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Partire

Poesia di Gianni La Barbera

Partire

Alla stazione in tanti agitano

fazzoletti umidi di pianto.

Un colpo di fischietto e via.

Si parte per andare lontano

verso terre straniere.

*Partire é un po’ morire*

recita un detto. Già morire!

Morire come quando si lascia

la vecchia Mamma, sapendo

che forse non si rivedrà mai più.

Il cuore gonfio di tristezza,

lo sguardo perso nel vuoto.

Ed il treno lambisce la costa,

le desolate spiagge deserte

interrotte qua e là da canneti.

Sullo Stretto il cuore vacilla.

L’isola scompare all’orizzonte

come l’aquilone a cui si spezza il filo.

Si fa notte; con rassegnazione

si tenta invano di dormire.

Quante sigarette fumate

nel corridoio di notte da solo!

Quanto tempo passato a fissare

le tremule gocce di pioggia

sul finestrino del treno!

I fari di un’auto illuminano

la campagna sotto la nebbia.

Nelle case addormentate

s’accendono le prime luci.

Pian piano ritorna il coraggio.

Le Alpi; già si pensa al lavoro,

alla scuola, al latte da comprare.

Nella stazione innevata e deserta,

spazzata da un gelido vento,

il pensiero corre a te Mamma.

Gianni La Barbera

Morges, 18 novembre 2013

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