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Il Mistero dell’Obelisco…??

Il Mistero dell’Obelisco…??

In occasione della riscoperta del Cippo Commemorativo restituito alla luce grazie alla lodevole iniziativa del Comitato Nuova Alba, vorrei ripercorrere brevemente la storia di tali opere per ricordarne l’importanza ed il valore storico-artistico che forse non tutti conoscono ed inducendo involontariamente qualche lettore anche sarcasticamente a dubitare di ciò che era stato ritrovato.

Ma facciamo un pò di chiarezza…

Nel quadro delle grandi manifestazioni a carattere nazionale, che si svolsero in tutta l’Italia per celebrare il primo Centenario dell’Unità d’Italia del 1860, non poteva mancare il  Comune di Misilmeri che entrò a pieno titolo tra i siti principali della gloriosa campagna garibaldina in Sicilia del 1860. Da qui nacque la volontà di ricordare l’evento con una serie di conferenze tenute dallo storico Santo Platino su “Misilmeri e i Moti della Fieravecchia”, “Misilmeri e Moti della Gancia” ed infine una terza conferenza tenuta a Piazza Comitato, a ricordo dell’entrata di Garibaldi a Palermo nel 1860. Fu proprio in quella occasione del 27 Maggio 1960 che alla presenza delle autorità venne inaugurato il primo Cippo Commemorativo a forma di prisma triangolare posto al centro della Piazza Comitato di fronte alla Fontana Grande, mentre un secondo Cippo venne posto nella spianata dinanzi al Santuario di Gibilrossa per ricordare la storica data del Campo dei “Picciotti”. Per ragioni a noi sconosciute il Cippo collocato in Piazza Comitato dopo qualche anno venne rimosso e posizionato all’inizio dell’attuale strada intitolata a Nino Bixio e lì abbandonato agli atti di vandalismo e furto delle lastre di marmo che lo rivestivano compresa la lapide commemorativa. Detto ciò ringrazio ancora una volta il Comitato Nuova Alba per aver dato un contributo significativo alla riscoperta dell’opera purtroppo in stato di abbandono, confermando il pieno impegno dato già dall’Assessore Domenico Di Palermo di un pronto restauro.

Inviato da Marco Giammona

 

 

 

 

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30 Commenti

  1. Giovanni Orlando e Luigi D'Angelo

    Cons. Giammona, ti ringraziamo profondamente del contributo e soprattutto per aver fatto luce sull'argomento.
    A parte alcuni commenti denigratori mirati o semplicemente da ignoranti o da anti garibaldini, crediamo che la cosa più importante, come tu stesso, confermi l'impegno dell'Amministrazione, sia restituire ai Misilmeresi, con il dovuto restauro il Cippo Commemorativo. Ci auspichiamo che anche altri siti di maggiore importanza possano essere valorizzati. Misilmeri come dice "Ganesha" ha un patrimonio culturale, storico e artistico che gli atri paesi ci invidiano - Occorre solo un grande impegno politico e collettivo -
    Grazie

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  2. dobermann

    Grazie a tutti quelli che si impegnano per riportare alla luce la nostra storia. Una città senza passato e senza storia è una città inutile e fantasma.

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  3. carmeloloforte

    ma vorrei sapere da voi addetti ai lavori : è meglio spendere i pochi soldi che ci sono nelle casse del nostro comune per restaurare il famigerato obelisco,o cippo commemorativo, oppure spenderli per sistemare un pò di problemini in paese??in attesa di risposta,da misilmerese vi dico che sarebbe meglio sistemare le strade,sarebbe meglio risolvere i problemi dell'acqua,sarebbe meglio UTILIZZARLI PER RIPRENDERE L'ASSISTENZA DOMICILIARE AI DIVERSAMENTE ABILI(cosa tra l'altro importante)però fate voi..

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  4. Limpido

    Chi malo verso chi c'è na stu paise! Facite passare u disio, e vu rico vero. Sapite picciotte visto ca ci vonno picca picciule chi prroblemi ci sunno a ripurtare alla luce un monumento di musulumeri. Anchi picchi stu cosa si trovava a chiazza e quindi di non poco importanza doveva essere.

