
Gaspare Vitrano non ci sta a passare per il deputato tangentista. Per il politico che vessa gli imprenditori, li costringe a pagare per farli sedere al tavolo della spartizione dei sub appalti. Codice penale alla mano si tratta di concussione e corruzione. L’ex onorevole del Pd prova a smontare le accuse di Piergiorgio Ingrassia bollando come “follia” la ricostruzione dell’ingegnere. Consegna la sua verità ai magistrati nelle 113 pagine di un verbale datato 22 marzo.
Ed è una verità che fa a pugni con le dichiarazioni dell’altro politico di cui si fa il nome nell’inchiesta, il deputato regionale dell’Api, Mario Bonomo. Nel corso dell’interrogatorio Vitrano ribadisce di essere suo socio assieme a Ingrassia. Bonomo, invece, sceglie La Repubblica per spiegare che la sua idea di mettersi in affari nel fotovoltaico è rimasta tale: altro che tangenti intascate, le società occulte non esistono. Lui si fece da parte e Vitrano portò avanti il progetto con altri imprenditori. Che, ad onor di cronaca, sono Luca e Marco Sammatrice, nipoti di Bonomo. Ingrassia, Bonomo e Vitrano, dunque, danno tre versioni diverse in una sorta guerra di tutti contro tutti. Bonomo attende una probabile convocazione dei pm, mentre Vitrano (definito da Bonomo “la persona più buona e onesta che abbia mai conosciuto”), il 22 marzo ha ribadito l’esistenza di una società a tre. Contro di lui gioca, però, il fatto di non avere pezze d’appoggio, anche se l’ex deputato del Pd, oggi sospeso, non si sottrae ad alcuna domanda dei pm Maurizio Agnello e Sergio Demontis. I suoi avvocati, Vincenzo Lo Re e Francesco Riggio, hanno raccolto una montagna di carte. Il frutto delle indagini difensive è stato consegnato ai giudici del Riesame che hanno concesso gli arresti domiciliari a Gaspare Vitrano.
Il racconto di Vitrano parte dal 2008:
“All’inizio di questa legislatura mi trovai a parlare con l’onorevole Mario Bonomo che fa l’imprenditore di energie alternative della possibilità di investire nel settore e io gli presentai l’ingegnere Ingrassia che conosco da parecchi anni”. Il primo passaggio è la costituzione della Enerplus. Altro che società della famiglia Ingrassia, come risulta dalle visure. Vitrano dice di farne parte integrante, al pari di Bonomo, con il 33%, anche se della spartizione non c’è traccia: “Di fatto nella società c’è messo Ingrassia con quattro suoi familiari, ma sostanzialmente i soci siamo io, Bonomo e Ingrassia.. cominciamo la ricerca per individuare dei terreni dove allocare questi impianti e alla fine vennero individuati tre siti possibili:
due nel palermitano e uno nel siracusano Carlentini, Roccamena 1 e Roccamena 2”. Costituita la società, i soci iniziano a muoversi tra autorizzazioni e carte bollate: “Presentiamo i tre progetti con questa società Enerplus. L’iter normalmente è un lavoro che necessita da otto mesi a un anno. Però i tempi, se c’è una crisi di governo, un cambio di assessore o un cambio di direttore, dove si blocca tutto, i tempi si allungano. Due di questi progetti vanno avanti regolarmente, a fatica ma regolarmente, nel senso che i nulla osta andavano arrivando ed io praticamente passavo dall’assessorato, dalla dottoressa Marcianò (in realtà si tratta di Francesca Marcenò, ndr), il dirigente del gruppo all’assessorato all’Energia per avere notizie…”. Nessuna pressione, anche perché, secondo Vitrano, non c’è possibilità alcuna di cambiare l’ordine cronologico delle istanze: “Ci andavano centinaia di persone a chiedere notizie, la Marcianò aveva un tabulato con tutti i progetti con le date di presentazione, e man mano che andavano arrivando i nulla osta secondo l’ordine cronologico che lei aveva, convocava le conferenze di servizio…, il terzo progetto, a Roccamena, viene bloccato”. C’è, dunque, il primo intoppo. Vitrano addossa, senza giri di parole, la colpa all’ex sovrintendente ai Beni Culturali, Adele Mormino:
“La Soprintendenza, nonostante il progetto era tecnicamente perfetto, la dottoressa Mormino per una sua scelta non tecnica, ma ideologica e lei non ne faceva mistero, siccome era contro le energie alternative, lei ha dato parere negativo al progetto… io ci sono andato una volta con l’ingegnere Ingrassia che ha provato a convincerla che tecnicamente non c’erano le condizioni per il diniego, lei era convinta infatti disse: ‘Io lo so che perderò il ricorso, però io sono contro’.. e fu così: lei ha dato parere negativo dopodiché è stato fatto ricorso al Tar e al Cga.. le spese di questo giudizio sono state affrontate dalla società perché già erano stati venduti gli altri due impianti…”.
