Banner Top POST

Operazione Jafar 2, il tribunale del riesame scarcera Ginelli

“Non esistono gravi indizi di colpevolezza”. Difeso dall’Avv. Vito Di Pisa

Operazione Jafar 2, il tribunale del riesame scarcera Ginelli

Il Tribunale del “Riesame” di Palermo con ordinanza del 28/12/2015, le cui motivazioni sono state depositate qualche giorno fa, in accoglimento della richiesta del riesame dell’ ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, avanzata dalla difesa del Ginelli, l’ Avv. Vito Di Pisa, ha annullato  l’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, in quanto, secondo lo stesso Tribunale del Riesame non esisterebbero i gravi indizi di colpevolezza previsti dall’ art. 273 c.p.p., relativamente al reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Viene pertanto accolta la tesi della difesa, sostenuta dall’ Avv. Vito Di Pisa, secondo cui il Ginelli, nonostante le intercettazioni telefoniche e ambientali a suo carico, non poteva considerarsi un associato o comunque soggetto avente ruolo di “intraneus” all’ associazione. Nel caso di specie l’ attività investigativa riguardo al Ginelli e pertanto i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti, si fondavano su alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali, peraltro captate in un arco temporale non attuale e ristretto. Questo dato temporale ristretto assieme alla esiguità delle intercettazioni captate dimostra, tenuto conto anche del contenuto delle intercettazioni stesse, come il Ginelli non ha intrattenuto, contrariamente a quanto sostenuto dal Gip nella relativa ordinanza, stabilmente contatti di tipo associativo con soggetti facenti parte dell’ associazione, circostanza incompatibile pertanto con  il reato associativo di stampo mafioso che presuppone, per l’ appunto, un rapporto stabile e continuativo.

Il Ginelli si trovava in carcere dal 03/12/2015 giorno in cui  i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo davano esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, minacce aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose, nonché spaccio di sostanze stupefacenti e spendita di banconote contraffatte. Sette le persone in manette nella seconda tranche del blitz “Jafar”: Francesco Ciaramitaro, Giosuè Cucca e Alessandro Ginelli sono accusati di associazione ma avrebbero organizzato i summit fra gli affiliati, programmato ed eseguito le estorsioni, con tanto di intimidazioni e ritorsioni nei casi in cui le richieste non andavano a buon fine.  Di estorsione aggravata sono accusati anche Rosario La Barbera e Alessandro Ravesi. A Gaetano Pravatà, invece, vengono contestati i reati legati allo spaccio di droga e allo smercio di soldi falsi. Pietro Formoso, avrebbe invece violato l’obbligo.

Il Ginelli nel corso dell’ interrogatorio di garanzia, svoltosi all’indomani dell’ arresto presso la casa circondariale Pagliarelli, su consiglio della difesa, si era avvalso della facoltà di non rispondere, in attesa di comprendere meglio i fatti contestati e di analizzare attentamente le intercettazioni. Nel frattempo era stato avanzata richiesta di Riesame che ha accolto “in toto” le richieste dell’ avvocato difensore. Il procedimento seppur a piede libero continua per il Ginelli. Ieri infatti è stata celebrata l’ udienza preliminare nella quale il Ginelli ha scelto di definire il procedimento nelle forme del rito abbreviato che prevede la decisione da parte del G.U.P., allo stato degli atti, cioè sulla base delle attività d’ indagine compiute.

Mi Piace(2)Non Mi Piace(3)

1 Commento

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Bonanno assicurazioni
Bonanno assicurazioni

Articoli Consigliati