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  5. ganesha

    Anche se sono appassionato della storia misilmerese,questo evento mi è sfuggito ,anche perchè prima d'ora nessuno ne aveva mai parlato.Quando l'obelisco è stato spostato da piazza comitato in via N.Bixio, io non ero ancora nato.Dal periodo si evince la presenza dei mattoni che risalgono appunto agli anni 60 e non prima,come qualcuno scettico come me aveva sottolineato..... che negli ultimi anni del 1800 non esistevano questi materiali.Che si ripristinino pure questi segni commemorativi, senza dimenticare altre priorità urgenti di cui il nostro paese necessita.Per quanto riguarda il mio commento nell'articolo precedente......vorrei che fosse preso sul serio dalle persone competenti,in modo da rendere vivibile ,accogliente ,sereno e giovane il nostro territorio.

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  6. SICILIA INDIPENDENTE

    MA DI QUALE STORIA STIAMO PARLANDO???

    LA NOSTRA STORIA E QUELLA MILLENARIA SICILIANA CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA storietta di 4 figli di b.... a seguito di un'infame e massone-mafioso come garibaldi elogiandolo fate solo male alla vs. terra.

    STUDIATE!!! DOCUMENTATEVI SUL LAGER DI FENESTRELLE ( PIEMONTE ) DOVE MIGLIAIA DI MERIDIONALI FURONO SCIOLTI NELLA CALCE.

    E IO DOVREI SENTIRE italiano? MA MANCO MORTO !!!

    LA MIA UNICA NAZIONE è LA SICILIA TUTTO IL RESTO è ESTERO!!!

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  7. antonino

    Avete presente la chiesa di Gibilrossa? li nel piazzale ci stà un cippo, obelisco, ciamatelo come volete. Parlo di quel cippo dove nella lastra che raconta la stia c'è disegnato lo smile con la scritta :chiu pilo pi tutti. Stò cippo è recente, costruito si e no una ventina di anni fà magari qualche paio di annetti in più. Prima di esso ci stava un obelisco, preciso identico sputato a quello che ci stà più avanti, solo formato mignon. Che fine ha fatto? Siccome ci stà un grande senso civico, lo han buttato giù con un gippone. Praticamente u pizziaro, u ficiro pezza pezza, u macinaro, e con lui andò via un pezzo di storia Garibaldina. Adesso se qualcuno ha fatto commenti idioti, è normale; Se 30 anni fà alla gente un ci nni futtia na beata miii.......linciana delle opere storiche di Misilmeri, pensate adesso che ci son i figli di quelle genti, un gene che si tramanda.

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  8. Totò

    Misilmeri è piena di beni di carattere storico stupendi. In effetti qualche bene è stato recuperato , ma poi deve essere controllato. L'obelisco di gibilrossa è abbandonato tutto imbrattato insomma uno schifo. E così saranno sempre tutti gli altri monumenti. Svegliamoci e prendiamo coscienza che l'inciviltà a Misilmeri è ormai a livelli irrecuperabili ci vuole controllo , ci vuole il bastone bastone bastone la carota se la sono mangiata tutta !!!

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  9. Giovanni Furnari

    "Il Piave mormorava calmo e placido al paasaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio"....ecco,fra quei fanti oltre ad altre decine di migliaia di meridionali,c'erano due miei bisnonni misilmeresi,di cui uno cadde ferito a morte che cadde ferito a morte,ed un prozio di Catania il quale rimase ucciso nelle sponde di quel fiume. I caduti meridionali su quel fronte,per allargare i confini di quella che ora dovrebbe essere la fantomatica padania,furono decine di migliaia. anche per questo enorme tributo di sangue versato dai nostri avi, non vorrei sentirmi straniero nella splendida Venezia,nella fantastica Firenze o nella meravigliosa Roma. Non escludendo naturalmente nemmeno per un momento,Palermo,Napoli,o Catania....... e poi siamo sicuri che con le classi dirigenti che abbiamo sempre sfornato in Sicila,saremmo stati in grado di crescere e gestire splendidamente un'eveantuale indipendenza? In ogni caso,quando ho fatto il militare ho giurato convintamente fedeltà alla Repubblica Italiana,dove naturalmente è inclusa la nostra bella ed amatissima Sicilia. VIVA L'ITALIA,TUTTA.

