
Il venerdì santo a Misilmeri si ha la rappresentazione della “Scesa della croce”, nel sagrato della Chiesa di San Francesco. Tale evento inizia con la rappresentazione della crocifissione del Cristo. Alla sua destra viene posto il simulacro della Madonna dentro il suo fercolo. Da qui segue la Liturgia della Passione che culmina nella cosiddetta “calata della testa” . Dopo che il predicatore infatti, annuncia la morte di Cristo, un confrate della congregazione dei miseremini, che cura l’evento, per mezzo di una cordicella inclina il capo del Cristo in croce. A fine liturgia il Cristo è posto nel letto funebre e inserito dentro il fercolo. A questo punto ha inizio la processione alla quale partecipano tutti i confrati delle congregazioni del paese, che per l’occasione vanno in penitenza senza stendardi, ognuno con una croce di legno, portando in testa una corona di vimini ed al collo il “libano” (tradizionale fazzoletto in stoffa colorata). Durante la processione i bambini e le bambine cantano in tono lamentevole per la “via dei santi” una un’antichissima litania locale così recitata: “O madre Addolorata, Vergine dei dolori prega per noi miseri, dolenti peccatori, cogli occhi pien di lacrime!”. All’estremità del fercolo del Cristo morto viene posta un grande palma alta circa 2 metri listata a lutto e resa in dono da più di cento anni dalla famiglia Amato. Caratteristico è inoltre uno stendardo che anticamente era portato in processione dal contadino che aveva offerto la più grossa quantità di grano al Signore e che oggi è trasportato da un confrate della congregazione. Le offerte di prodotti agricoli attuate nel passato sono state sostituite da quelle in denaro.
tratto da “la Pasqua a Misilmeri” di Marco Giammona
PROGRAMMA:
Ore15:30 – Liturgia della parola
ore 18:00 – Processione cittadina "Cristo morto e addolorata


come cristiana cattolica misilmerese, sento il dovere di fare due osservazioni per quanto riguarda:1°) il tradizionale canto "veni veni u piccaturi" che viene eseguito il giovedì santo davanti la porta della chiesa madre e poi per le strade del nostro paese; 2°) la tradizionale " a calata ra testa" del Cristo morto che si svolge il venerdì Santo davanti la porta della chiesa di San Francesco. 1° osservazione- per me è sbagliato che il canto " veni veni u piccaturi" venga eseguito davanti la porta della chiesa madre, quasi fosse una esibizione spettacolare, ma ritengo giusto che esso sia eseguito solo per le strade del paese. Esso, infatti, è stato ideato dai nostri avi per essere cantato solo per le strade e nel silenzio della notte al fine di scuotere gli animi dalla sonnolenza spirituale e richiamarli alla conversione. 2° osservazione- per me non è assolutamente giusto, anzi è quasi offensivo nei riguardi di nostro Signore continuare a chiamare " a calata ra testa" la tradizionale e commovente funzione della morte di nostro Signore. Anche TSE ha mandato in onda sullo schermo televisivo la seguente dicitura" trasmettiamo dalla chiesa di san Francesco a Calata ra testa" ......non si va a san Francesco per assistere ad uno spettacolo che volgarmente viene denominato " a calata ra testa" ma per pregare e meditare in grande raccoglimento sulla passione e morte di Cristo. Marilena G.