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Omicidio Milazzo, restano in carcere Merendino e Correnti

L’articolo pubblicato sul gds: ” Sto andando in campagna, vuoi compagnia?”, ”Amunì…”

Omicidio Milazzo, restano in carcere Merendino e Correnti

 Sono accusati di aver ucciso, e brutalizzato, un giovane di Misilmeri trovato carbonizzato nel giugno 2013 con le mani mozzate.  E per loro due, ieri, il Tribunale del riesame ha confermato l’ordine di carcerazione. Pasquale Merendino e Giuseppe Correnti restano in cella per l’omicidio di Massimiliano Milazzo, il ragazzo che ha pagato con la vita la sua condotta «immorale»: spacciava droga e commetteva furti senza lo <> dei due esponenti di quello che l'accusa definisce «un gruppo mafioso>>. Dopo le indagini del sostituto Sergio De montis, e l'ordine di custodia cautelare emesso dal gip Lorenzo Matassa, arriva un altro provvedimento a carico di Merendino e Correnti. Non è ancora nota la motivazione, ma il Tribunale del Riesame ha messo un altro punto fermo sul delitto di Misilmeri.

Merendino, titolare di un panificio, e il presunto complice Correnti, secondo l'accusa hanno "agito con altri soggetti in corso di identificazione>". E con una ferocia che, al termine dell’indagine dei carabinieri, ha aperto le porte del carcere. Le ultime immagini della vittima sono quelle registrate da alcune telecamere di sicurezza piazzate a Misilmeri: Milazzo viene visto mentre insieme a Merendino e a Correnti lascia il bar «283» la sera del 26 giugno 2013 e sale in auto con l due presunti assassini, che tornano in paese un’ora dopo senza di lui.

Dopo aver raccolto numerose testimonianze, e aver incrociato gli elementi dell'indagine – tra cui le immagini delle telecamere di via Roma, dove c'è il bar – anche Merendino è stato sentito a verbale. E non potendo smentire le registrazioni video, dichiarò; "Diciamo, quella sera che noi siamo stati al bar, che cl avete visto parlare, lui stava scendendo dalla strada così a piedi e mi vede, dice dove stai andando? Gli ho detto sto andando in campagna, dice vuoi fatta compagnia? Gli faccio amunì". Una ricostruzione dei dialoghi con Milazzo, che Merendino ripercorre con altri particolari: "Arriviamo in campagna, e gli faccio: ‘’Ma che devi andare a fare a Bolognetta?’’. Dice (sempre Milazzo, ndr): "Ho dieci grammi di cocaina che li devo dare a uno di là’’  Però appena lui mi ha detto così io mi sono proprio spaventato, gli ho detto se tu ti permetti a salire nella macchina con dieci grammi di cocaina a rischio di fermarci i carabinieri mi consumi"

Una versione che, secondo i carabinieri e il pm Demontis, non regge. Anche perché, dopo aver visionato i filmati della telecamera di via Roma, vengono fuori altri indizi contro Merendino e Correnti: il nipote di Merendino, Francesco, avrebbe anticipato rivolgendosi a distanza, e a gesti, a tre suoi conoscenti, che il destino di Milazzo era segnato. Ha scritto il gip Matassa nell'ordinanza di custodia in carcere: "Appare chiaro che l'omicidio di Massimiliano Milazzo sia maturato nel quartiere San Giuseppe di Misilmeri (rione in cui viveva), in un contesto socio-culturale in cui le persone vedevano l'antistato come un punto di riferimento per la risoluzione dei loro problemi. Tant'è che molti, non esitavano a rivolgersi alla famiglia Merendino e riferirgli fatti e circostanze inerenti l'andamento nel quartiere interessandola per risolvere alcune questioni nelle vicende personali"

Articolo tratto dal Giornale di Sicilia 

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1 Commento

  1. enrico

    prima di generalizzare e offendere un intero quartiere dove vive molta brava gente, vi consiglio di sciaquarvi la bocca, vi ricordo che il problema socio-culturale nasce da una mancanza dello stato, stato che se ne fotte.

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