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  10. SICILIA INDIPENDENTE

    a giovanni furnari e a tutti i finti siciliani dovreste vergognarvi di sentirvi italiani con tutto quello che ha fatto la min.... della falsa unità.

    dal 1860 siamo andati sempre indietro fino a finire con il c... per terra

    italiani fuori dalla SICILIA

    SICILIA NAZIONE !!!

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  11. SICILIA INDIPENDENTE

    e ve lo dice un misilmerese che per adesso è fuori la NAZIONE SICILIANA cioè sono un nuovo emigrato tutto grazie a quel figlio di.... garibaldi & c. che lodate tanto che da ricco stato che era la NAZIONE SICILIANA SOTTO I BORBONI a povera e opulenta colonia italiana.

    RAVVEDETEVI !!!!

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  12. dobermann

    durante i borboni non si stava meglio di adesso. il popolo era pure oppresso da soverchierie dei ricconi e potenti nobili che avevano feudi a mai finire e che sfruttavano la povera gente. E non solo, i cosiddetti "nobili" erano anche dei grandi ladri e imbroglioni ed evasori delle tasse.
    Più o meno come adesso. Non cambia niente. Il popolo sarà sempre un popolo che arranca e chi se la passa bene spadroneggerà come sempre.

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  13. Giovanni Furnari

    @SICILIA INDIPENDENTE
    Posso garantirti che non ho nulla di cui vergognarmi,così come penso che nemmeno tu hai nulla di cui vrgognarti,semplicemente abbiamo idee diverse,che in una civile dialettica,anche se non condivise vanno rispettate. Io non ho parlato bene di Garibaldi,ho fatto un discorso completamente diverso. La Sicilia è vero,è sempre andata indietro,ma tu sei così convinto del fatto che i siciliani di questo non siamo almeno corresponsabili? Dimentichi forse l'autentico scempio che hanno fatto e continuano a fare le varie amministrazioni regionai,provinciali e comunali a tutti i livelli nel nostro territorio? Oppure avresti preferito come capo del governo Turiddu Giuliano,e ....mifermo qui.

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  14. ppietryx

    Mi associo a Limpido..., capisco che in questo paese lo sport che la gente preferisce di più è: "dire la sua sempre e comunque",
    tutte le iniziative piccole o grosse che riguardano la cultura dovrebbero essere sempre prese in considerazione, perche la storia siamo noi e tutto quello che può mettere in luce una cosa dimenticata o persa è sempre un'iniziativa lodevole.
    Mi auguro che tutte le testimonianze storiche che fanno onore al nostro paese siano sempre portate avanti con impegno e rispetto, soprattutto, per le persone che non ci sono più e che hanno dato un valido conributo alla storia del nostro paese.
    Sig. siciliano indipendente anche se lei, credo che non veda di buon cuore la rivisitazione storica di Garibaldi & Co. rispetti l'iniziativa di quei pochi misilmeresi che si spendono per rimettere alla luce un piccolo pezzo di storia del nostro paese, ...e poi per favore non predichi bene e razzoli male...io non voglio entrare in merito alla questione Garibaldi, ma se è vero come dice lei che si stava bene quando c'erano i borboni e pur vero che mancava di certo la liberta di pensiero e d'opinione, visto che tutto quello che cozzava con le diverse vedute culturali dei borboni in Sicilia intorno alla metà del seicento è stato annientato e distrutto ....vedi i movimenti culturali e scientifici che sorsero intorno al Hortus Messinensis ed alla sua università....
    ....diciamo che i borboni avevano una certa avversione per la cultura e per tutto quello che le ruotava attorno....ma anche a Palermo il pensiero scientifico e le varie accademie che sorsero alla fine del seicento risentirono certamente dell'oppressione dei borboni, ecco perche scienziati del calibro del Malpighi o del Boccone per lavorare furono costretti ad emigrare, come la chiama lei, dalla nazione siciliana.....
    .....un consiglio prima di dare giudizi e di dire agli altri studiate e documentatevi...la invito ad approfondire quella parte di storia compresa tra il '600 e '700, in particolare quella parte che riguarda il pensiero scientifico in Sicilia e scoprirà tante sorprese!...buono studio anche a lei!

