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Un libro dedicato a Francesco Cupani

Scritto da Pietro Proietto, disponibile anche su Amazon

Un libro dedicato a Francesco Cupani

Il misilmerese Pietro Proietto protagonista di una fatica letteraria dedicata a Francesco Cupani, un misilmerese che rivoluzionò l'impostazione classica della botanica e delle scienze natuali in genere.

IL LIBRO

“Francesco Cupani Naturalista Contemporaneo”. Il titolo si riferisce ai  percorsi e ripercorsi storici legati al maestro dei semplici e al suo paradiso terrestre”, a cura e con introduzione di Proietto Pietro.  Copertina flessibile , 112 pagine, con 28 foto in bianco e nero, € 13,28, acquistabile  su Amazon.it o direttamente dal link:http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&field-author=Pietro%20Proietto&search-alias=stripbooks

L’AUTORE

Pietro Proietto nasce a Palermo nel 1974, si laurea in Scienze Naturali nel 2006, presso l'Universita degli Studi di Palermo, discutendo una tesi di laurea dal titolo: "Prevenzione e Pianificazione degli Incendi nella Regione Biogeografica Mediterranea". La sua attenzione è rivolta prevalentemente all'ambiente nei suoi aspetti estetici e naturalistici ed all’antincendio. Ricopre la carica di presidente all’interno dell’Associazione Universo. Ha prestato servizio come Vigile del Fuoco disc. Sposato con Luana e papà di Giuseppe, Manfredi e Aurora.

I CONTENUTI

Il libro Tratta aneddoti di storia legati a fatti e personaggi, che hanno reso grande il nome del territorio incui vivo e ricordare l’effetto che questi hanno prodotto nell’animo delle comunità che si sono avvicendate nella storia è una cosa che sin dall’inizio mi ha divertito ed affascinato. Ripercorrere le tappe degli uomini che dal ’600 al ’700 hanno scritto la storia scientifica, palermitana e non solo è una cosa che inorgoglisce ancora di più le nostre origini.

In pochi conoscono le gesta di chi ha reso famoso il nome di Misilmeri fuori da un normale contesto storico;il nome di questo paese, infatti, più che raccontato nei libri di storia viene fuori nei testiaccademici di storia naturale o magari nei libri di scienze, è questo dovuto, soprattutto, al fatto di aver ospitato Francesco Cupani, l’uomo che rivoluzionò l’impostazione classica della botanica e delle scienze naturali in generale.

Studiare attraverso lo sviluppo cronologico e logico le tappe che hanno reso grande il botanicomirtese è per me motivo di grossa soddisfazione; soprattutto, dopo aver scoperto che, al museo di storia naturaledi Londra, come  anche in molti altri dipartimenti di scienze naturali di famoseuniversità europee ed americane, si parla di Misilmeri non certo per quello che gli arabi ci hanno lasciato, anche se rimangono testimonianze storiche essenziali per capire l’identità del paese e della sua provenienza da sempre inserite tra gli elementi, Misilmeri un vero e proprio Orto botanico nel quale introdusse e coltivò sia piante esotiche che specie spontanee della flora siciliana.

Tra le sue opere più famose, realizzate durante la sua permanenza alla direzione dell’Orto Cattolico ricordiamo l'HortusCatholicus, pubblicato nel 1696, in cui descrive le piante presenti all’interno dell'Orto Botanico di Misilmeri, classificandole in base al sistema tassonomico della nomenclatura binomiale ed anticipando così l’innovazione che si diffonderà solo molti anni dopo grazie a Linneo. La conservazione e il mantenimento di quelle meravigliose piante che erano presenti all’interno dell’Orto Botanico di Misilmeri, era una prerogativa che si era prefissato il Cupani già durante il periodo in cui era alla direzione dello stesso, ed affinché si realizzasse una testimonianza storica delle piante nel sopraccitato Orto di Misilmeri il Cupani, ebbe l'esigenza di conservare le piante raccolte sotto forma di campioni disponibili e osservabili in qualsiasi momento nel suo erbario l’HortusSicci.

Questo fu lo spunto per costituire una raccolta di molte specie di piante, spontanee ed esotichee conservarle in forma di campioni essiccati in volumi definiti dallo stesso Cupani come HortusSiccus.L’altra opera, fondamentale del botanico mirtese fu il PanphytonSiculum, del 1713, progetto ambizioso che doveva rientrare in una sorte di enciclopedia della storia naturale della Sicilia; contenendo non solo la descrizione e l’iconografia di tutte le piante spontanee e coltivate di Sicilia ma doveva porre anche le basi per una conoscenza dettagliata della flora spontanea della Sicilia e delle isole satelliti adiacenti, estendendo la catalogazione anche ad altri regni della natura e della biodiversità, solamente in parte conosciuta in quel tempo.La tutela della biodiversità da quanto sinteticamente riassunto non è una necessità nostalgica, ma una necessità reale, quindi, ho preso molto in considerazione le specie di aree agricole marginali, in cui il patrimonio genetico locale può essere valorizzato ancora oggi dagli agricoltori del luogo, puntando soprattutto sulla tipicità delle produzioni ottenute.Il nostro territorio, intriso di tradizioni che le numerose dominazioni hanno impresso, rappresenta un vasto patrimonio che via via nei secoli si è arricchito di metodiche produttive e di tecniche agronomiche, artigianali sempre più perfezionate ed adattate alla realtà cerealicola, agrumicola, viticola, zootecnica, della nostra economia agraria tradizionale.

La situazione della frutticoltura palermitana appare oggi notevolmente mutata; alcune specie sono presenti con pochissime varietà a causa della loro progressiva esclusione dalle aree più fertili della Conca, o addirittura spariti.La gran diversità del germoplasma frutticolo siciliano è andata oggi pian piano scomparendo per far posto a nuove colture e a nuove varietà più o meno transgeniche richieste da un nuovo mercato sempre più globalizzato e da nuovi consumatori. Rincuoriamoci pensando che le uniche testimonianze di alcuni frutti, piante o semi estinti, sono legate agli orto botanici esistenti ed ai dati di carattere bibliografico che valorosi naturalisti ci hanno lasciato oltre, alle numerose denominazioni dialettali sino ad oggi rinvenibili.

 

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4 Commenti

    1. Mirko Caracciolo

      ..... l'invidia è una brutta bestia. Ogni tanto che qualcuno fa qualcosa di buono pronti subito a criticare.... sarà che l'unica cosa che gli riesce bene è proprio questo criticare! Bravo Piero, 10 e lode!!

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  1. p52

    Francesco Cupani, non era originario di Misilmeri, ma da Mirto (ME) il quale poi intorno al 1692 fonda nel nostro paese L'orto botanico, dove oggi si possono osservare i suoi famosi resti (Solo la targhetta con la scritta vi Orto Botanico). Al Cupani sono dedicate tantissime specie come genista cupanii, plantago cupanii, colchiichum cupanii, ecc..

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  2. Antonino Pizzo

    Bravo Pietro, finalmente sei riusciuto ad esaudire un grande desiderio. Mi congratulo. Acquisterò il libro e mi onorerai di una dedica. Auguri.

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