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Lavoratori APS in piazza, rischio disservizi nei prossimi giorni

206 lavoratori rischiano di perdere il proprio lavoro

Non bastava il guasto verificatosi negli ultimi giorni al serbatoio di accumulo, stamattina infatti, i 206 lavoratori APS, la società che fino ad oggi ha gestito il servizio idrico di Misilmeri, sono scesi in piazza per un sit-in di protesta.

Le preoccupazioni dei lavoratori sono comprensibili, l’azienda infatti è stata recentemente dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo.

I lavoratori si sono dati appuntamento oggi di fronte alla sede della Presidenza della Regione per chiedere certezze sul futuro occupazionale, gli stessi, il 16 ottobre scorso, durante un vertice in Prefettura, erano stati rassicurati sulla prosecuzione del servizio e sulla continuità lavorativa da parte dell’assessore all’energia Nicolò Marino

L’Aps gestisce oltre a Misilmeri altri 51 Comuni della Provincia di Palermo, con un bacino di circa mezzo milione di abitanti che rischiano di rimanere a secco e senza servizio di depurazione ed erogazione dell'acqua con intuibili problemi igienico sanitari.

I dipendenti presenti a Piazza indipendenza, annunciano tra l’altro forme di proteste clamorose e ripetute, fino a quando i sindaci o la Regione non provvederanno alla creazione di una società di scopo che sostituisca l’APS ed inglobi gli attuali lavoratori.

Dubitiamo fortemente a questo punto che l’APS possa intervenire nelle prossime ore per riparare il guasto al serbatoio di accumulo, che distribuisce l’acqua nella frazione di Portella di Mare, ancor più remota la possibilità che la Società possa garantire il servizio di distribuzione di acqua potabile mediante autobotte, quantomeno per gli immobili pubblici.

Vi continueremo a tenere aggiornati sugli sviluppi di questa ennesima emergenza.

 

AGGIORNAMENTO: La Commissione Ambiente dell'Ars ha approvato un emendamento al disegno di legge per far tornare pubblica l'acqua, che salvaguarda i livelli occupazionali dei lavoratori delle società che hanno gestito il servizio idrico in Sicilia, tra questi i lavoratori APS

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41 Commenti

  1. Fily

    L'APS è stata creata dai politicanti... La verità è che l'acqua è un bene pubblico che deve essere gestito da dipendenti comunali. Le casse del comune sono vuote, le tasse riescono a coprire i servizi essenziali, i comuni hanno tutti debiti milionari grazie ad amministratori incompetenti, adesso tutti ne pagano le conseguenze.. Il futuro è giá scritto....

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    1. Andrea

      L'APS fa capo a una multinazionale, con sede legale in Piemonte.
      I politici non centrano proprio nulla, se non nell'assunzione del personale.

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    2. nino c.

      Nell'assunzione del personale, nell'adesione, nell'autorizzazione e nella concessione dell'acqua pubblica.

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    3. giovanni

      Ti volevo informare che l'acqua è pubblica anche quando era gestita da APS. Se questo significa che l'acqua sarà gestita di nuovo dai soggetti che la gestivano prima in comune preferisco che rimaniamo senz'acqua, tanto non è che cambi tanto. Almeno APS non dava l'acqua solo agli amici degli amici.

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  2. Hoc erat in votis

    @Fily.Guardi che in questo paese non c'è mai stata la volontà politica di far tornare pubblica l'acqua, nel senso di ripristinare gli antichi "mastri d'acqua" che lavoravano alle dirette dipendenze del comune. L'intento era, e per quanto ne so rimane, quello di affidarne la gestione ad APS, pur essendo tornata al pubblico, secondo la volontà referendaria del popolo. Come si dice? Contenti e gabbati.Una cosa è certa: da APS non ci libereremo più nè, tantomeno, dai disservizi.

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    1. giovanni

      Non si è capita una parola di quello che hai detto. Ma chi sono questi mastri dell'acqua? Io al massimo ho visto qualche manovale muratore. Almeno i lavoratori e i tecnici di APS erano gente esperta che ne capiva di acqua e i risultati si vedono. Se l'acqua tornerà a essere gestita dal comune (cioè dai funzionali comunali che prima la gestivano) addio acqua bene comune. Acqua bene degli amici altro che comune.

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  3. DANIELE LO PINTO

    LA MAFIA... LA MAFIA... QUESTA E' LA VERO MAFIA...QUI MANGIANO I PESCI GROSSI... E NO CA CI ITI SCASSANNU I CABBASISI ALLE PERSONE LOCALI... ECCO LA SOLITA ROTTURA DI *********...

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  4. giovanni

    A quanto pare l'ignoranza regna sovrana. L'APS da 2 anni ormai è gestita dal TRIBUNALE DI PALERMO e non c'entrano più nulla multinazionali torinesi (ma chi l'ha detto che acque Potabili di Torino è una multinazionale? non è altro che una società come AMAP di Palermo). Comunque il referendum lo abbiamo voluto noi, e ora ci becchiamo una società pubblica che gestirà i servizio con gli stessi dipendenti di APS. Praticamente abbiamo fatto un favore ai lavoratori di APS credendo ingenuamente che il referendum non ci avrebbe fatto più pagare l'acqua (poveri illusi). Comunque vorrei far notare agli illustri commentatori di questa notizia che acqua pubblica non significa gestita dai fontanieri comunali (Dio ce ne scansi, ci ricordiamo tutti dei 5 mesi senz'acqua in via virgilio) ma significa che l'acqua deve essere gestita da un soggetto pubblico perchè la proprietà delle fonti idriche (pozzi e sorgenti) è stata, è e sarà sempre di proprietà pubblica e questo nessuno ce lo tocca. Quando parlate o votate dovete imparare prima a documentarvi invece di sparare corbellerie megagalattiche. Speriamo solo che non ci siano problemi di erogazione perchè finalmente era già da un bel po che avevamo trovato un minimo di equilibrio.

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  5. Filippo

    Il decreto è stato firmato. Basta andare nel sito di APS e leggere la sentenza. Fallita....gli ultimi tre mesi ai lavoratori, e poi torna tutto in mano ai comuni. L'unica soluzione, dare in gestione a ditte private l'acqua, con utili al Comune..... Già ci sono a Misilmeri società di acqua privata, funzionano benissimo e si paga il giusto. ..

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  6. nino c.

    Allo stato attuale, secondo me, la soluzione migliore è questa: società mista, pubblico 51 e gestirebbe le finanze, privato 49 e gestirebbe la manutenzione. Ancor meglio, dividere il paese in settori, con più ditte private in società col Comune.

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    1. incavolata

      coro chupa chupa intanto grazie a COINRES e APS abbiamo noi cittadini acqua e paese pulito senza loro l'immondizia ci sta arrivando nelle nostre case basta una piccola pioggia e si allaga tutto colpa del mancato spazzamento adesso anche senza acqua bene stiamo migliorando

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  7. robin hood

    il peggior esempio di mala politica, la peggiore classe politica dal dopo guerra non ha fatto altro che creare baracconi per accaparrare potere in termini di voti da usare solo ed esclusivamente per i propri interessi! io non sono prevenuto verso le privatizzazioni quando esse possano servire a migliorare un servizio che il pubblico, a causa di leggi e burocrazia ci negano! io sono contrario al fatto che in italia siamo solo buoni a distruggere persino i buoni propositi pur di guadagnare un voto! coinres, aps, alitalia, ex poste italiane, formazione professionale hanno fatto scempio della moralita' per favorire solo amici di amici a scapito della meritocrazia! peccato che ci dimentichiamo di tutto quando siamo dentro l'urna e cosa ancora piu' grave che offende la nostra intelligenza, ci dimentichiamo che dentro l'urna siamo SOLI! io sono convinto di vivere in un paese di idioti, anzi di utili idioti che subiscono passivamente le ingiustizie! per quanto mi riguarda tutti questi baracconi andrebbero chiusi e le assunzioni andrebbero fatte solo attraverso pubblici concorsi trasparenti e non affidati a politicanti del cavolo che approfittando del loro potere illudono povera gente con un posticino di lavoro che non potra' mai avere garanzie!

