconto di una lettrice

Roberta Dioguardi ci racconta le sue emozioni per la storica processione

La processione della Madonna del mese di Maggio, il racconto di una lettrice

Da quando ne ho memoria, ho sempre assistito e partecipato ad una delle manifestazioni più belle che si tengono nel mio paese natìo, Misilmeri: la processione della Madonna del mese di Maggio.

L’evento consiste nel trasporto, lungo le vie del paese, della statua della Madonnina che, come accade nella via crucis, si ferma alle stazioni dove sono “conzati” i toselli, baldacchini di vari tessuti e colori che vengono sospesi con delle resistenti corde tra i due lati opposti della strada, e ascolta le poesie e canzoncine che i piccoli fedeli le dedicano con devozione, emozione ed innocenza. In ogni stazione dove si ferma la Madonna ci sono fervidi preparativi, in occasione della processione: c’è chi pulisce la strada; chi si adopera per preparare i bambini al meglio; chi cuce il tosello; chi “appizza” le bandierine che, grazie all’azione del vento, fanno un rumore che ricorda quasi la pioggia battente che cade… Tutti collaborano per la buona riuscita dell’evento.

Nel quartiere si respira aria di festa, clima di gioia… Sembra quasi di essere immersi in una dimensione leopardiana, in cui si attende il dì di festa. Ed ecco che arriva il giorno tanto atteso: normalmente, l’ultima domenica del mese di Maggio. Ogni fedele si sveglia con la gioia nel cuore e comincia la sua giornata di preghiera dedicata alla nostra madre celeste. Per l’occasione, si invitano le persone più care a condividere i piaceri della tavola e ci si prepara spiritualmente al miracolo che, tra poche ore, avverrà.

Esattamente alle ore 18:00 dalla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, i varanti portano fuori il fercolo della Madonnina, la quale si dice abbia il peso complessivo di circa 1000 kg e comincia la festa: i fratelli della congregazione della Madonna del mese di Maggio intonano canti di lode nei confronti di Maria; si sparano i botti e si comincia la lunga traversata negli snodi del paese dell’Emiro. Tosello dopo tosello, la gente attende l’arrivo “rà Marunnuzza” per chiedere un miracolo, o una grazia, o semplicemente per pregare.

I balconi delle case, normalmente addobbati con coperte ricamate, sono ricolmi di gente la quale osserva l’andamento della processione. Prima arrivano i “tamburinari” che annunciano, con il loro battere e levare sui rullanti, l’imminente arrivo dei fedeli. Adesso, è la volta delle congregazioni invitate a partecipare all’evento: le Carmelitane, il SS Sacramento, “U crucifisso”, San Giuseppe, “U Trentatrì”, “Arme Sante”, San Vincenzo. L’ultima congregazione è quella della Madonna del mese di Maggio, che cammina davanti la vara, quasi come a voler proteggere “à ‘Mmaculata” da chi tenta di insultarla, ingiustamente. Da lontano, si comincia ad intravedere la figura fiera, alta, imponente e, al contempo, umile della bella “Marunnuzza” che mostra a tutti il suo cuore puro. Posizionatasi sotto il tosello, ascolta non soltanto le poesie dei cuccioli d’uomo, ma anche le richieste di chi, silenziosamente, ha bisogno della sua presenza e che sente un tuffo al cuore provocando una sensazione di speranza e serenità. Chi assiste alla visita della Madonna, non può far a meno di notare: la sua meravigliosa veste bianca e il suo incantevole manto, richiamante il colore del cielo; il cordino dorato che le cinge la vita; i suoi stupendi capelli castani sovrastati da uno stellario d’argento e gli orecchini, che la rendono ancora più bella e femminile.

Passata per tutte le viuzze Misilmeri, è ora che Maria torni a casa a riposare. Sono le ore 23:30 circa e, prima di porre fine alla meravigliosa giornata, si saluta e si ringrazia la mamma celeste con giochi pirotecnici, che rendono il cielo colorato e gioioso. A questo punto, la Madonnina rientra in chiesa dove potrà trascorrere notti serene, perché felice del grande Amore, abbondantemente ricambiato, che prova nei confronti dei suoi figli. Il giorno dopo la processione, ci si sveglia con un senso di gioia che non ha eguali, con la certezza che nessuno potrà mai allontanare un figlio dalla propria madre.

Inviato da Roberta Dioguardi

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