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Trent’anni dall’assassinio di Dalla Chiesa

Trent’anni dall’assassinio di Dalla Chiesa

Il 3 settembre del 1982, trent’anni fa, a Palermo in via Isidoro Carini un commando di Cosa Nostra uccise a colpi di kalashnikov il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa insieme con la sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. L’omicidio del Generale dalla Chiesa non può essere semplicemente addebitato alla Mafia siciliana. Cosa Nostra fu l’esecutrice ma non il mandante di quel brutale omicidio. Il mandante va invece cercato in quegli ambienti che fanno parte della politica, dell’alta finanza, della massoneria deviata, dei servizi segreti insomma dei poteri forti che ancora oggi comandano il nostro paese e che oggi molto ipocritamente portano ghirlande di fiori in via Isidoro Carini, a Palermo, nel luogo in cui Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo hanno lasciato la vita.

Inviato da Giusto P.

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9 Commenti

  1. Jack

    Carlo Alberto Dalla CHIESA...grande uomo...grande Prefetto Grande Generale dell'arma dei Carabinieri...esempio di grande autorità...di coraggio...conosceva gli uomini mafiosi specialmente i corleonesi e non li temeva. anzi li combattevaha fatto fino alla sua morte ...bravo Generale sei sempre neli nostri cuori...con affetto...by Jack...

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  2. Giovanni Furnari

    Quattro mezzi uomini,uminicchi e quaquaraquà,alcuni dei quali probabilmente collusi,altri certamente incompetenti,l'hanno mandato al macello di Palermo.Agnello sacrificale di un apparato statale che ha voluto mettersi a posto con la coscienza nei confronti dell'opinione pubblica,dandogli l'incarico di combattere la mafia,allora potentissima,per poi abbandonarlo.Grande Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.Non ti dimenticheremo mai.Grazie di cuore.

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  3. Gianni La Barbera

    @@@
    Il dubbio di tanti che lo stato possa sparare o far sparare ai propri figli é il peggior veleno per il popolo. Aspettarsi qualcosa di buono dopo tale dubbio é solo utopia.

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  4. Antonino Pizzo

    Grande Uomo e coraggioso Condottiero. Prima contro le brigate rosse, poi contro la mafia. Abbandonato dai politici che ancora oggi stanno in Parlamento, eliminato, a parere mio, dal sempre presente potere dei "deviati". Il suo coraggio trasmesso alle Nuove Leve ha permesso l'arresto di tanti latitanti. Onorevole.

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  5. Giovanni Furnari

    @Gianni La Barbera
    Hai ragione,ma il dubbio non lo sto lanciando oggi io.Prima di me e di chiunque altro l'ha non gridato,ma urlato, assieme al dolore di un'intera città,l'allora cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo,quando davanti al feretro del Generale,della moglie e l'autista,tuonò davanti alle autorità presenti alla chiesa di S.Domenico:"Mentre a Roma si studia,Sagunto viene espugnata....."Che cosa è questo se non una scudisciata in pieno volto a tutti i potenti presenti,accusandoli,quanto meno di incapacità ed incompetenza conclamata?
    Io non credo ai complotti,alle regie del grande vecchio e nemmeno sono un raffinato dietrologo.Ma in riferimento a questo caso è d'obbligo che il cittadino si ponga delle domande che lasciano gomenti.Sapevano pure le pietre che Dalla Chiesa aveva messo come condizione per combattere la mafia,di poter ottenere super poteri,per essere in condizione di operare senza i lacci e lacciuoli di una burocrazia già allora sfissiante.Gli dissero si,ma i super poteri non arrivarono mai.Perchè?Lentezza burocratica?MALE.Sottovalutazione da parte di Roma del fenomeno mafioso?MALISSIMO.Collusione?...............Che dire?

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  6. Gianni La Barbera

    @ G. Furnari
    Spero che tu non abbia interpretato le mie parole come un'accusa verso di te; ciò sarebbe proprio il colmo. L'ultima parte della storia italiana, gli ultimi 50/70 anni per intenderci, é costellata di omici e stragi quasi sempre impuniti, dove tutto é confuso, dove si fanno sempre le stesse ipotesi l'una più incredibile e raccapricciante dell'altra; dei nomi quasi a casaccio, e quelle poche volte che si arriva a trovare un colpevole certo (o quasi) per ics motivi ne ne parla a vita, perché si finisce sempre col tirare in ballo tizio caio e sempronio.
    L'ultimo intreccio, con tutti i dubbi derivanti, della famosa trattativa tra mafia e stato, é di una gravità senza limiti; senza dimenticare che lo scontro istituzionale in atto, con tutti i pupari che lo alimentano, """È UN PERICOLO REALE PER LA DEMOCRAZIA DEL NOSTRO PAESE""" Non per essere allarmista, ma l'Italia cammina sempre sul ciglio del precipizio. Troppi servitori dello stato sono morti diventando degli eroi, eroi che io ammiro e apprezzo profondamente, ma che sarebbe stato meglio non avere.
    La mia domanda é: ce la farà l'Italia a uscirne indenne da questa guerra di potere in atto tra mafia, politica, magistratura, servizi secreti, ecc.? Infine vorrei sottolineare che a pagarne le spese di questa guerra di potere alla fino sono le famiglie, gli operai, i pensionati... i più deboli. Allora GRAZIE ai vigliacchi che stanno portando gli italiani alla povertà.

    PS: quello che dicono gli uomini di chiesa al di fuori dell'ambito prettamente religioso non mi interessa.

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  7. nino c.

    Una persona semplice, credeva in quello che faceva e amava tantissimo l'Italia, contrariamente a quelli che avevano il potere di decidere il suo trasferimento e di concedergli quello che Lui chiedeva.

    l'ho conosciuto personalmente, nel 1975 comandava la 1° Divisione Pastrengo in Milano, via Marcora, 1. (io c'ero)

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  8. Jack

    @Nino C
    Complimenti hai una bella memoria...comunque le persone per bene non si dimenticano...il Generale C.A. Dalla CHIESA lo era...ha lottato senza tregua cosa nostra e non li temeva...esempio di coraggio e di grande servitore della patria...ha avuto...ha..ed avrà sempre la mia più grande stima...non è facile dimenticaro un uomo geberoso ed un grande eroe...by Jack...

    @Nino PIZZO...

    Condivido il tuo commento...ciao...

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  9. pino

    Carlo alberto dalla chiesa: VERO ESEMPIO DI VITA E DI ONESTà... Un uomo che credeva veramente nello stato.
    Sarai sempre un esempio di vita per me...

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