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  8. ADELE

    @TUTTI. Invito i lettori del blog alla riflessione su un articolo di Pietrangelo Buttafuoco, pubblicato oggi su Live Sicilia, dal titolo:"Povera e buttanissima(senza offesa)Sicilia. Leggere e riflettere, badate bene, non significa necessariamente condividere.Il discrimen sarà dato dalla sensibilità civile e dalle opinioni politiche di ciascuno.

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    1. agnus dei

      @Adele. Grazie per la segnalazione. Incollo l'articolo.
      Premessa. Quasi certamente a Totò Cuffaro, detenuto dal gennaio 2011 nel carcere romano di Rebibbia, sarà concesso l’affidamento ai servizi sociali. Succederà prima di Natale. E’ l’uomo che ha pagato per tutti. Soprattutto per i suoi successori. Raffaele Lombardo, sotto processo per mafia a Catania, e Rosario Crocetta, governatore attualmente regnante. Uno peggiore dell’altro.

      Due sono le disgrazie della disgraziatissima Sicilia. Sono due A. Una è l’Autonomia in nome della quale i deputati regionali non solo si concedono lo spreco ma non si riducono lo stipendio come stabilito a suo tempo dal “decreto Monti”. E poi l’Antimafia. Nel cui nome, la sceriffaglia preposta al controllo, piega la nobiltà di tutte le migliori intenzioni ai propri interessi politici. E sono solo nuovi privilegi, nuove clientele e comparaggi resi invincibili in forza di una legalità ridotta a maschera. E a mistificazione. Un dirigente regionale, infatti, non è bravo se si adopera per lo sviluppo e per il lavoro, ma solo se fa due o tre denunce in procura. Con la scusa dell’Autonomia, poi, si continua a fare carne di porco di una terra dove un’assessorina, la studentessa Nelli Scilabra, gestisce per conto dei propri tutori un’operazione faraonica di ottocento milioni di euro per la formazione. E’ la mitica “formazione professionale”, l’immenso parcheggio truffaldino per precari sfaccendati pagati dalla regione.

      Due, dunque, le A per la buttanissima regione siciliana dove si rinnova l’antica impostura. La studentessa, di cui sopra, va all’università con l’auto blu. I suoi colleghi l’hanno ripresa col telefonino e il filmino, poi, è stato messo in rete. Il problema, ovviamente, non è questo ma c’è una morale: chi di demagogia ferisce, di demagogia perisce e i guai veri sono altri. Apre l’Ars, ossia l’Assemblea regionale siciliana e non ci sono leggi da discutere. Ed è come aprire la saracinesca di un negozio dove non entrano mai clienti. Questa è la giornata tipo della Sicilia – aspettare tutto il giorno davanti a una porta, in mezzo a una strada – e si precipita, per dirla con Leonardo Sciascia, verso il fondo senza mai toccare il fondo perché se proprio la vogliamo aggiungere un’altra A e fare la tripletta c’è la A dell’Arruffapopolo che non è proprio quella delle agenzie di rating, piuttosto quella del viceré la cui schiuma taumaturgica sta svelandosi nella più isterica delle sceneggiate.

      Ecco come smorfiare la tragedia di Sicilia: quattro meno fa il negozio, più trentacinquemila fa la porta dove non entra più nessuno. Meno quattro è, appunto, il pil, il prodotto interno lordo. Il più, invece, si riferisce ai disoccupati. Sono tutti davanti alla saracinesca della Sicilia e sono trentacinquemila in più. A tutto questo precipitare verso il fondo senza mai toccare il fondo si arriva nell’arco di un anno e si registrano – lo rivela l’Istat mettendo a confronto il dato del secondo trimestre, quello del 2012, con quello del 2013 – ottantaquattromila posti di lavoro in meno.

      Smorfia o meno, questo è il gran risultato cui si arriva nell’anniversario di soli trecentosessantacinque giorni. Il datario inizia il 28 ottobre dello scorso anno con l’elezione di Rosario Crocetta alla presidenza della regione – che è la terza A, quella di Arruffapopolo – per culminare un anno dopo, quando a Sala d’Ercole (l’assemblea del Parlamento) i deputati siciliani hanno discusso la mozione di sfiducia a colui il quale tutti quelli che ne pagano mezza di gazzosa riconoscono l’aura del rivoluzionario, dell’antimafio e del profumato di primavera. La metafora della gazzosa è presto spiegata. Ci si riferisce a quelli a cui non costa sforzo lo chic non avendo lo choc di averci a che fare davvero con Crocetta. Come i giornalisti del Sunday Times che non sanno una beata mentula di quel che succede davvero in Sicilia.

      Lo so. Non gliene strafotte niente a nessuno della Sicilia. L’Arruffapopolo, signore dell’Autonomia, nonché unto dell’Antimafia ha superato la prova schivando la sfiducia presentata in Parlamento dai Cinque stelle (… ma non c’era l’esperimento Sicilia coi grillini?, diranno i più ingenui) e da Nello Musumeci, leader della destra il cui discorso in Assemblea oramai ha raggiunto in rete visualizzazioni degne di Miley Cyrus: “Ella, presidente”, ha detto Musumeci a Crocetta, facendolo nuovo, “è l’ultimo fedele interprete di Pirandello. E’ uno, è nessuno, è centomila. E’ colui che fa nel modo migliore le cose peggiori”. I simpatici reporter forestieri fanno volentieri la villeggiatura e ne scrivono meraviglie del governo di Crocetta perché il pittoresco tira tantissimo e perciò: “The gay governor vows to straighten out Sicily…”.

      Quello va a raccontare agli inviati dei giornali internazionali del suo rischiare giorno dopo giorno. Ruba il mestiere a Roberto Saviano, racconta l’incidente automobilistico dove si sono sfasciati in modo proprio grave gli agenti della sua scorta e, con fare drammatico – col dire e non dire, col trasi e nesci, con la tecnica del “non ho prove ma non lo posso escludere” – lascia intendere che su quei pilastri dell’autostrada, dove disgraziatamente l’auto andò a sbattere, ci fu e non ci fu l’attentatuni!

      I grandi giornali italiani, grazie a Dio, non ci cascano più. La favola della primavera, della rivoluzione e dell’antimafio è finita a fischi e piriti ma se l’ha superato il voto sulla mozione di sfiducia, un grazie, il Crocetta, non lo deve dire di certo al suo partito, il Pd, che lo tiene a distanza come si fa con un pollastro querulo cui non basta più il mangime, né alle pattuglie trasformiste formatesi all’indomani delle elezioni. Il vero grazie lo deve consegnare alla voliera dei falchi e delle colombe berlusconiane se poi accanto alla vagheggiata possibilità degli alfaniani di replicare a Palermo un governo simil-lettiano, si unisce la decisione di Gianfranco Micciché – sempre primo al traguardo del cuore di Silvio Berlusconi – di far votare senza se e senza ma la fiducia all’Arruffapopolo. Lo so. Non strafotte a nessuno della Sicilia e delle sue disgraziatissime A ma cercherò di farla breve.