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  15. Carlo V

    è senza dubbio, un "monumento" che testimonia un passaggio storico, cioè quello dei cent'anni dell'unità d'italia. Forse la parola che ha destato un pò di perplessità è "obelisco" visto che nel nostro immaginario l'obelisco è un' altra cosa

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  16. Fabio Aulico

    @Dobermann, Giovanni: se volete posso consigliarvi qualche lettura sull'argomento. Visto che ne parlate così con convinzione, sarei ben felice di conoscere la vostra di bibliografia in modo da aumentare le mie conoscenze.

    L'argomento è vasto e complesso, e non va trattato con cori da stadio ma non va nemmeno banalizzato come viene fatto di proposito da (appunto) 150 anni.

    Da una persona che rispetto e dalla vasta cultura quale Giovanni, mi aspetto di sentire che anche lui ha letto molto sull'argomento, magari da fonti diverse delle mie.

    @ppietryx: vogliamo fare uno screenshot delle condizioni economiche / culturali (visto che tanto parli di cultura) dei vari stati pre-unitari al 1850 e ne parliamo in maniera più approfondita? Possiamo aprire una discussione sul forum se sei interessato.

    Saluti a tutti,

    Fabio

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  17. Giovanni Furnari

    @Fabio Aulico
    Io inquadro il discorso da un altro punto di vista. La figura di Garibaldi è certamente molto controversa. Così come riconosco che in Sicilia ed in genere nel meridione,si è comportato da carogna.Proprio oggi il leghista Borghezio diceva che se dipendesse da lui andrebbe a fucilarlo perfino ora dove si trova sepolto,poichè,sostiene forse a ragione,che il cosìdetto eroe dei due mondi si è fatto appoggiare con mano pesante nelle sue imprese,da mafia,ndrangeta ecc ecc. Bene allarghiamo la panoramica,i nostri soldati,siciliani compresi,quando nel 35 occuparono l'Etiopia,arrostivano letteralmente famiglie intere di indigeni con gas,e lanciafiamme,all'epoca come ora, armi vietate. Garibaldi si accompagnò con la mafia. Ma cosa fecero gli americani per sbarcare in Sicilia durante la seconda guerra mondiale? Sedettero al tavolo delle trattative con dei mafiosi,commettendo un imperdonabile errore storico per cui ancora oggi paghiamo le conseguenze.Il messaggio che implicitamente arrivò ai mafiosi con quel gesto fu devastante per noi,poichè, si vennero a trovare da pari a pari con la più grande potenza del mondo, investiti da un mandato enormemente più grande di loro,in pratica in quel momento venne loro conferita una patente di capi di stato. Ora mi chiedo,che bisogno aveva una superpotenza come l'America per sbarcare in Sicilia di venire a patti con quei delinquenti senza onore,erigendoli così implicitamente sul piedistello di un potere immenso? Questo semplicemente per dire che in ogni guerra ci sono storture e si commettono atrocità da tutte le parti in campo. Certamente Garibaldi non fece eccezione. Ma continuiamo a guardare la cosa con più obiettività. Non ho difficoltà alcuna ad ammettere che sotto i borboni si stava meglio. Bene,dopo ci "occuparono" i Savoia e si stava peggio.Ora a parte alcuni capitoli che riguardano il terremoto di Messina in cui si videro Vittorio Emanuele III e la regina Elena scavare fra le macerie con le proprie mani per soccorrere i terremotati, scrivendo così,in quei terribili momenti, una delle più commoventi pagine di storia monarchica italiana,mi chiedo e vi chiedo: dove sono andati a finire gli ingenti stanziamenti per i terremotati di Messina,ed ancora più recente quelli della Valle del Belice dove,ancora oggi,vergognosamente, ci ritroviamo gente nelle baracche? Chi ha mangiato quei soldi,Garibaldi,i Savoia o i nostri cari fratelli siciliani? Ancora mi chiedo che fine hanno fatto tutti gli aiuti che sono arrivati nel mezzogiorno, e ne sono arrivati tanti.Se siamo ancora così indietro di chi è la colpa se non dei nostri cari fratelli siciliani che nella migliore delle ipotesi non hanno saputo gestire, e nella peggiore li hanno rubati? Sono convinto che se noi avessimo ottenuto l'indipendenza ci saremmo ritrovati Luciano Liggio Presidente della Repubblica,Totò Riina ministro degli interni,ecc.ecc. Comunque,ripeto,non vorrei mai sentirmi straniero a Venezia,Firenze,Roma ecc.ecc. I nostri antenati,a decine di migliaia hanno dato un notevole contributo di sangue a Caporetto e nelle rive del Piave,se non altro in rispetto della loro memoria e del loro sacrificio sono per l'Italia unita.

