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Compie cinquant’anni la croce del Castello dell’Emiro

Lo ricorda Giuseppe Giordano

Compie cinquant’anni la croce del Castello dell’Emiro

Ricorre oggi, 14 settembre 2014, il cinquantesimo anniversario dalla solenne erezione della Croce posta sulla collina del Castello dell’Emiro, a protezione dell’intera città di Misilmeri.

A promuovere l’iniziativa fu nel 1964 il presidente di Azione Cattolica della Parrocchia di San Francesco d’Assisi, sig. Domenico Giordano, ottenendo il parere favorevole del parroco, don Gaetano Sciarabba, sempre sensibile a sostenere e incoraggiare le buone proposte che gli giungevano dai giovani della sua tanto amata parrocchia. Infatti, furono proprio loro, i giovani di Azione Cattolica, a improvvisarsi per l’occasione carpentieri, muratori, falegnami ed elettricisti, preparando la struttura della base in legno, impastando il cemento per la colata e realizzando con delle grandi travi la stessa croce alta circa 5 metri e illuminata da un “neon” di colore blu che la rendeva visibile anche la sera dall’intera vallata dell’Eleuterio. Il sindaco di allora, prof. Francesco Cupidi, si interessò di far giungere attraverso dei cavi aerei la corrente elettrica sul posto (fino ad allora, infatti, al castello non vi era alcuna illuminazione).

Non poche furono le difficoltà che dovettero affrontare quei ragazzi tanto animati di buoni propositi.Prima fra tutte l’impossibilità di far giungere sul posto il materiale per la costruzione, a causa dell’accesso allora non praticabile con i mezzi gommati. L’acqua che serviva per impastare il cemento venne infatti trasportata su dei barili a dorso d’asino dalla fontanella dei “due cannoli” fin sul posto; stessa cosaavvenne per la sabbia e il cemento, scaricati dai mezzi nei pressi della cappella votiva che tuttora esiste al termine di via La Masa, sulla strada per Belmonte Mezzagno, e da lì trasportati al castello con l’aiuto di un asinello.Ma anche ottenere le varie autorizzazioni da parte del Comune non fu semplice, in un terreno cheoltretutto fino ad allora il Municipio contendeva con un privato. Ma l’impegno e la tenacia che animavano quei giovani fece sì che l’opera vedesse finalmente la realizzazione e Misilmeri tutta nel contemplare quella Croce potesse sempre ricordarsi del suo essere “ontologicamente” cristiana, proprio il quell’area dove la Storia ci insegna che i Normanni agli inizi del secondo Millennio sconfissero gli Arabi ottenendo tra l’altro il trionfo del Cristianesimo sull’Islam.

Sulla base della croce venne posta una lapide in marmo che diceva:

 

I giovani di Azione Cattolica

della Parrocchia di San Francesco d’Assisi di Misilmeri

eressero a perenne ricordo – 14 settembre 1964

 

Ai piedi della croce, nel 1967 venne anche collocata una immagine in gesso dell’Addolorata che in precedenza era stata pellegrina in alcune famiglie del quartiere di San Francesco.

Quella Croce ben presto divenne meta di pellegrinaggi, soprattutto in occasione dellepartecipate Viae Cruciscittadine che diverse volte furono organizzate dai giovani delle quattro parrocchie del Paese, pionieri di una tanto attesa e difficile unione inter-parrocchiale che finalmente vedevano in parte raggiunta, e di cui oggi dovremmo forse riappropriarci.

Più volte, il 14 settembre – ricorrenza liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce – il parroco Sciarabba ha celebrato la santa messa proprio ai piedi della Croce, impartendo, al termine della celebrazione,la benedizione con la reliquia della Santa Croce all’intera cittadina dall’alto di quel luogo.

Nel tempo, purtroppo, gli atti vandalici non hanno risparmiato neppure quel sacro vessillo. È stato infatti distrutto il “neon” che illuminava la Croce ed è stata asportata la lapide che ne ricordava l’erezione. Qualche abitante di Via La Masa pensò perfino di sfruttare la Croce come palo per istallarvi l’antenna televisiva. Il vento haanche poi abbattuto l’originale Croce dalle grandi dimensioni, poi sostituita, per interesse di alcuni buoni cristiani del paese, con una di dimensioni minori.

Sarebbe bello che, a distanza di mezzo secolo, fossero nuovamente i giovani della Parrocchia di San Francesco, anche nel clima di fervente e dinamico impegno che il giovane parroco don Alessandro Guarino ha già più volte dimostrato, a ripristinare quanto il tempo e l’incuria ha purtroppo cancellato, ricompiendo un così nobile gesto sull’esempio di quei giovani parrocchiani che li hanno preceduti.

Siamo certi, inoltre, che a nessun misilmerese mancherà la voglia di collaborare e impegnarsi attivamente per ridare decoro a quella Croce, proprio oggi, in un tempo tanto difficile e offuscato da falseed effimere ideologie, in cui abbiamo, purtroppo, smarrito gli ideali dei cristiani, orgogliosi figli della Croce.

Sia questa, dunque, una buona occasione data a Misilmeri tutta (ai parroci, agli amministratori, alle forze dell’ordine, agli insegnanti, ai giovani e agli adulti) perelevare in alto lo sguardo e riguardare alla Croce con rinnovato impegno di buoni cristiani e di onesti cittadini, sull’esempio di Colui che su quel legno nel silenziosi offrì vittima innocente per ciascuno di noi.   

Articolo inviato da Giuseppe Giordano

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