      1) Crocetta viene eletto un anno fa da centrosinistra e Udc. Non aveva la maggioranza in Aula e, tranne qualche iniziale naufrago, inventa il modello Sicilia con i grillini. Merce di scambio la vicepresidenza dell’Ars per Antonio Venturino, oltre al voto sull’abolizione delle province (mai effettivamente abolite, anzi, affidate a commissari di stretta fiducia di Crocetta). Venturino è uno dei leader del M5s che poi mollerà il movimento per tenersi l’intera diaria e, buon ultimo, prendersi anche la satanica auto blu.

      2) Strada facendo sono nati altri gruppi, tutti trasformisti, tra cui “Articolo 4” che non è una band musicale ma una pattuglia formatasi coagulando una costola Udc (ex autonomisti) e traditori vari del facilmente tradibile centrodestra. Questo ha iniziato a cambiare la geografia della maggioranza, fino al voto di ieri che ha visto Crocetta sostenuto non più dal progetto rivoluzionario, ma da una maggioranza che si fonda sul trasformismo.

      3) Perché la mozione? Si erano rotti i rapporti con il Pd che era uscito dalla maggioranza e una parte del centrodestra, l’area Alfano-Schifani che ha lavorato per un governo regionale sul modello del governo di Enrico Letta ha poi dovuto fare i conti con Musumeci, pronto a prendere l’iniziativa per tornare a guidare, di fatto, l’opposizione. Coi falchi di Micciché schierati con Crocetta.

      Ecco, l’ho fatta breve. Crocetta nel day after (mettiamola così per fare contenti quelli del Sunday Times), dovrà arrivare al rimpasto dove verrà verosimilmente imbrigliato dai volponi centristi. Presuntuoso com’è sta ridicolmente rimuginando la possibilità di dimettersi e lanciarsi nella scena nazionale quando, finita l’esperienza Letta, potrebbe candidarsi per la premiership contro Matteo Renzi e allora altro che Ponte Vecchio dato in affitto.

      L’ho fatta breve anche perché Crocetta altro non cerca che una scorciatoia. E’ terrorizzato da un’assicurazione che, pasticcione reo confesso qual è, ha sottoscritto contro gli incidenti in materia amministrativa. Non pensa ad altro che a pagare queste tratte mensili. Con chiunque parli la prima ansia che svela è questa e siccome prende più soldi di Barack Obama ogni volta si avventura in disquisizioni su contributi e versamenti previdenziali degni della migliore patafisica. La politica, in Sicilia, è una carriera e se solo si aprisse questo capitolo del pittoresco gelese non ci sarebbe da mettere in fila Roberto Cavalli, Flavio Briatore e perfino Alfonso Signorini in idem sentire con un brand qual è Renzi ma tutta un’idea dell’Arruffapopolo e della scumazza taumaturgica la cui sostanza è svelata in un gioco semplice semplice e che è questo: la Regione siciliana è il posto dove governa Crocetta, regna Confindustria e dove la regia è sempre quella di Beppe Lumia.

      Crocetta, Confindustria e Lumia, dunque. Del primo ho già scritto, della seconda è presto detto: non fanno proposte di sviluppo e di crescita, si limitano a declamare l’Antimafia e a recuperare benefici dell’Autonomia tanto è vero che le poche risorse sono finalizzate alla strategia di concentrazione dei carrozzoni quali l’Irsap e un posto di lavoro in più, almeno uno, cotanta Confindustria non l’ha creato. Del terzo, del regista infine – capo assoluto degli antimafi di tutte le antimafie, onnipresente e padrone vero del governo di Raffaele Lombardo prima e di Crocetta oggi – dirò con il “Tractatus logico-philosophicus” di Ludwig Wittgenstein: “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Le conseguenze del significato linguistico della proposizione le tragga dunque il lettore.

      La situazione è il disastro. Crocetta viene dopo Lombardo che, a sua volta, venne dopo Totò Cuffaro e la situazione è così un disastro – lo stato delle cose è in un grado così sventurato – che ognuno porta a far rimpiangere il predecessore. E la quarta toccante e dolcissima A di Sicilia, disgraziatissima qual è, è dunque la A di Agnus Dei. E’ l’Agnello sacrificale ristretto nelle carceri di Rebibbia, ossia Totò Cuffaro che sconta la propria pena e paga per tutti. Soprattutto paga per chi, facendo il peggio al meglio, si fa forte della tracotanza avvelenando i pozzi della stessa critica e dell’onestà intellettuale per impedire il libero esercizio del dibattito. Chiunque osi fare l’unica necessaria denuncia – la Sicilia è prossima al fallimento, anzi, la Sicilia è già fal-li-ta! – viene derubricato in automatico: omofobo e, in secundis, mafioso.

      Questo è il menu offerto da Crocetta a chi osa disturbarlo. E ne sanno qualcosa i ragazzi di LiveSicilia, il sito d’informazione più diffuso, su cui lui, quando è a corto di anatemi, esercita scherno. Come quando accusa i deputati dell’opposizione: “Voi leggete troppo LiveSicilia e non il Sunday Times…”.

      E si sa: LiveSicilia ha dato alle stampe un dossier, “Un Rosario di bugie”, dove vi sono elencate le fanfaronate del nostro Pappagone. Altro che Sunday Time’s. I pozzi sono proprio avvelenati e perfino un monumento come Lucia Borsellino è stato ridotto ad essere instrumentum regni e totem di distrazione della rovina incipiente. La Borsellino, infatti, assessore regionale della Salute, persona alla quale ognuno s’inchina in memoria del martirio del padre, un solo provvedimento nella sua amministrazione non l’ha preso. Stanno fallendo in Sicilia tutte le aziende della sanità (eccetto le cliniche) e perciò qui urge la domanda: dove può mai portare una strategia di governo come questa se poi l’Antimafia, per interposta attività regionale, non viene amministrata nemmeno dagli assessori, ma dai segretari degli assessori? Dopo di che capitano i guai. Fa parte della mobilitazione antimafia una delibera di giunta firmata in piena estate per dare il via libera all’aumento di cinquanta posti letto nella clinica Humanitas, in progetto a Misterbianco, diretta dalla madre del deputato regionale di Articolo 4, Luca Sammartino?

      Il fondo non arriva al fondo e tutti gli assessori del governo siciliano sono solo finzioni e sono cartoon se poi Michela Stancheris, la segretaria che Crocetta ha nominato responsabile della Cultura in giunta dopo aver cacciato Franco Battiato, si veste da Superwoman, certificando con una pulcinellata scolpita sul web, un lapsus: l’inadeguatezza a guidare una realtà dove ben oltre il 50 per cento del patrimonio artistico nazionale, mentre le Camere di Commercio sono in allarme perché a Cefalù, alle Eolie e a Taormina perfino i turisti non arrivano più, resta in ostaggio di dilettanti allo sbaraglio. Simpatici figuranti buoni al più per le puntate dell’“Arena” su Rai1 sono questi assessori, contorno per il governatore che, grazie a Klaus Davi, il suo consigliori, profonde annunci che non vedranno mai luce. A proposito, scommettiamo che dovranno convocare i comizi elettorali per il rinnovo delle province?