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  18. antonino

    @TUTTI: Vi spiego la ridicolaggine, un pezzo di pietra costruito negli anni 60 solo perchè è in onore di Garibaldi allora è degno di essere elogiato. Mentre in piazza ci stà la casa dove Garibaldi ha vissuto 15 giorni e giù ci stava il comando militare di garibaldi. Questa dovrebbe essere una casa storica che doveva portare milioni din visitatori perche chiariamo l'italia fu fatta a misilmeri. In quella casa si presero tutte le decisioni, in quella casa ci dormì Garibaldi, ed i padroni lan ristrutturata fregandosene altamente di quel monumento storico che era la casa. Morale della favola: Qua in paese ad opera di un cittadino, ha cancellato in un colpo secoli di storia, e adesso elogiamo un pezzo di pietra? ma per favore e finiamola con ste cose puerili, degne del giornale cronaca vera.

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  19. ppietryx

    @ Fabio Aulico,
    Caro Fabio, capisco che sei molto informato sulle condizioni economiche / culturali dei vari stati pre-unitari al 1850 ma non capisco perche cerhi cerchi di sviare quello che volevo dire, visto che come uomo di scienza mi riferivo alle ripercursioni culturali e scientifiche di quel preciso contesto storico, avvenute tra il 1600 ed 1700 a Messina come a Palermo.
    La storia è storia e come tale non ammette interpretazioni, è un dato di fatto che in quel preciso periodo storico tutti i movimenti culturali e scientifici che gravitavano in torno all'università di Messina, Orto botanico di Messina, Senato accademico di Palermo vennero spazzati via perche non c'era liberta di pensiero,di parola e quant'altro e la scienza era rilegata alle sole interpretazioni scientifiche che il mondo eclesiastico di allora decideva, talvolta quando andava bene, di dare o di far sapere.. ... tutto qui, mi riferivo solo a questo...per il resto sarò felice di confrontarmi con te su tutto il resto!

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  20. sabretooth

    @ ppietryx

    Allora sull'avversione della dinastia Borbone, come di tutte le dinastie e stati europei, alla cultura e alla ricerca scientifica, questo è vero, se inquadrato nel periodo storico corretto, cioè la Restaurazione, inquadrato nel Ottocento, cioè nel periodo pre-unitario la storia e i dati storici ti contaradicono, infatti (fonte Wikipedia)
    "vivacissima era la vita culturale e artistica nelle maggiori città del Reame, numerosi erano i teatri e le istituzioni culturali. A Napoli era situato il Real Teatro di San Carlo, uno dei più grandi e antichi d'Europa, in cui vennero rappresentate memorabili prime di musicisti del calibro di Vincenzo Bellini, Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, ecc. interpretate dalle più acclamate voci dell'epoca. In quegli anni si impose anche la grande canzone napoletana, i cui brani più celebri furono "te voglio bene assaje" (1839) e "Santa Lucia" (1849) di Teodoro Cottrau. Le staordinarie bellezze del Golfo partenopeo furono di ispirazione in quegli anni a celebri pittori napoletani, come Giacinto Gigante, e stranieri, come Pitloo, che furono tra i fondatori della rinomata "scuola di Posillipo". Nella formazione artistica svolse un ruolo importante l'Accademia di belle arti di Napoli. La grande ricchezza di testimonianze archeologiche (il cui esempio più eclatante erano gli Scavi archeologici di Pompei) diede vita ad uno dei musei archeologici più importanti del mondo, il Museo archeologico nazionale di Napoli, allora chiamato "Real Museo Borbonico". Nel regno si formarono intellettuali destinati ad entrare nella storia, come umanisti del calibro di Francesco De Sanctis e scienziati del calibro di Stanislao Cannizzaro, molti dei quali diedero un contributo fondamentale agli avvenimenti del 1848. Tra le istituzioni scientifiche più importanti si ricordano l'Accademia Pontaniana ed il Reale Istituto d'Incoraggiamento di Napoli. L'Università di Napoli, la più grande del Regno, per quanto dovesse subire la forte concorrenza delle numerose (e spesso prestigiose) accademie private, si distingueva per i suoi meriti scientifici. Di quel periodo si ricorda Michele Tenore, direttore dell'Orto botanico di Napoli ed uno dei padri della moderna sistematica botanica, ed il chimico Raffaele Piria, scopritore dell'acido salicilico".
    Ti tralascio i primati tecnologivi del Regno delle Due Sicilie, che comunque puoi trovare facilemente con una breve ricerca bibliografica, o sulla rete.

