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Sequestrati beni a Cosa Nostra anche a Misilmeri

Mentre si davano da fare per ricostituire la cupola di Cosa nostra, non avevano smesso di accumulare “roba”, per dirla alla Giovanni Verga, o di investire fuori dalla Sicilia, a Milano in particolare. Dopo l’esecuzione dell’operazione “Perseo”, che nel dicembre del 2008 ha portato in manette quasi cento presunti mafiosi, i carabinieri del comando provinciale di Palermo, con una paziente opera di analisi economica-finanziaria, sono riusciti a porre i sigilli a beni per un ammontare totale di 50 milioni di euro. Sono per lo più immobili, anche di pregio, ma anche numerose attività legate all’edilizia e al commercio. Ma, su tutti, spiccano una società, un bar-tavola calda, una villa e un immobile a uso commerciale nella capitale meneghina. Frutto, secondo le indagini, del riciclaggio di denaro sporco messo in atto da Gaetano Fidanzati, boss dell’Acquasanta specializzato nel narcotraffico che a Milano aveva stabilito la sua base operativa. Sotto l’ombra del Duomo, infatti, è stato arrestato il 4 dicembre 2009, quasi in contemporanea con la cattura a Palermo, del giovane boss Gianni Nicchi.
Non solo Milano. I destinatari del provvedimento patrimoniale sono fra i protagonisti principali dell’inchiesta “Perseo”. Giovanni e Salvatore Adelfio, capimafia di Villagrazia; Benedetto e Sandro Capizzi, di Santa Maria di Gesù; Giuseppe Scaduto, di Bagheria e, come detto, Gaetano Fidanzati. Dopo le batoste subite ad opera delle forze dell’ordine, che avevano messo le manette – l’uno dopo l’altro – a Provenzano, Rotolo e Lo Piccolo, le famiglie palermitane avevano deciso di ricostituire l’organo direttivo di Cosa nostra. Un piano bloccato dalle indagini dei carabinieri che hanno scovato anche le ricchezze dei parteicpanti ai vari summit. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha così disposto del patrimonio dei boss.
Una società a Petrosino, nel Trapanese, e una ditta individuale a Palermo, operanti nel settore agricolo; una casa rurale e 19 appezzamenti di terreno a Mazara del Vallo, un terreno a Petrosino, un’auto e sette rapporti bancari. Beni riconducibili a Giovanni Adelfio.
A Salvatore Adelfio risalgono, invece, un lungo elenco di società. Cinque a Palermo e una a Petrosino nel settore agro-alimentare; una società di scommesse e una alimentare a Misilmeri, nel Palermitano. Poi vari immobili: due ville e un magazzino a Palermo; un casa rurale e due appezzamenti di terreno a Mazara del Vallo; cinque appezzamenti di terreno a Petrosino, nel Trapanese; tre auto e 29 rapporti bancari.
A Benedetto Capizzi hanno sequestrato: tre imprese individuali nell’abito del movimento merci, sbancamento terra e demolizioni a Palermo e Altofonte; la società “Meditin” con il capitale sociale (edilizia e trasporto merci) a Palermo; un fabbricato con capannoni adibiti ad attività comerciale e artigianale; una villa a tre piani a Palermo; una villa a Campofelice di Roccella e un’auto.
Al figlio Sandro Capizzi sequestrati: supermercato Conad a Palermo della catena “Fratelli Giaconia”; una villa a Palermo e quattro rapporti bancari.
Giuseppe Scaduto sarebbe stato il proprietario del ristorante “L’ultima fermata” a Bagheria”; la società “Rinascimento hotel srl” a Palermo; un’impresa individuale, settore edilizia, a Villabate; due appezzamenti di terreno, due fabbricati rurali e un appartamento a Palermo; tre appartamenti e tre magazzini a Bagheria; un veicolo speciale, un’auto e undici rapporti bancari.
Infine, a Gaetano Fidanzati, oltre quanto già vista, i sigilli sono stati posti a: un appartamento e un garage a Mediglia (Milano) tre auto e ben 19 rapporti bancari.
Tratto da live Sicilia

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13 Commenti

  1. adele

    Le scommesse non mi interessano, ma se ci fate sapere qual è la società di alimentari, potremmo evitare di andare a farci la spesa.Grazie

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  2. Giovanni Furnari

    Scusate,io di economia ne capisco poco,ma perchè lo Stato non mette immediatamente in vendita tutti i beni sequestrati alle varie mafie per fare cassa? Secondo me non sarebbe male cu sti chiari di luna.