      Due sono dunque le disgrazie della Sicilia. Sono le due A. Quelle dell’Autonomia. E quella dell’Antimafia. Poi c’è la terza A di complemento. E’ la A di Arruffapopolo, ed è quel Pappagone di Sicilia, epigono propagandistico dei tanti Antonio Ingroia, ormai ridotto – almeno questo – a cantare nei matrimoni…

      Un Arruffapopolo, il Cetto Crocetto La Qualunque, che solo lo stato, a questo punto, commissariandolo, dovrebbe togliere perché nessuna nuova elezione potrà portare salvezza in Sicilia dove i pozzi trasudano solo i veleni del ricatto e i miasmi di ipocrisie proprie di quel fondo dove si cade senza mai arrivare in fondo. Solo lo stato, dunque, con un commissario straordinario potrà portare rimedio in Sicilia. Un Cesare Mori, dunque, che si faccia carico della responsabilità politica per strappare finalmente dalle carni di Sicilia quelle due A. Autonomia e Antimafia che come flatus vocis sembrano parole bellissime ma che nell’applicazione gaglioffa altro non sono che due metastasi. E’ quel cancro cui la Sicilia non sa più opporre che chemioterapia di pura retorica.

      Post scriptum. La quarta A, infine. La A di Agnus Dei. Mettetevi nei panni di un siciliano che la notte, quella dei morticini appena consumata nelle prime ore di questo giorno, pensa a Totò chiuso in cella. Ha pagato e paga per tutti, agnello sacrificale di tutta una storia dove chi gli è succeduto ha fatto al meglio il peggio, povero figlio stretto in catene e che solo la pietas della giustizia potrà accompagnare a un provvedimento veramente equo. Concedergli, infine, la possibilità di affidamento ai servizi sociali dove lui potrà fare quello che da sempre ha saputo fare – il ragazzo di parrocchia – e così restituirlo all’unico possibile risarcimento. Fare il Natale in casa Cuffaro.

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    2. chepppaaaalllleeeee

      agnus dei:
      che due palllllleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!
      secondo te dovrei leggere il tuo commento senza imbottirmi di droghe di ogni genere?
      ti dovrei denunciare per "istigazione" all'uso di stupefacenti!
      a parte gli scherzi io ho letto (dopo essermi imbottito ovviamente) e concordo...ciao

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  9. vincenzo

    Io posso dire che con la gestione comunale non prendevo acqua nemmeno a piano terra, con A P S e' arrivata l'acqua.Complimenti A.P.S.

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  10. grazie dei fiori

    incavolata certo dobbiamo ringraziare chi ha inventato coinres e aps! in effetti il paese con coinres e' pulitissimo e grazie ad aps l'acqua non manca mai e non costa nulla!

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  11. VIVERE MISILMERI

    ROBIN HOOD HAI CENTRATO IL PROBLEMA, TI SEI DIMENTICATO DI UN PICCOLO E INSIGNIFICANTE PARTICOLARE, CHE IL PESO DI QUESTI CARROZZONI CHE SPERPERANO DENARO PUBBLICO RICADE SULLE SPALLE DEI CITTADINI CON IL TRIPLICARE DELLA TARSU DELLE BOLLETTE APS, SENZA AVERE IN CAMBIO ALCUN SERVIZIO, QUINDI SOLIDARIETA AGLI 8000 PADRI DI FAMIGLIA MISILMERESI CHE SI ROMPONO LE GAMBE PER PAGARE LE TASSE SENZA OTTENERE IN CAMBIO NULLA, SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO, L'ITALIA SI SALVERA' SOLO SE SI TAGLIA LA SPESA PUBBLICA

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    1. nino c.

      RIDURRE GLI SPRECHI E CREARE INVESTIMENTI CHE PRODUCONO POSTI DI LAVORO VERIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

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    2. Filippo

      Oltre a pagare Tasse esose per servizi inesistenti come Tares e Acqua,(Più del doppio rispetto al Nord Italia) si pagano più tasse regionali e comunali , per mantenere gente incompetente che lavorano alla Regione e nei comuni. A Misilmeri i dipendenti comunali (Oltre a fumare negli uffici-gente *************) lavorano a giorni alterni, però lo stipendio a fine mese lo prendono per intero... Lasciamo stare le scuole, le strade, i servizi inesistenti e fatiscenti! Nessuno interviene,nemmeno le mamme! Quindi vuol dire che a tutti sta bene questa situazione di malessere!

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  12. emor

    oggi i lavoratori aps hanno protestato davanti la prefettura per salvaguardare il loro lavoro. Ma i picciuli ri bollette chi ca..i ri fine fanno?

