C’era una volta una scuola in provincia, la secondaria di primo grado “Cosmo Guastella” di Misilmeri, non lontano da Palermo. Un paese di 1100 alunni, 16 corsi, 4 plessi. Un elefante, dalla memoria lunga ma dal passo corto, longevo ma incline a tollerare un cambiamento, più che a comprenderlo e a discuterlo, a mugugnare una lamentela più che a discutere una soluzione.
Il 13 novembre, in un’assemblea sindacale “a scuole italiane unificate” in rete con moltissimi istituti d’Italia, ci siamo dimessi da tutti gli incarichi “extra”: commissioni, funzioni strumentali al Piano per l’Offerta formativa, attività di coordinamento e referenza. In pratica, ci atterremo strettamente al contratto nazionale. Non eravamo tenuti a farlo, non sappiamo ancora bene come dovremo mettere in atto il provvedimento nel quotidiano, ma l’abbiamo fatto. Con la testa alta e la coscienza vigile, informati e consapevoli, quasi tutti d’accordo, abbiamo deciso e verbalizzato di rimettere gli incarichi assunti all’inizio dell’anno, per aderire ad un movimento nazionale spontaneo e capillare che nasce dalla proposta dell’aumento delle ore di lezione frontale in classe da 18 a 24 settimanali, ma si estende alla ridiscussione del valore sociale, culturale ed economico di tutti noi che lavoriamo nella scuola pubblica.
L’approccio che i governi hanno avuto nei confronti degli insegnanti da oltre 10 anni fino ad ora è stato quello di chi vuole portare avanti uno smantellamento, lento ma costante. Da un lato ci hanno distratto con Lavagne Interattive, Fondi Europei per progetti pomeridiani e scambi culturali, ed ora con l’ultima kermesse del concorso, e poi riducono i Fondi che il Ministero ogni anno deve erogare alle scuole perché esse siano aperte e funzionino; riducono le sovvenzioni ai Comuni, che a loro volta non possono occuparsi della manutenzione delle strutture scolastiche; bloccano gli stipendi che, già troppo bassi, non si adeguano al costo della vita. Falciano i precari, impedendogli di raggiungere la stabilità economica e professionale, come se fossero parassiti della scuola, anziché risorse preziosissime.
Tutto questo continuo impoverimento delle risorse di sistema a fronte di un aumento rapido, ampio e profondo della qualità professionale dell’insegnante italiano: competente nel settore specialistico, plurititolato, costantemente aggiornato. Aggiungo che chi come me lavora nel segmento della scuola dell’obbligo deve mettere in campo, oltre a tutte le attrezzature tecniche professionali, anche risorse psicologiche e morali, per gestire ed includere le diversità e lo svantaggio, individuare e coltivare le eccellenze.
Non vale dire che ci sono gli assenteisti, quelli che lavorano il meno possibile, e simili banalità: in ogni settore professionale ci sono “buoni” e “cattivi”, ma la qualità dell’istruzione in Italia è fatta dai primi, che sono comunque quelli visibili; gli altri… si imboschino pure.
La “Guastella” è piena di insegnanti maturi ed esperti; magari qualcuno ha qualche difficoltà a gestire un di file Excel, qualcun altro non mastica l’inglese come dovrebbe, ma sicuramente siamo tutti impegnati a migliorarci, a soffrire nelle classi con i nostri ragazzi perché essi diventino cittadini. Oggi abbiamo dimostrato che un collegio docenti composto da tante personalità ognuna diversa dall’altra, riesce a superare il proprio particolare e un’inveterata abitudine all’autonomismo professionale e riesce a dimostrare ciò che fondamentalmente è: gente di scuola.
Nonostante tutte le sciocchezze che vorrebbero far passare per verità modernistiche, la scuola è essenziale. A scuola si cresce, si diventa, si capisce e si esiste. Ma tutto questo dipende da noi, dai pochi adulti in edifici popolati essenzialmente da ragazzi e ragazze. Questo è possibile solo se noi insegnanti riusciamo a concentrarci sui veri obiettivi, cioè sui ragazzi e sulle ragazze che aspettano solo che noi insegnanti, sereni e lucidi, appassionati e motivati, li aiutiamo a crescere.
Lasciateci lavorare.
Tratto da Sicilia Domani


Solidarizzo con la classe docente, bistrattata ed offesa da provvedimenti ridicoli e dannosi che oltre a destabilizzare la scuola italiana, mettono a serio rischio la formazione dei ragazzi cioè della classe dirigente di domani
peccato che un articolo cosi' bello e cosi' veritiero abbia cosi' pochi commenti!grazie a voi Professori!!!!!!!
troppo spesso il ruolo degli insegnanti e' stato mortificato...considerandolo quasi un ruolo secondario!
l'insegnamento...la cultura...dovrebbero essere invece al primo posto nelle priorita' di ogni governo e invece stipendi da fame fanno si che chi svolge il ruolo di insegnante si senta sempre piu' offeso e demotivato!
non e' pensabile in nessun paese al mondo che un insegnante debba guadagnare meno di qualunque impiegato assunto con la licenza elementare!
questo e' il paese in cui il porta borse di un deputato guadagna piu' del doppio di un professore con tanto di laurea e competenze!
che schifo......mi associo alla protesta dei prof. perche' senza cultura non andiamo da nessuna parte.
riguardo i precari della scuola...e' davvero ridicolo che non si riesca a trovare una solizione..non si possono tenere nel limbo decine di migliaia di famiglie senza garantirgli un futuro!
a tutti i politici di questo paese italia auguro *****************************************
Essendo una collega condivido in pieno le argomentazioni scritte nell'articolo e preciso che nonostante tutto mai sono stata così orgogliosa come in questo momento di far parte della categoria DOCENTI. Finalmente abbiamo alzato la testa dopo anni di mortificazioni e di umiliazioni, abbiamo fatto sentire con veemenza la nostra voce, facendo in qualche modo retrocedere ( almeno per il momento) i nostri politici dalle decisioni prese, senza mai interpellare chi nella scuola vive e passa la propria vita......