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L’associazione Sicilitudine presenta: ”A scuola di legalità”

L’iniziativa parte dalla scuola Cosmo Guastella

L’associazione Sicilitudine presenta: ”A scuola di legalità”

“La mafia è chi uccide” …”sono le persone che vogliono il potere e i soldi e li ottengono con la violenza” …”è chi ruba e spaccia”. Risposte date da studenti della scuola media alla domanda : Cos’è per te la mafia? Di certo non è una questione semplice capire cosa si nasconde dietro le parole ed i numeri di un sondaggio. Ci hanno provato i ragazzi dell’associazione socio- culturale “Sicilitudine” di Misilmeri. “Siamo nati ad agosto 2013 – racconta Giuseppe Princiotta il presidente – con lo scopo di sensibilizzare, con i pochissimi strumenti a disposizione, i nostri coetanei che siano ragazzi o bambini ad un senso di rispetto e ad una cultura antimafia, che nel paese di Misilmeri latita”. Il primo passo l’hanno mosso all’interno delle scuole medie del paese, dal momento che hanno deciso di “adottare” la scuola Cosmo Guastella nell’ambito dell’iniziativa “Adotta un monumento”. Il passo successivo è stato quello di frequentare un corso di formazione con Libera e di instaurare una collaborazione per portare la loro esperienza fra i giovani del paese. “Adesso grazie alla nostra mediazione – afferma il presidente – gli studenti potranno seguire questo percorso con Libera e ovviamente con noi”. Così è partita la loro avventura, nel loro contesto un po’ particolare, un paese commissariato tre volte in 20 anni, per infiltrazione mafiosa, con poche risorse, con i loro mezzi e tanta voglia di fare. Hanno pensato subito di somministrare un questionario con 17 domande volte a scoprire quale sia la percezione del fenomeno mafioso su un campione di 195 giovani tra i 13 e 14 anni. Dalle risposte aperte è emersa una percezione abbastanza stigmatizzata, magari scaturita dalla rappresentazione mediatica “classica” e quindi la mafia si configura come “quella delle stragi” che sovrasta tutte le altre sfaccettature ed evoluzioni. Ci sono state poi persino accezioni positive estreme come “la mafia è giusta”. C’è da dire , sottolinea chi ha esaminato i dati, che il contesto sociale difficile ed impregnato di illegalità potrebbe aver giocato la sua parte in questa concezione. Altrettanto “ordinaria” la concezione della legalità come “rispetto della legge” per l’85% degli intervistati. Dato interessante e su cui l’associazione tenterà di lavorare, risulta da un confronto di numeri. Sebbene l’89% affermi di avvertire la presenza diffusa della criminalità organizzata, una percentuale alta come il 79% dichiara di capire ben poco delle dinamiche che stanno all’origine e dietro il fenomeno. “I risultati dei questionari mi hanno lasciata un po’ perplessa perché molti non hanno preso in maniera seria l’attività che stiamo per porre in essere ed inoltre testimoniano quanto sia dilagante una scarsa conoscenza e comprensione. Questo però ovviamente non fa che rafforzare questo progetto e la mia personale convinzione che in questo paese c’è un urgente bisogno di educazione civica e soprattutto di educazione alla legalità” dice il vicepresidente Alessandra Sarmentino. “L’entusiasmo dei ragazzi di Sicilitudine mi ha colpito, spero che possano trasmetterlo agli studenti insieme alle informazioni sul fenomeno mafioso che ormai i mass media non danno più – dice il professore Borgia che ha seguito il progetto – e di cui i ragazzi hanno gran bisogno, lo testimoniano i dati del sondaggio, sono poco informati sulla mafia perché non la vivono dal momento che è più subdola di una volta. Certamente la scuola da sola non può farcela, c’è bisogno di giovani che parlino ai giovani, seminando qualcosa di buono uscirà”. La formazione passa attraverso la scuola e di mafia se ne parla più lì che tra le mura domestiche o per strada. Ed è proprio lì che qualcuno di loro intravede comportamenti mafiosi in “ ragazzi che camminano con il coltello e minacciano altri ragazzi”. Frasi come queste sottolineano il bisogno del supporto della comunità per trasmettere dei valori che non perdano quando escono fuori dai cancelli della scuola. “La maggior parte della cultura dei ragazzi circa la mafia dalle risposte, risulta essere molto legato al film “Il Capo dei Capi” e questo è veramente triste e giustifica risposte che vedono stato e mafia sono due organizzazioni che “o si fanno la guerra o si mettono d’accordo” riferisce il Presidente – ma in mezzo a questi ci sono molti ragazzi invece che ancora credono nei principi della legalità e ripudiano almeno a livello concettuale la mafia. Cercheremo di colpire di più i primi rispetto ai secondi”. Si evince infatti dalle percentuali che gli studenti, nonostante le percezioni e rappresentazioni stigmatizzate, una positiva inclinazione a vedere la mafia come “un male per la società”. Una società che unita potrebbe sconfiggerla pensa l’82% mentre solo il 18% crede che sia inutile provarci e che solo dio può, ed è su questi dati che i ragazzi misilmeresi di “Sicilitudine”, supportati dall’esperienza di “Libera”, baseranno il loro intervento, per intraprendere con le scuole un percorso di risanamento del valore della legalità che passi attraverso la conoscenza. Un’operazione complessa che non vuol essere una panacea né ambisce ad esserlo. “Non puntiamo ad avere enormi risultati, non pensiamo ne che stiamo cambiando Misilmeri, ne sconfiggere la mafia nella testa dei bambini, quello che vogliamo dimostrare è che anche a Misilmeri qualcosa si muove, che ancora c’è una parte della comunità dedita a questi argomenti. Se qualcuno nota il nostro operato e vuole incrementare i nostri strumenti sarebbe l’ideale, ma il nostro fine è quello di piantare semi”. Questa è la loro battaglia, piantare semi in un terreno arido, ferito e martoriato. La combattono con i pochi, se non nulli, mezzi che hanno a disposizione, Chissà che non rimangano soli.

Lorenza Strano

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