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  13. giovanni

    Scusate ma vi offendete se vi dico che non avete capito nulla? Avete una confusione intesta che sembra una guerra. Sento pagare di tasse che con l'acqua non c'entrano nulla. La bolletta dell'acqua non è una tassa, è un pagamento di un servizio privato. La tassa è quella che pagate al comune (tipo IMU, addizionale comunale, etc.) per un servizio che giudicate voi se c'è o no. Paghiamo le tasse per avere le strade a pezzi, l'illuminazione inesistente, il servizio di trasporto assente, l'assisteza agli anziani e disabili che non c'è, e potrei aggiungere migliaia di cose che non esistono nonostante si pagano fior fior di quattrini. Qualcuno si chiede che fine facciano i soldi delle bollette. Vi siete chiesti che fine fanno gli oneri di urbanizzazione che si pagano al comune quando costruite una casa. Dovrebbero servire per costruire fogna, illuminazione, acquedotto (e questi toccano al comune non all'APS perchè i soldi li diamo al comune) ma se li beccano pari pari senza fare nulla e NESSUNO PARLA!!! E' questo il servizio pubblico? Siamo veramente certi che vogliamo affidare anche la gestione del servizio idrico ad un comune che ha fallito e continua a fallire in tutti i campi dove opera? Ditemi se c'è un solo settore dove il comune di Misilmeri è all'avanguardia. Il fallimento di APS è il fallimento di una classe politica che in sicilia non esiste. Parliamo di acqua pubblica. Già tempo fa mi ero espresso in merito con argomentazioni e scontri verbali con la signora Schimmenti che sembra sparita, ed oggi, a conferma di quanto dicevo, nessun comune è disposto a prendersi la gestione del servizio idrico perchè non hanno i soldi nemmeno per pagare i dipendenti che ci sono attualmente. Ci hanno infinocchiato con il referendum ma ora ci si rende conto che la ripubblicizzazione del servizio idrico non la si può fare perchè non ci sono i soldi per farlo. Bravissimi, siete stati bravissimi a spillarci un bel po di voti ancora una volta e ora avete inguaiato anche quelle 200 famiglie di avoratori APS e inguaierete tutti i cittadini che ora si trovano a subire un fallimento per un servizio essenziale. Si pensa solo alle ideologie ma non si sta con i piedi per terra e questo è il risultato. Certamente la gestione pubblica del servizio idrico sarebbe auspicabile ma non certamente in un paese come quello siciliano dove gli amministratori pubblici hanno dimostrato di non saper gestire un bel nulla, nemmeno la formazione, figuriamoci il servizio idrico. Per 30 anni il comune di misilmeri ha gestito l'acqua e ad APS sono state consegnate le reti idriche e fognarie in condizioni disastrose addossando la responsabilità su questi signori. Per 30 anni non è stato speso un euro e ora si pretendeva che APS in un batter d'occhio rifacesse tutte le reti. La condotta Risalaime è uno scandalo, il comune in passato ha realizzato delle opere che sono costate milioni di euro e non sono nemmeno state attivate. I serbatoi idrici stanno cadendo a pezzi, le strade lacrimano ovunque e la fognatura si infiltra nelle falde e nelle case da 30 anni. Poveri noi, è uesto che rivogliamo?? Il ritrno del servizio al comune sarebbe un disastro di proporzioni inimmaginabili. Per far fronte agli investimenti il comune sarà costretto non solo a far pagare le bollette più salate, ma ad alzare l'IMU, TRISE e quant'alro. La regione e i ministeri nond anno più soldi e il comune deve intervenire con soldi propri che non ha. Torneremo alle cisterne messe su strada e i bidoni da riempire. Questo è quello che ci attende. Il ritorno al pubblico è uno specchio per le allodole, serve solo ai politici per le loro battaglie ideologiche di potere ma non serve ai cittadini. Vorrei infine rimarcare il fatto che molti, volutamente e maliziosamente accomunano il COINRES con APS. COINRES è un soggetto privato che è controllato dai comuni, quindi significa che il gestore è in realtà un consorzio di comuni che hanno dimostrato di non saper gestire nemmeno la carta bollata non capisco come si possa pensare ira di far gestire anche l'acqua ad un consorzio dei comuni. L'APS era al 100 privata. Il fallimento di APS non ha nulla a che vedere con il fallimento della gestione, ma ripeto è il fallimento della politica siciliana che non ha saputo valorizzare una risorsa come l'APS che non era un carrozzone perchè non ci sono state assunzioni fiume come quelle del COINRES ma la gente che ci lavora è umile e tecncamente qualificata. L'APS è stata fatta fallire dalla politica che non ha avuto quello che si aspettava e non ha dato in cambio quello che aveva promesso (i finanziamenti per gli investimenti). Se ne sono fregati di 200 persone che lavorano e dell'intera popolazione siciliana. Gli interessi di pochi hanno fatto fallire un soggetto che aveva tutti i requisiti per andare avanti bene. Il risultato è che il territorio e i cittadini ci perdono sempre perchè centinaia di milioni di euro che potevano essere investiti sul territorio sono andati in fumo e saranno persi per sempre. Tanta gente poteva lavorare e si poteva creare un indotto che di qesti tempi vale oro. Questa è la politica siciliana e questa è la gestione pubblica. Ripeto!!!siamo sempre convinti che vogliamo dare in mano a questi delinquenti la gestione di un servizio idrico essenziale come l'acqua???? Se si poi non piangete miseria. Guardatevi intorno ma intanto il referendum lo abbiamo votao noi e mi rendo conto che lo abbiamo fatto senza sapere quello che volevamo veramente avere. Il soliti ignorantoni... Signora Schimmenti??????dove sei????? Batti un colpo e dimmi che ho torto!!!!!!!

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    1. Maria Concetta Schimmenti

      Signor Giovanni, io mi ero ripromessa di non scrivere più per le ripetute offese che ricevo in questo blog, ma mi è doveroso risponderle.
      L’A:P:S è una società formata da due ulteriori società: una residente a Torino e una a Genova.E’ stata l’unica società ad avere partecipato alla gara d’appalto per la gestione privata dell’acqua pubblica fatta dall’allora Presidente della Provincia di Palermo Musotto; Alla stipula del contratto L’A:P:S: si era impegna a gestire e manutenere la rete idrica pubblica in cambio dei profitti derivati dalla gestione privatistica di questo bene essenziale (almeno il 7 % garantito ):profitti che sono andati ad ingrassare le società madri di Torino e di Genova.La società in oggetto inoltre,si è guardata bene dal firmare una carta di servizi da garantire ai cittadini,alle amministrazioni comunali che affidavanoa lei la gestione dell’acqua pubblica e ai lavoratori stessi della società. Signor Giovanni Lei ha ragione a dire che è colpa della mala politica,e lei può trarne le dovute conclusioni.
      Le chiedo: Perchè i cittadini devono pagare le bollette dell’acqua potabile più salate ( dall’inizio della gestione privata dell’acqua potabile il costo delle bollette è salito in maniera vergognosa ) .Perchè una società privata x,chiunque essa sia deve avere un guadagno da un elemento essenziale alla vita come è l’acqua? Essa è un bene pubblico e nessuno deve lucrarci sopra. Le ricordo inoltre che,secondo la legge italiana,tutto ciò che viene trovato sottoterra o nell’aria sovrastante un fondo privato,non appartiene al proprietario di quest’ultimo ma allo Stato,quindi a noi tutti,di conseguenza il proprietario di un fondo su cui insiste una sorgente d’acqua,ha la sola possibilità di chiedere ed ottenere dallo Stato una concessione per lo sfruttamento della sorgente.
      Ha ragione quando dice che la politica ha le sue colpe,ma le ricordo che prima dell’avvento dell’A:P:S: noi tutti,nonostante le nostre pecche di malapolitica non siamo mai mortidi sete. Le dò ragione quando dice che abbiamo fatto un referendum e per la non volontà politica l’hanno cestinato o quantomeno messo il risultato in quarantena. Ha ragione quando dice che le persone pensano che la bolletta dell’acqua sia una tassa, ma è pur vero che quell’utile del 7% non vogliamo pagarlo, ed è pur vero che da quando ci sta l’A:P:S. le bollette sono triplicate per non dire cosa si deve pagare per un nuovo allacciamento.
      A me dispiace che 200 famiglie stiano attraversando momenti terribili:i lavoratori devono essere protetti e comunque tutelati, quindi penso che chi ha creato tutto questo macello (vedi Musotto e company) e più in alto a livello nazionale,dovrebbe risolvere anche questo problema.
      Dopo questa risposta aggiungo che non risponderò a nessun altro commento non per mancanza di rispetto nei suoi confronti ma perchè non è mia intenzione dare il fianco,in questo blog, a possibili aggressioni verbali e ad offese gratuite nei miei confronti a causa delle quali mi sono allontanata dal parteciparvi.Continuo comunque ininterrottamente nel mio impegno politico e sociale a livello locale e provinciale e spero di potere contribuire attivamente anche alla risoluzione delle vostre problematiche.Se vuole ne parliamo:sa dove trovarmi.
      Faccio i miei migliori auguri a lei e alle 200 famiglie che si trovano in forte difficoltà .

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    2. Chiacchiere

      Maria concetta schimmenti ci mancherai!
      Ci mancheranno le tue banali osservazioni, il tuo so tutto io, il tuo stile comunista si, ma solo di giorni pari escluso i festivi, la tua eleganza, la tua intelligenza sprecata... Ci mancherai troppo!
      Tu metti la faccia ad ogni commento e MAI hai scritto con nick,non hai MAI offeso nessuno e MAI hai sproloquiato a vanvera!
      Pero' Preferisco rosy bindi!

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    3. consumo di suolo e ambiente svenduto

      Anche in sua assenza, guarderemo con tranquillità al futuro.Tranquilli, non è scappata tutto resta come detto nell'ultimo incontro....

