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L’incendio di Montagna Grande: L’amara riflessione di una lettrice [foto e video]

L’avvocato Armao presenta un esposto in Procura contro la Regione

Gli incendi scoppiati su tutto il nostro territorio sono stati domati, abbiamo ascoltato tanta rabbia e tanta delusione, da chi ha visto andar distrutti dei luoghi incantevoli del nostro territorio e chi per tante ore ha temuto per la propria incolumità e per quella dei propri cari.
Gli incendi come già chiarito, hanno interessato un’area molto vasta della nostra Sicilia, in particolare delle Province di Palermo e Trapani.
Purtroppo gli incendi non sono una novità, ma l’impotenza o la difficoltà nello spegnerli, ha lasciato  molti perplessi, e desiderosi di sapere, di chi fosse la colpa per quanto successo.
Tanti di Voi si saranno indubbiamente chiesti: Il non aver avviato la normale attività di prevenzione a partire dai primi mesi dell’anno, il non aver attivato per tempo il servizio antincendio con i mezzi aerei, il non aver attivato per tempo il servizio antincendio avviando le squadre di operai all’uopo deputate, non comportano a carico di qualcuno delle precise responsabilità ?
La risposta sembra conoscerla l’ex Assessore Regionale Gaetano Armao, che a nome della sua associazione “Open Gov” presenterà oggi un esposto in Procura nei confronti della Regione Siciliana: “Denunceremo l ritardo con il quale è stata bandita la gara per gli elicotteri per affrontare l’emergenza incendi in Sicilia” – ha dichiarato Armao – “Presenteremo l’esposto nei confronti del Presidente della Regione Crocetta e degli amministratori responsabili per i ritardi connessi alla pubblicazione di un bando a trattativa privata i cui costi sembrano essere il doppio del passato, per l’emergenza creata piuttosto che affrontata per un bando pubblicato il 17 giugno come se gli incendi fossero una novità”. “Le montagne attorno alla città di Palermo bruciano , la Regione guidata da un inetto bandisce la gara degli elicotteri per l’antincendio il 17 di giugno e senza che nessun giornale gridi allo scandalo”.
Tra le tante testimonianze dirette che ci sono pervenute, spicca quella di una nostra lettrice, Silvana Di Girolamo, che oltre ad averci inviato le foto che troverete allegate a questo articolo, ci ha scritto una sua riflessione:
La montagna grande non è più tale, è una montagna ferita e con essa anche gli abitanti di quella che prima era considerata la più bella località di Misilmeri.
La montagna è ferita in quanto aggredita dalla violenza di una furia distruttrice che non trova soltanto giustificazione nelle asperità dei luoghi e dei paesaggi.
Essa trova fondamento e causa nella becera incuria di territori abbandonati, dalle amministrazioni locali in primis, dagli organi a controllo e tutela e dalla regione.
Anche i cittadini hanno le proprie responsabilità, adeguandosi a questa barbarie e regressione culturale e civica, e rendendosi passivi spettatori dell’abbandono totale dei territori, scaricando le responsabilità ed il senso civico del vivere alle opinioni comuni e diffuse del “tanto non possiamo fare nulla” , oppure “tanto non cambierà mai niente”
Gibilrossa è sempre stata per Misilmeri, ma anche per i tanti cittadini palermitani che conoscono il luogo e vi vengono a passeggiare o a villeggiare, il luogo della memoria, dell’aria fresca a due passi dalla città, il luogo della storia.
Oggi, e le foto testimoniano, è il luogo della violenza, della furia che distrugge per scopi diversi, dell’abbandono e del degrado, dell’incurie e della inciviltà.
E’ il luogo all’interno del quale sia durante la notte del 25/06 che nella mattina del 26/06 i suoi residenti hanno combattuto per ore ed ore infinite e angoscianti, contro un muro di fuoco lungo kilometri e kilometri, con lingue alte fino a 4/5 metri, alimentate dalla crescita selvaggia delle piante spontanee e degli arbusti rinsecchiti tipici di questi luoghi.
Un fuoco partito dal fianco villabatese della montagna ed arrivato sino a noi, fino alle nostre case, che ha divorato abeti, pini, ginestre, ulivi e tutto quanto ha trovato nel proprio passaggio; passaggio reso facile ed inarrestabile dalla mancata manutenzione della montagna; nessuna attività preventiva è stata posta in essere quest’anno; nessun operaio stagionale, nessun operaio forestale si è prodigato per creare le linee tagliafuoco che sono vitali in territori come questi.
Non ci sono fondi, ci è stato detto; hanno diminuito le risorse; non c’è personale, e così via.
Le pattuglie della forestale hanno fatto, durante la fatidica notte due sopralluoghi; ma a battere il fuoco e a cercare di respingerlo c’erano gli abitanti delle case di Gibilrossa, uomini e donne di buona volontà e coraggio, giovani ragazzi e anziani, ciascuno con il proprio tubo, con il proprio attacco dell’acqua e con le proprie braccia, le proprie gambe e il proprio coraggio.
Dopo 6 ore di angoscia, finalmente sono arrivati anche i vigili del fuoco, angeli a protezione delle nostre case e delle nostre vite, ai quali va tutto il nostro riconoscimento e la nostra gratitudine per l’aiuto che ci hanno dato e la preparazione che hanno dimostrato sul campo.
Ma noi tutti cittadini ci chiediamo dov’è l’amministrazione locale e dov’è l’amministrazione regionale.
A chi spetta il dovere di attivare le attività di manutenzione, di prevenire le emergenze, di fare in modo che i territori e le risorse siano protette, e con esse la vita dei cittadini?
E’ giusto leggere che gli operai stagionali non saranno avviati prima del 7 luglio? E’ giusto che durante l’anno non siano garantiti gli interventi preventivi che fanno sì che non accada l’irreparabile?
A chi dobbiamo chiedere i danni?
Tutto il fumo che abbiamo respirato, tutti gli ettari di terra e alberi bruciati, tutti i rischi che abbiamo corso in quelle lunghe ore, e volendo scendere ancora più in basso, tutte le centinai di litri di acqua utilizzati per tentare di spegnere quei fuochi……  e così via… a chi dobbiamo chiedere il perchè di quello che è accaduto? Chi ne è il responsabile?
Dove finisce il diritto dovere del cittadino e dove comincia quello dell’amministrazione della cosa pubblica?
Al presidente Crocetta rivolgiamo tutti questi perchè; a lui che in quanto GOVERNATORE dovrebbe appunto amministrare la cosa pubblica e salvaguardare la salute pubblica dei cittadini siciliani.
Mi pare che altre e più impellenti necessità oggi siano sbandierate sui giornali; mi pare che altre siano le priorità mentre la Sicilia sta bruciando.
Quale sviluppo Presidente, quale turismo e quale economia vogliamo se in questa terra non siamo in grado di garantire neanche la manutenzione e la pulizia dei territori?
Misilmeri oggi è ancora più povera; ha perso uno dei luoghi paesaggisticamente più belli del suo territorio.
Noi siamo feriti da quanto accaduto, insieme a quella terra bruciata di cui ancora acre sentiamo l’odore nel naso e nei polmoni.
Non so se serve un appello; non so se serve altro strumento da utilizzare per gridare l’impotenza, la rabbia e la frustrazione che abbiamo provato in queste ore e che ancora proviamo guardandoci intorno.
Ma Gibilrossa è la terra dei Misilmeresi e di quanti, cittadini di altro luogo, l’hanno scelta per viverci, amandola e rispettandola.
Oggi è abbandonata al degrado, all’incuria e alla sporcizia.
Dovremmo avere la forza e il coraggio di riscattarla dalla cattiva amministrazione, anche quella locale che l’abbandona ai topi, alle discariche e all’oblio dei monumenti.
Dovremmo avere la capacità di proteggerla, così come qualsiasi altro territorio, incominciando prima anche da noi stessi. Abbattendo quella cultura e quella mentalità che ci porta a interessarci solo delle nostre cose,  del nostro privato, di ciò che ci appartiene come proprietà e lasciando, ad esempio, che le erbacce crescano al di fuori del nostro cancello, mentre il nostro giardino è curatissimo.
Dovremmo avere anche la capacità di scegliere con oculatezza da chi farci amministrare e pretendere di conoscere tutti i progetti e i programmi che interessano la nostra collettività, per sentirci veramente parte attiva della comunità.
Passeranno anni per riparare a questo disastro.
La natura, per fortuna riesce a rigenerarsi da sola; noi invece no.
La montagna riuscirà a riprendersi dalle sue ferite. Noi cittadini, non so se ce la faremo.