    Analoghe considerazioni si possono fare per quanto riguarda l'istruzione scolastica (ibidem) ...

    "L'istruzione scolastica, nonostante fosse disciplinata da norme minuziose, era erogata in maniera ineguale sul territorio, soprattutto nelle zone interne e più rurali del reame. L'istruzione pubblica elementare era delegata alle diocesi, i cui vescovi non mancarono di segnalare le precarie condizioni del sistema scolastico in alcune zone del reame (mancanza di infrastrutture e personale, retribuzioni discontinue). Secondo una statistica riportata dallo storico Giovanni Vigo, nel 1818 la Basilicata (una delle aree più rurali del regno) risultò la provincia con il più basso indice di scolarizzazione. Le scuole superiori pubbliche (chiamate "Reali Collegi") erano situate nelle città principali e nei centri economicamente più importanti; nelle aree urbane tuttavia era predominante l'istruzione privata che poteva contare su un gran numero di istituti molto frequentati. A Napoli era situata l'Università della capitale, dalla quale dipendevano università secondarie (chiamate "Reali Licei") situate a L'Aquila, Bari, Salerno e Catanzaro. Le università siciliane erano 3: quella di Palermo, quella di Catania e l'Università degli studi di Messina.

    Un aspetto positivo riguardava l'applicazione di criteri meritocratici nel sistema scolastico, ove un'inadeguata preparazione culturale e una scarsa etica professionale, che potessero compromettere il funzionamento dell'istruzione pubblica, portavano alla destituzione di un determinato docente. A partire dal 1850, si iniziarono ad intravedere lievi miglioramenti: il governo borbonico attuò riforme che permisero l'inserimento di nuovo personale in molte scuole del regno, che fino ad allora erano rimaste sotto organico."

    Ti consiglio, senza vene polemiche, per darti una breve immagine della realtà meridionale pre-unitaria di leggere il libro "Teroni" di Pino Aprile, dove tra l'altro dove troverai diversi interessanti interventi del compaesano Piero Bocchiaro.

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  21. Fabio Aulico

    Scusami, ma l'unificazione è avvenuta nel 1600-1700 o nella metà del 1800? Ammesso che le tua informazioni siano reali (non ne sono ben informato quindi ti credo in buona fede), non pensi che in 150-200 anni le cose possano essere cambiate?

    La critica verso l'unificazione ed il risorgimento ovviamente non preclude che in periodi precedenti le cose possono essere state differenti....ma penso che poco abbiano a che vedere con i discorsi che vengono fatti qua :]

    Un saluto!

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  22. Fabio Aulico

    @Giovanni: i tuoi sono discorsi validi ma non completi. Salti un passaggio fondamentale che è quello che non ci rende d'accordo sull'argomento. Appena scendo a Misilmeri ti porto i libri di cui ti parlavo sopra, e ne riparliamo. A me di Garibaldi in sé non interessa molto, ma l'intera situazione è quella da analizzare. L'"unificazione" italiana è stata interamente finanziata dagli inglesi per motivi economici; non ha mai avuto una motivazione etica o nazionalistica, ma solo ed esclusivamente economica. Le condizioni che si sono avute decenni dopo, ovviamente, sono figlie della politica voluta da Roma di lasciarci volutamente in povertà. Quello che si è sviluppato da questa decisione è talmente complesso che non ha senso parlarne qui in poche righe; ma sicuramente, le colpe non sono da attribuire in toto alla classe dirigente Siciliana che è stata quasi "portata" ad un certo punto ad agire in questo modo.