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  14. VIVERE MISILMERI

    X GIOVANNI -- SE COME DICI TU APS E' PRIVATA PERCHE' AI DIPENDENTI DEVE ESSERE GARANTITA LA CONTINUITA LAVORATIVA PRESSO UN SOGGETTO PUBBLICO???? NON FACCIAMO IL GIOCO DELLE TRE CARTE RITORNIAMO ALLA GESTIONE PUBBLICA CHE SI STAVA MEGLIO

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    1. Giovanni

      Semplicemente perhè lo dice la Legge 152/06. Comunque continui a non capire. Ti faccio un esempio che spero ti illumini: in questo momento APS è fallita e a gestire non sono più i soci ma tecnicamente sta gestendo il Tribunale di Palermo che se non erro mi pare che sia un ente pubblico. Questo significa che ad oggi la gestione di APS è a tutti gli effetti PUBBLICA!!!!!! Ti è cambiato niente???????

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    2. Giovanni

      Cara signora Schimmenti, mi creda io non me la prendo con lei ma con tutti coloro che vi hanno inculcato queste poche idee confuse. La cosa grave è che di questa confusione lei ne fa il suo cavallo di battaglia. Le spiego un po meglio come stanno le cose così speriamo che le prossime volte almeno sarà in grado di esprimere concetti veritieri invece che messaggi ideologici e assolutamente privi di fondamento. APS è, o per meglio dire era composta da altre società che a livello nazionale sono considerate di diritto pubblico (Acque Potabili Torino, SMAT e IREN sono equiparabili ad AMAP di Palermo, anzi IREN è quasi paragonabile ad un ente Regionale). Quello che ha fatto l’ex Presidente della Provincia Musotto non è altro che ratificare un indirizzo dettato dalle leggi nazionali che sono state votate sia da partiti di destra che di sinistra. Ciò è stato fatto in tutta Italia non solo a Palermo e ripeto questo doveva essere fatto per legge (LEGGE GALLI) e non per volere di Musotto. Il famoso 7% alla quale lei fa riferimento è stabilito dalla suddetta norma nazionale e non lo ha deciso ne Musotto ne APS. Nonostante tutto la devo contraddire quando dice che questo 7% ha arricchito le tasche di APS perché se APS è fallita dopo 6 anni questo significa che non si è arrichito nessuno. Inoltre il 7% non è da calcolare su tutto l’importo della tariffa ma solo su una parte di essa quindi cerchiamo di non dare informazioni false solo per accaparrarci le simpatie della gente. Vorrei informarla anche del fatto che lo stesso meccanismo è applicato ormai da decenni nel calcolo della tariffa dell’energia elettrica e del gas che sono entrambi considerati beni di prima necessità al pari dell’acqua. Mi spiega perché ci lamentiamo solo dell’acqua e non diciamo nulla per l’energia elettrica e il gas i cui prezzi sono legati anche a indici di borsa che dipendono dal petrolio che è un bene ad altissima speculazione???
      Le chiarisco infine un concetto che nessuno ha ben chiaro. Molti come lei non distinguono l’acqua in quanto bene pubblico dal servizio di gestione idrica che può essere e lo sarà sempre sia pubblico che privato. Lei confonde la sorgente d’acqua con la gestione della stessa. Le chiarisco meglio questo concetto. La legge italiana, come lei dice, stabilisce che l’acqua che si trova nel sottosuolo è pubblica e questo nessuno lo ha mai negato. C’è un piccolo particolare e cioè che APS non è proprietaria né delle fonti nè dell’acqua. Anche APS chiede le concessioni al Genio Civile (che rimane proprietario delle fonti idriche) e per questo paga annualmente i canoni di concessione. Anche le reti idriche sono di proprietà dei comuni e per questo APS paga un canone annuale all’ATO. Il termine PRIVATO si riferisce alla GESTIONE e non alla PROPRIETA’. Le faccio ancora un esempio per capire meglio. La Sorgente Risalaime da dove si attinge tutta l’acqua di Misilmeri non è di APS ma ad oggi è gestita da AMAP. Ad APS noi paghiamo un tariffa che serve a coprire i costi di gestione del servizio (bollettazione, letture, manutenzione ordinaria e straordinaria, servizio fognario e depurazione) più quel 7% famoso che lei dice. Quindi questo significa che APS gestisce un SERVIZIO PRIVATO per un bene (l’acqua) che è e sarà sempre pubblico. Ora mi spieghi, se ne ha il coraggio, perché da anni a misilmeri esistono dei pozzi privati che distribuiscono acqua e che non hanno nulla di diverso da APS e a questi nessuno mai ha detto nulla. Se lei non lo sa da quest’anno anche questi applicheranno la tariffa aggiungendo quel famoso 7% di cui lei parla ma nessuno dice nulla. Perché questi privati possono fare quello che vogliono e nessuno dice nulla?
      Infine vorrei farle presente che APS non gestisce solo la distribuzione dell’acqua, ma anche la fognatura e la depurazione e anche questi costi sono coperti dalla tariffa. Ignorantemente si parla sempre e solo di acqua ma c’è da considerare anche la fognatura e la depurazione e questi servizi sono sempre stati dati in affidamento a terzi privati anche prima che subentrasse APS.
      Mi dispiace tantissimo che si facciano battaglie demagogiche senza nemmeno avere la benchè minima idea di quello di cui si parla e mi sono accorto che anche lei, come tanti altri che parlano di acqua pubblica, non avete idea di quello per cui lottate. Avete preso in giro milioni di persone facendo credere che siete per l’acqua pubblica quando non sapete che l’acqua è sempre stata pubblica. Non sapete che la tariffa è calcolata da una autorità nazionale e non sapete che insieme all’acqua c’è da considerare anche la fognatura e la depurazione ma allora mi chiedo: c’è forse malafede in tutto questo? O è solo semplice ignoranza?
      Personalmente sostengo che non importa se la gestione sia pubblica o privata, l’importante è che chi gestisce lo sappia fare bene. Questo è quello che conta. Di certo c’è una cosa, che i comuni sono ormai allo sfascio e non sono in grado di gestire un servizio che a Misilmeri costa un sacco di soldi per via delle condotte idriche e fognarie che sono ormai da rifare. La condizione delle condotte non è certo da attribuire ad APS che le gestisce da pochi anni, ma è frutto di 30 anni di mala gestione pubblica che non ha mai fatto nulla per rimetterle a nuovo e che pretendeva che in pochi anni APS avesse fatto quello che il pubblico non ha saputo fare in 30 anni. Le dico alcune chicche che sono l’emblema della gestione pubblica. A Misilmeri il comune ha realizzato recentemente un serbatoio che è nuovo e che non può essere riempito perché manca la condotta di riempimento e ha realizzato anche e una rete idrica nuova che è piena di allacci abusivi. E’ questa la gestione pubblica alla quale lei auspica? Io personalmente spero che APS passi in mano a qualcuno che veramente abbia voglia di gestire le cose per bene.
      Sono profondamente deluso da chi come lei predica basandosi su informazioni parziali e perfino sbagliate. Abbiate il coraggio di dire le cose come stanno. Abbiate il coraggio di dire alla gente che se il servizio idrico passasse oggi al comune, i costi della bolletta schizzerebbero alle stelle per via dello sfascio economico dei comuni e per via della grande quantità di investimenti che devono essere fatti nelle reti idriche e fognarie. O altrimenti almeno abbiate l’accortezza di non dire nulla. La gente capirà da sola.

