Il mese di Dicembre è il più ricco di festeggiamenti, tradizioni e “mangiate”, quest’anno visto il clima di austerità dovuta alla crisi, si rinuncerà sicuramente a tanto, ma deve essere la cucina “povera” palermitana ad aiutare a sollevare l’umore senza gravare troppo sulle tasche.
Ecco perché ho deciso di preparare per voi un menù natalizio, con la cucina popolare, una cucina ricca di “tradizione”, una cucina piena di ricordi….
ANTIPASTO: “U ficatu ri sietti cannuola”
La zucca in agrodolce è un piatto tipico della “cucina povera palermitana”, che viene proposto nelle nostre tavole nei giorni di feste.
L’unione tra dolce e salato, l’apparenza litigio tra l’aspro dell’aceto di vino ed il dolce dello zucchero caratterizza moltissime ricette sicule, soprattutto per i contorni di verdure.
Il nome della zucca, ficcato di sette cannoli, ha due spiegazioni possibili:
Settecannoli è un quartiere popolare palermitano e forse sarebbe nata lì per mano di una signora che volendo riprodurre il fegato in agrodolce cucinato dai Monsù usando ingredienti meno costosi.
Altra versione richiama la fontana posta in una piazza del celebre mercato la Vucciria, caratterizzata dall’avere 7 cannule attraverso esce l’acqua. I cannola.
Nell’area sottostante gli ambulanti abbanniano ” ficatu di settecannoli” per invitare la gente ad acquistare la zucca.Qualsiasi sia la versione sulla paternità del nome la zucca è stata da sempre considerata un buon sostituto del fegato di vitello.
Ingredienti:
- 1 kg.di zucca gialla,
- 2 spicchi d’aglio,
- aceto,
- zucchero,
- sale,
- peperoncino,
- alcune foglie di menta fresca.
Procedimento:
Pulite la zucca rossa della buccia e dei semi interni.
Tagliatela a fettine (in genere le fette hanno uno spessore di 1/2 cm) e friggetele in una padella con dell’olio d’oliva.
Quando le fettine di zucca saranno dorate da un lato e dall’altro riponetele su un piatto (senza carta assorbente) e salate.
Una volta fritta tutta la zucca, pulite la padella, versateci dell’olio evo e metteteci a soffriggere delle fettine d’aglio (con del peperoncino se preferite).
Quando l’aglio comincia a soffriggere versate l’aceto bianco e lo zucchero (in genere per 2 cucchiai di aceto 1 cucchiaio di zucchero).
L’agrodolce è molto personale c’è chi ama più il dolce chi no, fatelo a vostro piacimento.
Lasciate evaporare l’aceto e disponete la zucca nella padella affinché si insaporisca da ambo i lati.
Disponete la zucca in piatto di portata versandoci sopra un trito di menta.
Lasciate insaporire per un paio d’ore, servire la zucca rossa in agrodolce rigorosamente fredda.
Ricetta di Ciro Pepe
INVIA LA TUA RICETTA
ARCHIVIO RICETTE


PEPE SEI BRAVO. La maggior parte delle ricette "italiane" consiglia di infarinare leggermente la zucca prima di friggerla. Io,avendo seguito un corso del grande ........., mi sono sempre rifiutata di farlo.Oggi la tua ricetta mi conforta ancora. Mi permetto, però di "semplificare" con qualche consiglio per le neofite: 1)Dopo averla fritta, mettete la zucca direttamente in un capiente contenitore, possibilmente di vetro( tipo frigoverre) con coperchio. 2)Non vi consiglio il peperoncino perchè impedisce che si esalti il sapore dell'aglio. 3) Nel padellino di frittura dell'aglio mettete PRIMA lo zucchero e, quando diventa scuro,
aggiungete l'aceto e fate bollire finchè lo zucchero non si
fonde.Versate il tutto sopra la zucca; spolverate di menta spezzettata e lasciate riposare.L'indomani è ancora più buona.I cuochi danno ricette da gustare al momento; noi casalinghe le adattiamo alle esigenze personali. In cucina ci vuole pane, amore e..fantasia. Se non vi va, ANDATE AL RISTORANTE DI PEPE, al quale auguro BUONE FESTIVITA'.
Come si prepara questa ricetta, le sue origini, se é un piatto povero o semplicemente un buon piatto, poco importa. A me quello che salta agli occhi é il titolo. Non nascondo che, pur essendo io emigrato all'estero, vedere scritto o sentire parlare il palermitano mi ha sempre dato fastidio. Ora, Misilmeriblog é proprio il blog dei misilmeresi, dunque l'intrusione del dialetto palermitano (non dei palermitani) su questo blog non lo apprezzo.
@Gianni La Barbera:
Giovà ti vuogghiu ricuirdari ca Paliemmu un fà pairti ra pruvincia ri Bulzanu, ma fà pairti ra pruvincia ri Paliemmu.
Scusami, ho sbagliato, volevo scrivere Misilmeri e non Palermo!!!!
@ Ciro Pepe
Se ti sei sbagliato a scrivere é perché ti ha dato fastidio il mio commento, é comprensibile. Però ripeto, onde evitare malintesi, nessun problema con i palermitani. D'altronde da giovane ho lavorato a Palermo in un laboratorio di riparazioni radio-tv e posso assicurarti che i palermitani li ho conosciuti nell'intimità delle proprie case e famiglie.
Ciro, non te la prendere, ma il dialetto palermitano lo digerisco come il peperone, il cavolfiore e le tasse.
Ciao
1000x1000 con gianni.
PEPE: non esagerare con l'abbondanza delle vocali; si capisce che vuoi provocare , ma in questo modo perdi la tua spontaneità e simpatia.