La loro vicenda non era passata di certo inosservata, quando nel giugno 2018 il nome di Misilmeri e del Comune di Misilmeri nello specifico, rimbalzò su tutti i giornali e i telegiornali italiani.
L’ennesimo scandalo (o presunto tale), di assenteismo sul luogo di lavoro, in salsa, stavolta misilmerese, che aveva portato il Comune di Misilmeri a emettere poco dopo un provvedimento che licenziava alcuni di loro.
Proprio su quel provvedimento di licenziamento è intervenuto pochi giorni fa il Tribunale di Termini Imerese, dichiarando il provvedimento di licenziamento dei lavoratori Aiena, Calandrino e Venturini eseguito dal Comune di Misilmeri, nullo !
Nel merito il Tribunale ha sottolineato l’illegittimità del provvedimento espulsivo per infondatezza dell’addebito, rimarcando altresì la sproporzione tra le condotte lavorative e i provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale.
Di conseguenza giovedì 19 dicembre, la giunta comunale riunitasi, ha preso atto della decisione del Tribunale di Termini Imerese e ha reintegrato fin da subito i tre lavoratori in servizio, che alla data di ieri , 20 dicembre, hanno ripreso regolarmente servizio presso il Comune di Misilmeri.
DI certo oggi a mente fredda, nei corridoi di piazza Comitato dovranno essere fatte delle valutazioni sui provvedimenti presi allora, alla luce di queste sentenze del giudice del lavoro.
Forse quei provvedimenti furono presi sull’onda emotiva di un opinione pubblica che voleva in pasto i cattivi ?
Chissà, non abbiamo le competenze giuridiche per spingerci troppo in là con i giudizi, di certo questa decisione del Tribunale di Termini porrà delle riflessioni in seno all’amministrazione comunale, alla burocrazia comunale e ai cittadini misilmeresi.
Per completezza di informazione, va precisato, che i tre come gli altri imputati coinvolti in questa vicenda, continuano parallelamente, ad essere sotto processo per i reati a loro contestati.
Non sempre le decisioni dei giudici rispecchiano la verità. Stiamo a vedere come finisce e speriamo che la verità venga a galla nel rispetto di chi onestamente si guadagna lo stipendio