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  3. adele

    GIOVANNI FURNARI: Ufficialmente perchè la mafia li ricomprerebbe attraverso i famosi prestanome.Il punto è che NON SI VUOLE VERAMENTE ERADICARE IL FENOMENO. In questo modo, creando le agenzie.... si finisce esattamente per far rientrare nel possesso dei medesimi beni chi UFFICIALMENTE deve esserne allontanato.Mi piacerebbe sapere a che punto è il NOSTRO staff comunale che si occupa di" dialogare DIRETTAMENTE con l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati e la Prefettura" e se sta "OTTENENDO IL RIUSO PRODUTTIVO" di cui parlava il Sindaco in Settembre. Furnari, da persona colta Lei conosce certamenteGiuseppe Tomasi di Lampedusa ed il suo Gattopardo.
    Le propongo la rilettura del brano in cui si fronteggiano Chevalley,che proviene dal mondo dinamico del nord, ed il principe,nelle cui parole la Sicilia diventa metafora di una condizione esistenziale,dominata da un senso di PARALISI E DI IMPOTENZA,attratta voluttuosamente dalla morte e dal nulla: "la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre , desiderio di morte; DESIDERIO DI IMMOBILITA' VOLUTTUOSA , cioè ancora di morte, la nostra pigrizia" Pensa che sia cambiato qualcosa?
    Del resto, il motto è : fingere di voler cambiare tutto per non
    cambiare nulla. Un saluto

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  4. Ciro Costanza

    x adele e furnari:
    siamo noi che con il nostro voto iper-garantista permettiamo tutto cio'....
    Con la scusa del garantismo senza se e senza ma abbiamo mantenuto un pres. della regione e lo abbiamo "legittimato" a govenare 200 anni....e DOPO 120 anni di processo ci si e' accorti che era colluso con la mafia....
    Io faccio mio un pensiero del giudice Borsellino il quale diceva che sarebbe bastato il SOSPETTO per allontanare un politico...anche se non condannato!
    Con la scusa del garantismo abbiamo permesso un pres. del consiglio di portare l'italia alla rovina e adesso ci rendiaamo conto che era opportuno un passo indietro....ma intanto il tempo passa e i politici corrotti si fanno i fatti loro!
    Cari miei....qualcosa cambiera' il giorno che saremo noi a volerlo...il giorno che negheremo perfino il saluto a chi e' solo in odore lontanissimo di mafia!!!
    saluti

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  5. Giovanni Furnari

    @Donna Adele
    Bene,facciamoglieli ricomprare e poi glieli sequestriamo di nuovo,avremmo così guadagnato due o tre volte sulla loro pelle.Ora,provocazoni a parte,posso mai pensare che lo Stato non sia in grado di controllare gli acquirenti?Come dice giustamente Lei,non vogliono farlo,e poi vediamo a striscia che i suddetti beni vengono donati ad amici e amici degli amici.Tutto ciò,è vomitevole.
    @Ciro
    Noi due in tema di giustizia siamo molto più vicini di quanto non appaia su questo blog.
    E mi spiego,tu sei garantista con il cittadino comune quanto e più di me,ma ti inalberi ed eccedi in giustizialismo quando un'indagine coinvolge un politico o un uomo dele Istituzioni.Come sarebbe facile e comdo darti ragione,ma io,contrariamente a te non dimentico che anche il politico è u uomo,per quanto inutile,incapace,colluso,schifoso,ma pur sempre un uomo che ha diritto ad un regolare processo in tribunale,per fortuna.Non mi pace la giustizia di piazza con itribunali del popolo e la forca.Proprio l'altro giorno,l'Europa ci ha rifilato l'ennessima e autentica "scorcia ri coddu"o scoppola se preferisci,in tema di giustizia,inoltre il Presidente Napolitano chiedeva un codice deontoligico per tutti i magistrati.Confido nel fatto che essendosi tolto di mezzo il motivo di tutti i mali d'Italia.si possa,dopo i provvedimenti impellenti di carattere economico,mettere mano ad una sana riforma della giustizia italiana.Credimi è necessario.Cordiali Saluti

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  6. ALICE

    ALLA SIGNORA ADELE....se mi permette
    """Un brano estrapolato dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Di seguito le parole del Principe di Salina sulla condizione di vita, o, meglio, di non vita dei Siciliani. Pensate che sia cambiato qualcosa da quel 1958, data in cui il nostro conterraneo pubblicò questo kolossal della letteratura? Ci siamo davvero svegliati o continuiamo a vivere nel sonno, nell’incapacità di agire e portare fino in fondo ciò che vogliamo?
    “Noi Siciliani siamo stati avvezzi da una lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la nostra lingua, a spaccare i capelli in quattro. Se non si faceva così non si sfuggiva agli esattori bizantini, agli emiri berberi, ai viceré spagnoli. Adesso la piega è presa, siamo fatti così. Avevo detto ‘adesionè non è partecipazione. (…)
    In Sicilia non importa far male o far bene; il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘farè. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il ‘la’(…)
    Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagagliaio. Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana. Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semi-desti; da ciò il famoso ritardo di un secolo delle manifestazioni artistiche ed intellettuali siciliane: le novità ci attraggono soltanto quando le sentiamo defunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali; da ciò l’incredibile fenomeno della formazione attuale, contemporanea a noi, di miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che ci attrae appunto perché è morto.” Rosaura Bonfardino """ In giro di queste persone c'è ne sono fin troppe ed in particolare uno a Misilmeri. Cordiali saluti