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  15. Giovanni

    DA DENUNCIARE SUBUTO - Mi pervengono delle notizie da rabbrividire sugli utimi fatti relativi al fallimento APS. A quanto pare, come era nelle mie più ampie previsioni, ormai su 52 comuni solo 4/5 sono disponibili a riavere indietro la gestione del servizio mentre gli altri hanno dichiarato che non hanno i soldi ne le competenze per farlo. Avete visto che questo referendum ha solo prodotto CAOS e nulla di buono??????? E la volete sapere l'ultima? Parlo soprattutto con lei signora Schimmenti!!!!Tra le 5 mosche bianche (così chiamano i pochi sindaci che si battono perchè il servizio torni ai comuni) ci sarebbe il sindaco di Altavilla. Penserete: e qual'è il problema. Ve lo dico subito. Stranamente il comune di Atavilla Milicia è uno dei pochissimi comuni a ricevere acqua da un pozzo privato (ha capito Signora Schimmenti???? PRIVATO!!!) e il proprietario di questo pozzo ha fortemente sostenuto il sindaco nella sua precedente campagna elettorale. Questo privato forniva acqua ad APS che a sua volta la rivendeva al comune di Altavilla (Scandaloso!!!) e a quanto pare APS non lo pagava. ALLA FACCIA DELL'ACQUA PUBBLICA!!!!!!!!! Adesso cominciate a capire come ci hanno preso per il culo con la storia dell'acqua pubblica? Nessuno ci crede veramente tranne qualcuno che fa finta di crederci per tutelare interessi privati sotto velate spoglie. Penso proprio che a breve si scopriranno tante altre belle cose su questo tema. Vi terrò costantemente aggiornati.

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    1. Francesco

      Giovanni concordo con te su tutto. Il sindaco di altavilla ha forti ********a tutelare il pozzo privato di altavilla. Nessuno lo dice ma è così. Questa cosa andrebbe denunciata subito alle autorità competenti. Se veramente volessimo una gestione pubblica dell'acqua si dovrebbero requisire i pozzi e darli in gestione direttamente ai comuni. Non riesco a capire come un privato possa avere facilmente la concessione per l'attingimento dal sottosuolo e se lo fa un ente pubblico pongono mille vincoli. Il sistema è marcio alla base. Vuoi vedere che il sindaco di altavilla intende affidare a terzi privati la gestione del depuratore? Alla fine avremo acqua fornita da un privato e depurazione e fognatura gestita da un privato. Qui si è pure travisato il concetto di gestione pubblica oltre che di proprietà pubblica. Voglio proprio vedere cosa faranno le autorità competenti in merito alla richiesta del sindaco di altavilla di riavere indietro i servizi dopo il fallimento di APS. Ne vedremo certamente delle belle. I sindaci devono smettere di continuare a prenderci per i fondelli.

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    2. paperino

      giovanni i sindaci, commissari e vice commissari ci prenderanno per i fondelli fino a quando non ci sara' una rivoluzione!
      il marciume sta toccando livelli insostenibili!

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  16. antonino

    Caro sig. Giovanni, Lei mi sembra molto ben informato sulle vicende societarie di APS, sulle normative che hanno interessato il settore della gestione dell'acqua potabile in Sicilia e non solo. In linea di massima, Lei ha ragione quando sostiene che bisogna distinguere tra proprietà di un bene e gestione del relativo servizio; ha torto però quando sostiene che i comuni non siano in grado di gestire in proprio, singolarmente o in forma associata, il servizio stesso: credo che esistano diversi esempi che dimostrano il contrario. Ha torto assoluto, poi, quando fa riferimento alla effettiva gestione di APS, quantomeno a Misilmeri: vero è che non è possibile pretendere, dopo anni di incuria, miracoli di efficienza; è anche vero che l'esempio di malagestione fornito da APS a Misilmeri è sotto gli occhi di tutti. E non mi riferisco a opere faraoniche come il rifacimento della condotta di Risalaimi, che comunque mi risulta APS si fosse impegnata a fare, ma ad opere di piccola e ordinaria manutenzione quotidiana; chi scrive, come qualunque altro misilmerese, ha esperienza diretta in proposito: un contatore che perde da ormai 2 anni, con innumerevoli chiamate ad APS (almeno fino a quando rispondevano al telefono, ma hanno smesso ben presto), una perdita davanti casa sotto il manto stradale (strada principale)che dura da mesi (è cresciuta erba alta 1 metro!);tombini per le acque piovane che in questi anni non sono mai, e sottolineo mai, stati ripuliti, diventando di fatto inutili (visto che Lei ci ricorda che APS gestisce anche le fognature...)e potrei aggiungere tanti altri piccoli ma intollerabili episodi che non possono certo essere accettati a fronte di un regolare pagamento di fatture. Pertanto, condivido con Lei la critica alla getione comunale dei servizi a Misilmeri, che ha portato disagi, inefficienze, clientelismo; sono d'accordo sull'affidamento della suddetta gestione a chi è capace di farla, pubblico o non pubblico (ma con paletti ben precisi). Non condivido più nel momento in cui Lei si lancia in una appassionata e suppongo interessata difesa della specifica gestione di APS, che giudico fallimetare da molto prima che il fallimento fosse anche societario. E mi dispiace ovviamento per i lavoratori, sulla selezione e la provenienza dei quali peraltro non so nulla. Spero che nella soluzione del problema si tenga conto anche del loro futuro, previa verifica, ovviamente, delle competenze e dell'utilità di ciascuno di loro.

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    1. Giovanni

      Caro Antonio,
      ciò che lei dice è giusto ed è sotto l'occhio di tutti. Misilmeri è un colabrodo ma le dirò che APS ha smesso di catapultarsi in una manutenzione in perdita quando ha capito che stava fallendo (secondo lei è normale riparare migliaia di perdite all'anno???). Quando una rete perde in milioni di punti, non ha senso continuare a ripararla infinitamente ma la si deve sostituire interamente. Vada a vedere tutti i progetti che APS ha proposto e vada a vedere quanti progetti sono stati approvati..NESSUNO....
      E' vero che APS si era impegnata a rifare la condotta di Risalaime, ed infatti il progetto lo ha fatto immediatamente. Secondo lei aveva senso ripararla tutte le volte che APS lo ha fatto? Il problema è che non gli hanno mai approvato il progetto. Sa perchè non approvavano i progetti e in parte non li finanziavano nemmeno???? Provi ad immaginare....il fallimento di APS è il nostro fallimento, il fallimento di una Regione che ha fallito in tutto e chi ci ha rimesso siamo noi cittadini poveri ignari di tutto.

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    2. Giovanni

      Potrebbe inoltre farmi un esempio di quali forme associate tra comuni abbiamo proposto modelli di eccellenza in provincia di Palermo e soprattutto dove è incluso il comune di Misilmeri? COINRES??? METROPOLI EST???? Lo dico con assoluta certezza!!! In Sicilia non abbiamo la benchè minima senzazione di cosa sia il management di un bene pubblico. Si amministra solo per il proprio interesse e la politica deve fare sempre da padrona. Ci vorranno secoli prima di arrivare a livelli avvicinabili a quelli di eccellenza tipo quelli inglesi.