Vitrano e soci (o almeno tali secondo lui) entrano nella fase operativa: “La nostra prima idea era di realizzare gli impianti però ci siamo resi conto che non c’era la disponibilità delle banche a finanziare impianti al signor nessuno… e si decide di sdoppiare la società e si costituisce Enerplus 2010 per fare in modo che in questa società venisse collocato solo l’impianto che aveva problemi con la Soprintendenza.. e furono vendute le autorizzazioni agli spagnoli (sono i titolari della Ga Solar)… per 450 mila euro a megawatt… 2 milioni e 700 mila euro grosso modo.. nel mentre si vince il ricorso per l’altro impianto che era stato bloccato e viene venduta anche questa società., più di due milioni di euro..”. Poche migliaia di euro di investimento fruttano cifre a 6 zeri: “Viene pagata una parte in Italia, qui a Palermo, e una parte, su suggerimento di un consulente di Milano (di cui Vitrano non ricorda il nome), amico di Ingrassia, viene pagata in Svizzera, a Lugano.. viene pagato con un assegno cipriota e viene depositato da Ingrassia al credito Swiss di Lugano.. un milione e 50 mila euro…”. Vitrano dice di avere sentito, a questo punto, puzza di bruciato: “A metà febbraio io, Ingrassia, Bonomo e il nipote di Bonomo, Marco Sammatrice siamo andati a Lugano.. a me questa vicenda dei soldi all’estero non mi ha convinto anche perché era una regolare vendita con atto notarile secondo me non c’era bisogno di alchimie.., chiediamo di aprire un conto a nome di Sammatrice e uno a nome mio.. per quanto riguarda me non era possibile… perché preferiscono non aprire conti a politici.., torniamo da Lugano, dove abbiamo prelevato 50 mila euro, e ventimila euro li ho presi io, 20 mila Bonomo e 10 mila euro Ingrassia…”.
La prima cosa che il deputato dice di avere fatto è parlare con un suo amico commercialista: “Mi disse: ‘Ma siete pazzi, un’operazione che era normale, su cui sono state pagate le tasse, non c’era motivo’…, chiamai Ingrassia e ci dissi che era opportuno che ci parlava lui con il commercialista.. Ingrassia e Sammatrice avevano prelevato da quel conto il 50% come quota che nella ripartizione andava a Bonomo e per quanto riguardava la mia quota io non mi sono voluto imbarcare in questa cosa della Svizzera..”. Gli accordi prevedevano una serie di prelevamenti periodici da dividere fra i tre, solo che Vitrano all’inizio incassa solo gli spiccioli: “Se non che mi chiesero se io in questa prima fase potevo non prender soldi, perché Bonomo aveva un’attività commerciale ed era in periodo di crisi e Ingrassia stava trattando un immobile da comprare… (si tratta di un appartamento di undici vani in una strada del centro città, pagato più di seicento mila euro con atto del 28 luglio 2010, ndr) cioè loro si sono presi ognuno la sua parte ed io in 3, 4, 5 volte che Ingrassia mi ha dato soldi, credo di avere prelevato da 70 a 90 mila euro”. Il giocattolo del fotovoltaico funziona. I soci ci hanno preso gusto e decidono di espandersi: “Contemporaneamente presentiamo un altro progetto, un’altra società che si chiama Green e li ci sono 5 soci, due fanno riferimento a me e due a Bonomo.. e poi successivamente è stata fatta pure Nrg… era stata avviata con lo stesso acquirente di Enerplus una trattativa di vendita a metà febbraio quando noi siamo andati a Lugano.. all’aeroporto di Milano Ingrassia ha incontrato il rappresentante di questo fondo di investimento straniero che è quello che finanziava l’acquisto dei progetti… nel mentre arriva il decreto nazionale che riordina il contributo e questi chiaramente fermano l’acquisto… abbiamo fatto altre due società sempre 33, 33 e 33, sempre con prestanome in uno c’è Filippo Landolina, un mio collaboratore, assunto all’Ars… nell’ultima non ho messo nessuno”.