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5 Commenti

  1. Pietro L

    Complimenti sia all'avvocato Armao per la sua iniziativa che a Silvana Di Girolamo. Se fate qualche iniziativa al riguardo, per tutelare il nostro territorio, contate su di me.

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  2. Giovanna Di Girolamo

    Propongo all'Associazione Misilmeri è Viva e all'Associazione Nuova Alba come a tutte le altre associazioni di farsi promotori di un'azione collettiva contro il Presidente della Regione, l'Assessorato Territorio e Ambiente e tutti i livelli amministrativi territoriali coinvolti nella tutela del territorio affinché si possano accertare le responsabilità e tentare di avere giustizia.

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  3. ADELE

    Leggo, direttamente dal profilo di Prof. Gaetano Armao : Disegni di Legge 0; Interrogazioni Parlamentari 0; Interpellanze 0; Mozioni 0; Ordini del giorno 0; cofirmatario di Disegni di Legge 20. SONO MOLTO PERPLESSA. Spero, tuttavia, per la nostra comunità, che l'Esposto venga EFFETTIVAMENTE presentato e non solamente annunciato; per "tentare", come correttamente dice Giovanna, un iter giudiziario che renda giustizia a noi cittadini in perenne emergenza ambientale e di igiene urbana. ASSOCIAZIONI,RACCOGLIETE L'INVITO DI GIOVANNA : FATEVI PROMOTRICI-MOTU PROPRIO- DI AZIONI COLLETTIVE CONTRO CROCETTA . Sono certa che avrete le firme di tutta la collettività.

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  4. guglilmo

    mi dispiace ma gli antichi dicevano"rintra vene ku' vosco tagghia",cosa vuol dire?che sono interessi alti ed fuori dai nostri livelli che ci lascia disarmati allo scempio regolare ad ogni estate ,perche' il fuoco non parte mai da solo......ciao

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