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  17. Pietro Giacomo Giovanni nella barca

    Dopo l'acqua anche la casa.La sinistra sta tentando l'esproprio proletario consentendo ai prefetti di intervenire per bloccare gli sfratti.Ormai è chiaro, stanno in parlamento solo per fare leggi contro Berlusconi e li dobbiamo pure pagare.

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  18. artigiano

    Signor Giovanni le porgo alcune domande: 1) La colpa che l'aps è fallita è del referendum vinto dai cittadini italiani? 2) La colpa che l'aps è fallita è colpa dei cittadini che si sono visti raddoppiare e forse più le bollette subendo durante la gestione sps notevoli disservizi? 3) Per sanare i debiti dell'aps deve intervenire lo stato? come di solito ha fatto con le grande imprese come la fiat l'alitalia e roba del genere? 4) I debiti dell'aps li dobbiamo pagare noi cittadini? 5) Gli operai dell'aps devono essere assorbite dalle istituzioni pubbliche? 6) Io ho chisto fallimento perchè non riesco più a pagare le tasse, in aiuto quale stato mi sta venendo incontro? 7) I miei operai che stanno in mezzo alla strada quale ente pubblico li assume? 8) Per finire, non ci stanno figli e figliastri, i miei operai non mangiano e quando li ho assunti non hanno fatto nessun concorso come del resto non l'avete fatto voi.

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    1. Giovanni

      Carissimo artigiano,
      le rispondo puntualmente fermo restando che al 99% la penso come lei relativamente ai comportamenti dello stato. 1) La colpa del fallimento di APS non è ovviamente del referendum, ma della politica siciliana in generale. Gli ex soci di APS erano venuti qui per fare soldi, non per fallire. L'unica copla che ha il referendum è di aver complicato le cose e le ha rese più confuse. La gente pensa che se il servizio torna ai comuni non si pagheranno più le bollette dell'acqua. Ciò è assolutamente falso e con il ritorno ai comuni del servizio assisteremo non solo ad un peggioramento del servizio (perchè non ci sono le risorse) ma ad un aumento delle tasse locali per coprire le perdite di gestione. 2) La colpa del raddoppio delle bollette non è dell'APS ma di una legge nazionale che calcola le tariffe con un meccanismo perverso che fa aumentare le tariffe. La stessa cosa dovranno fare anche i nuovi gestori pubblici o privati che siano. Lo doveva fare anche il comune di Misilmeri solo che nessuno ha avuto il coraggio di farlo e il risultato è che abbiamo una rete idrica che perde da tutte le parti e un altissimo tasso di gente che non paga le bollette. 3) I debiti di APS non saranno sanati dallo stato 8ci mancherebbe) ma andranno a gravare purtroppo sui fornitori di servizi e molti di questi saranno costretti a fallire insieme ad APS. 4) I debiti di APS non li dobbiamo pagare noi, come le dicevo prima il calcolo della tariffa non lo decide APS ma una autorità nazionale.
      Sui dipendenti si deve fare un discorso a parte. Molti non sanno che esiste una legge nazionale che tutela i lavoratori facenti parte delle aziende che gestiscono il servizio idrico integrato quindi la tutela deve essere fatta per legge. Il problema è che il patto di stabilità a cui devono sottostare i comuni (deciso dallo stato) sta bloccando questa cosa e per questo si chiede allo stato di intervenire con urgenza sbloccando questa situazione assurda. Ecco perchè i lavoratori di APS chiedono un intervento del pubblico. Non lo fanno perchè vogliono dei soldi (sono già garantiti dalla legge), ma lo fanno solo perchè lo stato che in teroria doveva garantirli è lo stesso che li sta mandando a casa per via del patto di stabilità. E' vero, sono stati assunti senza concorso, ma questo non è colpa loro. Lo stato ha bloccato i concorsi ormai da 20 anni eppure le assunzioni si fanno ovunque. Ha visto un bidello vincitore di concorso??? Mi spiace enormemente per la sua situazione che però è profondamente diversa da quella di APS. Speriamo solo che le cose possano migliorare ma onestamente non si vede nulla di buono all'orizzonte.

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  19. Giovanni

    Aggiormaneto sulla questione Acqua Pubblica - Il sindaco di Bagheria, lo si legge su tutti i giornali online, è disposto da subito a prendersi il servizio idrico e per la gestione dello stesso sarebbe disposto a fare subito un bando per l'affidamento della gestione ad un soggetto privato il quale, per salvaguardare il personale APS, dovrebbe assumere il personale attingendo dalla lista APS. ALLA FACCIA DELLA GESTIONE PUBBLICA!!!!!!Il Comune di bagheria quindi sarebbe disposto a togliere il servizio ad APS per affidarlo ad un altro privato (se amico è meglio) il quale dovrebbe essere costretto ad assumere personale APS. E dov'è finito il concetto di gestione pubblica del Servizio? Con questo concetto deviato che hanno i sindaci potremmo desumere che anche l'attuale gestione del servizio è pubblica in quanto il gestore è la Provincia che ha affidato ad APS il servizio. Roba da matti. E poi con quale criterio verrebbe scelto il personale di APS? O meglio lo immaginiamo tutti ma è meglio non dirlo, non si sa mai. Eppure molti amici bagheresi mi dicono che da quando l'ASP ha rilevato il servizio che prima a bagheria era gestito direttamente dal comune, le cose sono cambiate in maniera radicale ed in meglio. Perfino le autobotti private hanno risentito del duro colpo. Chissà cosa accadrà se mai questi sindaci si uniranno tutti insieme per creare una società unica. Immagino già il livello di eccellenza che si raggiungera'. A proposito, non si hanno notizie di cosa voglia fare il comune di Misilmeri. Rivuole il servizio, lo vuole affidare a terzi o lo vuole gestire con propri dipendenti? Sarebbe opportuno saperlo.

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  20. Giovanni

    Ultimo aggiornamento sulla vicenda APS. Sarebbe stata individuata l'EAS come società che dovrebbe salvare APS dal fallimento. L'EAS???? Ma Crocetta ci è o ci fa!. L'EAS dovrebbe assorbire APS? E chi assorbirà EAS? Centinaia di milioni di euro di debiti chi li pagherà? EAS...grande esempio di efficienza nella gestione idrica. Gli attuali comuni che gestisce sono praticamente ormai abbandonati da anni e non hanno più nemmeno i soldi per pagare gli stipendi. Ma chi è per l'acqua pubblica ha fatto i conti con la crisi attuale? Quanto costa la gestione dell'acqua allo stato? Il referendum ha messo nei guai sia il governo nazionale che quello regionale. Per far finta di accontentare chi ha votato si al referendum sull'acqua pubblica il governo regionale si sta inventando una legge sul riordino che non è altro che una velata riprivatizzazione del servizio idrico. Sostengo da anni che in una nazione sommersa dalla crisi finanziaria e dai debiti e che per risanarsi va verso la privatizzazione di quasi tutto, riprivatizzare la gestione del servizio idrico adesso non farà altro che affossare ancora di più la nazione. La Francia ci stava tentando dopo 30 anni e stava per essere risucchiata dalla crisi finanziaria e si è dovuta ricredere. A tutti quelli che sono per l'acqua publica mi viene da dire: finitela di fare finta di non capire, non è il momento. Avviamo invece una sana privatizzazione (nonc ome quella di APS) perchè in molti casi i privati hanno dimostrato di essere molto più efficienti del pubblico. Per evitare di lucrare sull'acqua esistono le autorità di controllo che sono pubbliche.

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