Da qui in poi i pm entrano nel vivo dell’accusa, sino ad arrivare alla busta con 10 mila euro che gli agenti della sezione reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile gli hanno trovato addosso il giorno dell’arresto:
“Nel momento in cui vendiamo la società, la spagnola la vende ad un’altra, la Generalcontract, che nomina Ingrassia direttore dei lavori e gli danno il compito di individuare le imprese per realizzare i lavori.., per quanto riguarda la parte elettrica Ingrassia mi disse: sai ho lavorato con Davide Di Vita (l’ex socio di Giovanni Correro, che ha denunciato Ingrassia e Vitrano, ndr), la parte elettrica gliela faccio fare a lui, fra l’altro mi ha detto che facendolo lui mi riconosce 50 mila euro per i lavori che farà lui, io da direttore dei lavori, so come farglieli recuperare e quindi compensare… Ingrassia continuava a ripetere che dovevamo avere 50 mila euro.. poi Ingrassia mi parlò diverse volte delle difficoltà che aveva avuto per recuperare queste somme… poi un giorno mi disse: ‘Guarda, sto cercando di riprendere la situazione, anche perché appena mi danno questi 50 mila euro, te li prendi tu perché sei quello che nella società praticamente non ha preso sostanzialmente..’ ”. Siamo al giorno dell’arresto. Ingrassia non gli aveva detto che all’appuntamento, fissato sulle scale dell’Asp di via Cusmano, sarebbe stato presente l’imprenditore: “Quando io dico i soldi.., non li conto… tanto lunedì se ne parla io.. non lo riferisco all’imprenditore perché non l’avevo mai visto e non pensavo di vederlo, lo riferisco a Ingrassia perché lunedì dovevamo rivederci per la vicenda del commercialista. Il signore prende la busta, me la dà e il resto lo sapete”.
Fin qui la difesa di Vitrano, seguita dalle domande, incalzanti, dei pm. Perché decide di non comparire nelle società affidandosi a prestanome? ”. Era una motivazione di tipo politico per evitare che si potesse dire in giro che approfittavo, che così non era perché in ogni caso la trafila delle autorizzazioni quella è e quella resta”. Qual è l’interesse di Ingrassia ad avere come soci Vitrano e Bonomo? “Intanto la ricerca dei terreni tanto è vero che, come vede, la stragrande maggioranza sono concentrati nel siracusana.. la stragrande maggioranza dei terreni è vincolato per mille motivi e noi conosciamo il territorio”. Perché decidono di portare i soldi in Svizzera? “L’idea era di prendere questi soldi a 4 e 5 mila euro a settimana, ci avremmo impiegato 40 anni.. lì secondo il suggerimento che era stato dato a Ingrassia.. c’era la possibilità di prendere 500 mila euro tutti assieme e allocarli altrove…”
I pm scoprono le carte. Gli leggono i verbali in cui Ingrassia sostiene di essere rimasto “vittima del sistema instaurato ai miei danni da Vitrano e Bonomo a cui ho versato nell’arco di 12 mesi 800 mila euro’ “È una follia”, sbotta Vitrano che non accetta l’accusa di avere “vessato” l’ingegnere: “Guardi che con Bonomo e Ingrassia facevamo colazione ogni mattina assieme”. Ribatte anche quando gli viene contestato che Ingrassia racconta che “gli onorevoli mi hanno fatto notare che io avevo guadagnato quella plusvalenza soltanto con il loro intervento, che si erano mossi per farmi avere tutte quelle autorizzazioni”. “C’è stato il pagamento di una tangente?”, gli chiedono i pm: “Ma quando mai? Perché vado a Lugano con Ingrassia se non perché siamo soci?”. “Per aprire un conto – ipotizza il pm – e versare le richieste che Ingrassia definisce concussive”. “Scusi – replica Vitrano – perché allora costituisce altre società con due strangolatori che gli hanno tolto il 70%? Vi pare normale che io lascio in mano ad Ingrassia milioni di euro e poi gli vado a fare pressione per 50 mila euro?”. Quando i pm gli chiedono se la sua versione può essere confermata da Bonomo, Vitrano risponde. “Credo di sì”.
Non lo sappiamo ancora, visto che Bonomo, al momento non iscritto nel registro degli indagati, non è stato ancora sentito. Quello che Bonomo potrebbe dire, però, lo intuiamo dalle indagini difensive che hanno fatto i legali di Vitrano. Hanno raccolto la testimonianza di Amleto Trigilo, già vice presidente dell’Associazione piccole imprese di Siracusa, e procacciatore di clienti disposti a investire nel fotovoltaico. Trigilo racconta che Bonomo (che inizialmente ha negato di avere interessi nel fotovoltaico), Ingrassia e Vitrano erano soci. Il deputato dell’Api aveva preferito non comparire, facendosi rappresentare dal nipote Marco Sammatrice. I tre si sarebbero rivolti a Trigilo per trovare acquirenti (il lavoro di Trigilo è regolarmente pagato e certificato. Nulla di illecito). Per sostenere la tesi difensiva che Ingrassia mente quando dice di avere subito delle vessazioni da Bonomo e Vitrano, i legali consegnano le carte di una fitta corrispondenza fra Amleto e l’ingegnere. Nelle e-mail si parla di cifre, percentuali, preliminari di vendita, correzioni da apportare e incontri a Palermo. L’avvocato Vincenzo Lo Re è certo che i fatti gli diano ragione: “Bonomo, Ingrassia e Vitrano erano soci e non è stata pagata alcuna tangente”.