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  7. Ciro Costanza

    @giovanni: vedi caro amico mio....io non ho mai detto che un politico non sia un uomo....pertanto e' giustissimo che abbia un giusto ed equo processo..esattamente alla stessa maniera di un comune cittadino e quindi......se per un cittadino comune occorrono 200 anni ne devono occorrere altrettanti per un politico.......
    Vedi caro giovanni...io credo che fare politica debba essere una missione e non una carriera...e questo deve valere tanto per i politici quanto per i magistrati...perche' e' indubbio che ci sono magistrati politicizzati a destra e a manca....ma e' compito della politica fare in modo di creare il GIUSTO equlibrio!!
    Ti assicuro che in nessun stato al mondo si entra a fare politica con i calzoncini corti e si esce a 95 anni....il problema caro mio e' proprio questo..il ricambio della politica..quello che in Italia e' impossibile o quantomeno rarissimo...
    Che credibilita' possiamo pretendere quando ci presentiamo all'estero con parlamentari indagati di tutte le schifezze di questo mondo?
    Questo e' quello che penso io giovanni...senza nulla togliere al garantismo che....tu sai benissimo al di la di cio' che si esaspera in un dialogo nel blog io credo fermamente e concordo sul fatto che....meglio dieci colpevoli fuori che un innocente in galera!
    Pero' devi ammettere che in Italia si sta superando il limite della decenza e un politico...dal momento in cui viene eletto puo' fare cio' che vuole senza dover rendere conto a nessuno...e se un magistrato si permette di indagare su di esso allora....SCANDALO...GIUDICI POLITICIZZATI ECC. ECC.
    Caro giovanni..lo sai meglio di me...ci sono stati che non ti cito..in cui basta aver copiato una tesi di laurea per dimettere il proprio mandato da ministro della difesa con tanto di vergogna!!!
    Ce lo vedi da noi un politico fare questo???
    Ma assolutamente NO....da noi puo' restare anche se venisse visto andare a braaccetto con Riina!!!
    Ciao giova'

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  8. Giovanni Furnari

    @Ciro
    Grande Ciro,condivdo il tuo commento dalla prima all'ultima parola.Solo alcune piccole precisazioni,dove tu dici che siccome il normale cittadino impiega 200 anni per avere giustizia tanto deve passare anche per il politico,io dico,ma perchè non è possibile trovare un modo per cui per entrambi potrebbero bastare 6 mesi o al massimo un anno?Poi se colpevoli si buttino via le chiavi,se innocenti riprendano l loro vita tranquillamente.E' pure veo,come dic tuche da noi abbiamo politici Matusalemme, per questo penso che il sindaco di Firenze sia quantomeno simpatico.Ciao Ciro,un abraccio

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  9. Francesca

    @Giovanni Furnari e Ciro Costanza......Scusate l'intromissione, ma ho letto i vostri commenti e non posso non concordare con voi. Aggiungendo che il politico, per natura, è un personaggio pubblico e come tale deve impeccabilmente recitare il valore etico della politica. Vorrei in ultimo aggiungere, che la vera Francesca sono io e non quegli altri impostori che scrivono con falsi nomi......Quindi non è facile essere vili, ma purtroppo e comunque lo siete, facendo queste azioni puerili. Saluti 🙂

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  10. Ciro Costanza

    furnari: purtroppo caro giovanni riguardo i tempi della giustizia non e' facile stabilirli per legge....ogni processo ha la sua storia e i suoi tempi..credo invece che bisognerebbe potenziare l'organico della magistratura e diminuire il carico ad ogni magistrato!
    Non e' possibile che ci sono procure che non hanno neanche il tempo di respirare e procure che giocano a 3 sette e hanno piu' magistrati che uffici..
    Concordo sul sindaco di Firenze...solo che e' talmente simpatico che e' osteggiato piu' dalla sinistra che dalla destra!
    Ciao carissimo.
    @francesca quella vera: carissima francy so benissimo chi sei da come scrivi.....cosi' come ho capito chi e' alice...e non e' certamente una donna!

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