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Giornata della Memoria. Al Circolo Landolina per non dimenticare- Le foto

Le foto delle iniziative del Bonanno e del Landolina

Giornata della Memoria. Al Circolo Landolina  per non dimenticare- Le foto

Oggi 27 Gennaio, la giornata  della memoria, una ricorrenza internazionale celebrata ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati. La data viene celebrata da tutti stati membri dell’ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005.

La scelta del giorno intende poi ricordare il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di O?wi?cim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti: la scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.

Anche la scuola misilmerese si è mobilitata per ricordare questa importante data,di particolare interesse le iniziative svolte nelle scuole elementari G. Bonanno e V. Landolina, entrambe appartenenti al secondo circolo Didattico V. Landolina

Nel plesso sito in Viale Europa le classi quinta D ed E e le quarte C,D ed E hanno messo trasformato la palestra dell’istituto in un teatro, dove tramite letture, brani recitati, danze e musiche, hanno voluto custodire la memoria. “Conoscere è necessario” recitava uno dei più grandi striscioni presenti. Le insegnati ci hanno spiegato che è stato fatto con i ragazzi un lavoro meticoloso partendo dal periodo storico, dove nulla è stato lasciato a casa con la cura di ogni dettaglio.

Il messaggio lanciato dal Bonanno è di pace e speranza, valori che devo essere al di sopra di tutto.

Altrettanto articolato e questa volta itinerante il progetto messo in scena dall’istituto V. Landolina.

“I ragazzi -ci spiega l’insegnate Vita Schimmentihanno lavorato molto su questa tematica, con la visione guidata di filmati, con la consapevolezza che quanto accaduto non debba più succedere. E’ sicuramente una tematica cruda– continua la Schimmenti- ma nonostante ciò i bambini hanno anche scritto delle poesie e messo in scena i propri pensieri su questa immane tragedia.”

Le classi quarte e quinte del plesso hanno messo in scena un percorso molto ben strutturato. All’iniziativa era presente anche l’artista Misilmerese Giusto Sucato che ha mostrato un proprio catalogo sulla shoah.

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1 Commento

  1. paperino

    Innanzitutto genocidio etimologicamente significa “genus” (stirpe) e “caedes” (uccisione), ossia «piano prestabilito col fine di uccidere in parte o in toto un popolo, per motivi nazionali, etnici o religiosi». Nella storia vi sono innumerevoli genocidi; quasi ogni guerra ha comportato un genocidio o una “pulizia etnica” da parte dei vincitori nei confronti degli sconfitti. Per esempio, cinque milioni di Amerindiani o Indiani d’America furono sterminati in quanto Amerindi (“American Indian”) dai coloni inglesi e olandesi che occuparono il nord America nel XVII-XVIII secolo. Un milione e mezzo di Armeni, tra il 1894 e il 1918, furono massacrati in quanto Armeni e cristiani dagli Ottomani turchi e musulmani. Gli Italiani furono massacrati e gettati vivi nelle foibe in Istria, tra il 1945-46, dai “titini” slavi a migliaia solo perché Italiani. Il decennio che iniziò col 1990 vide la “pulizia etnica” di centinaia di migliaia tra Serbi, Bosniaci, Kossovari, Croati. In Iraq dopo il 2003 i Curdi, i Sunniti e gli Sciiti si stanno “ripulendo etnicamente e religiosamente” vicendevolmente. Se si pensa all’Africa, cosa dire del Ruanda, degli Usu e Tutzi, i quali si sono massacrati reciprocamente - arrivando attorno alla cifra di 2 milioni di vittime - sino a qualche anno fa? Eppure non è “politicamente corretto” parlare di genocidio per costoro. Sembra che vi sia stato un solo genocidio, anzi “IL” genocidio del popolo ebraico nel 1942-45. Chi lo mette in dubbio così come è presentato dalla propaganda dei vincitori, o cerca di stabilire cifre, studiare la questione, in alcuni Paesi va in galera. Ora perché non lasciare agli storici e agli scienziati la possibilità e libertà di ricercare da vicino i luoghi, i documenti.....Altrimenti anche i Palestinesi potrebbero invocare un “reato di negazionismo” del genocidio che hanno sofferto nel 1948 e continuano a soffrire ancora oggi a Gaza (una striscia desertica, che racchiude – come un campo di concentramento – un milione e mezzo di persone, bombardate sistematicamente! vediamo di non dimenticare neanche queste cose!

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