di Riccardo Lo Verso
Trascritto dalla rivista “S”


E' STATA UNA BUFALA, SONO TUTTI INNOCENTI
I miei ringraziamenti a voi di misilmeriblog per aver dedicato del tempo nella trascrizione di questo articolo.
siori e siore dopo pavarotti, carrera e domingo, ecco a voi i nuovi 3 tenori :"VITRANO, INGRASSIA, BONOMO. A quanto ho sentito i 3 parteciperanno al prossimo festival ri cantanti ra questura. Fatemelo dire ava e non censurate per favore. : "A QUALCUNO U CULU CI MISE A FRIERE VISTO CHE HA DECISO DI PARLARE. *******************************************************
CURTIGHIOBLOG
Questa memoria difensiva sembra un "cunto di giufà"
stiano tranquilli i sostenitori dell'on. Vitrano, ancora deve nascere il politico condannato, perchè accusato di prendere tangenti che va ha finire in carcere, anche se viene preso con la mazzetta in tasca, al massimo scappa ad Hammamet col malloppo, ogni Paese ha la classe politica che si merita.
IL SIGNOR VITRANO PUÒ DIRE QUELLO KE VUOLE, LE INDAGINI DELLA POLIZIA SONO IMPECCABILI...
SICILIA LIBERA DALLE CORRUZIONI...
UN GRAZIE ALL'IMPRENDITORE KE HA DENUNCIATO VITRANO
INIZIA IL GIOCO DELLE TRE CARTE
QUESTA VINCE QUESTA PERDE
SICURAMENTE PERDERA' IL PIU' FESSO
CHI E' SECONDO VOI IL PIU' FESSO?
CHI PAGHERA' IL CONTO PER TUTTI?
IO IL MIO PENSIERO L'HO FATTO FORSE CHI NON HA LA SIGLA ON.D'AVANTI.
O FORSE I FESSI SONO PIU' DI UNO?
E SE TRA QUESTI FESSI CI ENTRIAMO PURE NOI CITTADINI?
FORSE SONO ANCORA PIU' CONVINTO CHE I MAGISTRATI DIRANNO MA INSOMMA TUTTO SOMMATO PAGANO I CITTADINI
ANDATE TUTTI LIBERI E PREDICATE LE TRUFFE SE VOLETE ANDARE AVANTI.
ogghio fituso e paredda sfunnata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
@ TUTTI
qualcuno ha tirato le pietre ed ora comincia a ritirare la mano.
COMPAESANI VE LO DICEVO ASPETTIAMO CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO.
E RICORDAMOCI CHE LA GIUSTIZIA NON E' A CORRENTE ALTERNATA CIOE' QUANDO CI CONVIENE DEVE ASSOLVERE E QUANDO NO DEVE CONDANNARE.
LA GIUSTIZZIA E' L'UNICO CAPOSALDO DELLA NOSTRA DEMOCREZIA ANCHE CON LE SUE PECCHE.
LA COSA PIU' ASSURDA E' LA PREPOTENZA DI GASPARE VITRANO.
COME MAI NON SI E' DIMESSO???????????
ERA L'UNICA COSA DA FARE.
MA SICCOME LA POLTRONA GLI FA COMODO NON SI E' DIMESSO.
ASPARINU PI TIA FINIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU.
ARROGANTE E PRESUNTUOSO,
DIMETTITI DA DEPUTATO REGIONALE
W PIERGIORGIO INGRASSIA
Grazie a te si è smascherato un sistema di corruzione...
E ancora chissà quante cose ci sono da scoprire.............
I seguaci girano ancora....ma che fanno?
Bravo Onorevole non ti bastavano quelli che fregavi allo stato e noi ti votiamo.......ma cueeeeeee..............amici amici................
Chiu' tirchi sunno chiossae ni vonno....
meriti la galera.....
CONFERMO ANONIMO, MA VORREI AGGIUNGERE, OLTRE CHE A BUTTARE LA CHIAVE,(MISCHINEDDOOOOOOO, E' TUTTO CASA E CHIESA) I SUOI SEGUACI ******* OLTRE A GIRARE E INCONTRARE PERSONE CHE DICONO?
CHE TRAMANO?
SOTTO SOTTO C'E' PUZZA____________________