    Forse non sai che i primi campi di concentramento veri e propri sono stati creati in piemonte ad hoc per i "rivoltosi" Siciliani e Napoletani nel periodo post unitario. Posto un articolo a riguardo:

    http://www.corriere.it/cultura/speciali/2010/visioni-d-italia/notizie/40aosta-quelle-fortezze-carceri-dove-i-terroni-morivano-gigi-di-fiore_e77e5646-f639-11df-bf30-00144f02aabc.shtml

    Ma veramente, invito tutti ad una più approfondita lettura perchè molte di queste informazioni sono state volutamente censurate e l'idea che abbiamo tutti della verità a riguardo risulta essere MOLTO distorta.

    Saluti!

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  23. u dutturi

    perchè il comune spende tanti soldi per restaurare la storia di misilmeri e poi abbandona tutto(vedi castello,obelisco ecc)lasciando che 4 teste d m...... con le bombolette e pennarelli vari fa ritornare tutto a come lo hanno lasciato altre 4 teste d m....che li hanno preceduti....hanno restaurato il castello...perchè nn mettono un custode o almeno delle telecamere controllate dai vigili?(che nn fanno una beata m... tutto il giorno e si vanno imboscando campagne campagne).. perchè dopo tutti quei soldi spesi, il castello nn viene aperto ai turisti pagando una somma irrisoria(anche 2 euro) e completando in qst modo la parte "lasciata in tredici"?

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  24. Giovanni Furnari

    @ Fabio
    Infatti io ho parlato di corresponsabilità.
    Comunque concordo sul fatto che nel blog non si può affrontare un argomento così complesso. Sei costretto per brevità a dare solo accenni e non approfondire.Sarò disponibilissimo ad incontrarti,magari davanti ad un buon caffè.Saluti

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  25. ppietryx

    @ sabretooth & @ Fabio, anche se probabilmente non avete capito il messaggio che con il commento del 21 febbraio volevo fare arrivare al siciliano indipendente, dove a mio avviso il pulsante di autodistruzione del regime borbonico è stato senz'altro la mancanza di liberta di pensiero e di opinione, vi ringrazio lo stesso per la lezione di storia e le informazioni letteraie che a me come agli altri amici avete voluto regalarci. E' bello far sapere a chi è abituato a usare i blog per parlare esclusivamente di calcio, pilo pi tutti, taglio e cucito e quant'altro che si può parlare di cultura anche quando si parla di un cippo, obelisco, ciamatelo come volete.
    Se mi permettete anch'io vorrei contribuire con alcune pillole di storia, ritornando , infatti, al periodo borbonico pre-unificazione d'Italia, quello per Messina e Palermo come anche per Misilmeri è stato un periodo cruciale per i movimenti culturali e scientifico che gravitarono nel regno delle due sicilie. Perche mentre a Messina la "cultura" accademica era stata spazzata via dagli oppressori borbonici, come avevo ricordato nel commento precedente, a Misilmeri si viveva tutt'altra atmosfera, visto che risiedeva un illustre rappresentante del mecenatismo spagnolo Giuseppe Del Bosco duca di Misilmeri, principe di Cattolica, conte di Vicari, barone di Prizzi. La sua attività di mecenate in quel periodo è stata davvero grandiosa, non solo perche realizzò un importante Orto Botanico diretto dal botanico Francesco Cupani, riconosciuto dai naturalisti e dai botanici di mezzo mondo, ma anche per aver finanziato la pubblicazione del famoso Hortus Catholicus del Cupani. Il suo impegno culturale non si limitò solo alle scienze botaniche, infatti, fece stampare nel 1710 l’importante trattato del marchese Scipione Maffei su la Scienza chiamata cavalleresca e prima di morire l’opera Biblioteca Historica regni Siciliae di Giovan Battista Caruso.

    Quindi, condividendo indubbiamente i commenti di fabio e di sabretooth viene fuori che i borboni anche nel periodo pre-unificazione i facevano cultura...certamente a senso unico, ma facevano cultura!

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